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Ben Emons

Rendimenti obbligazionari negativi, istruzioni per l’uso

25 Marzo 2015 10:40
financialounge -  Ben Emons Fondi obbligazionari PIMCO Vineer Bhansali
I rendimenti negativi sulle obbligazioni sono una realtà dei mercati obbligazionari sempre più in espansione. In Svizzera, Germania, Danimarca, Svezia e in diversi altri paesi europei un’ampia percentuale dei titoli di Stato offre infatti rendimenti nominali negativi. Gli analisti si sfidano nel trovare le potenziali ragioni che possono spiegare questo nuovo fenomeno. Ma c’è anche chi cerca di individuare possibili strategie di portafoglio capaci di sfruttare il trend di mercato.
Per un investitore attivo, l’acquisto di un titolo a un rendimento negativo con una perdita garantita in caso di detenzione fino alla scadenza può rivelarsi una strategia redditizia solo se il titolo viene ceduto prima (ovvero se si è disposti e in grado di attendere con pazienza l’opportunità di trovare un investitore «ancora più stolto» pronto ad acquistare a un prezzo più elevato e a livelli di rendimento ancora più negativi). Di recente i rendimenti in Svizzera e Germania sono diventati meno negativi, mentre una tendenza opposta si è registrata in Danimarca e Svezia.
Questi cambiamenti segnalano un tentativo degli investitori di trovare un "equilibrio" modificando rapidamente il posizionamento di duration nei portafogli. In ogni caso, sinora il risultato di tutto questo è che il rendimento ponderato per la duration, ossia il rendimento derivante dall’investire lungo tutta la curva dei tassi di un paese, delle maggiori economie sviluppate tende a convergere verso i livelli del Giappone, che presenta rendimenti persistentemente bassi da oltre due decenni, e non il contrario.
“In quanto investitori, la nostra risposta all’enigma dei rendimenti negativi potrebbe dipendere in parte da quale delle diverse spiegazioni che si può dare al fenomeno sia la più importante. Ma, con ogni probabilità, questo approccio allontana gli investitori dalla soluzione” fanno sapere Vineer Bhansali, Ph.D. Managing Director e Ben Emons, Senior Vice President, gestori di PIMCO, per i quali gli investitori dovrebbero prestare pertanto molta attenzione ai segnali provenienti dai policy-maker, ai dati economici e all’esperienza di altri operatori, al fine di mantenere la flessibilità necessaria per investire in un contesto di rendimenti negativi.
“Nonostante l’incertezza, esiste un approccio logico alla costruzione di portafogli robusti. In primo luogo, occorre controllare l’esposizione ai fattori di rischio laddove gli esiti potrebbero essere più incerti, ad esempio modificando la duration complessiva del portafoglio (la scadenza media dei titoli in portafoglio). In secondo luogo, è opportuno orientare l’esposizione del portafoglio verso gli ambiti nei quali le valutazioni relative sono più interessanti, ad esempio verso le azioni e le obbligazioni di società con fondamentali solidi. In terzo luogo, è auspicabile ricercare fonti di convessità (come per esempio le obbligazioni convertibili, ndr) e diversificazione a basso costo, laddove la definitiva soluzione dell’enigma dei rendimenti negativi provocherà probabilmente significative tendenze e fluttuazioni di mercato. Infine, in termini molto generali, gli energici interventi delle banche centrali, con tassi d’interesse negativi, continuano a favorire l’assunzione di rischi. Pertanto, un’asset allocation con una sovraesposizione al rischio azionario e un sottopeso di duration sui titoli di Stato core rimane interessante nell’eventualità che i rendimenti divengano ancor più negativi” spiegano i due manager.
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