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I bund tedeschi sono ampiamente sopravvalutati

9 Febbraio 2015 11:30
financialounge -  bund franco svizzero Sylvie Golay Markovich titoli di stato
financialounge -  bund franco svizzero Sylvie Golay Markovich titoli di stato
Il parere di Sylvie Golay Markovich, Head Fixed Income Analysis di Credit Suisse, sul reddito fisso resta neutrale, poiché continua a rilevare un modesto rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato globali. A livello regionale, lo strategist prevede che la sovraperformance delle obbligazioni in euro rispetto a quelle in dollari USA registrata nel 2014 possa risultare ribaltata nei prossimi mesi.
“Tra le obbligazioni sovrane dell’eurozona, i Bund tedeschi sono, a nostro avviso, più a rischio di un re-pricing considerata la loro notevole sopravvalutazione. Inoltre, l’annuncio della BCE di un programma di acquisti di titoli di Stato su ampia scala dovrebbe frenare le pressioni deflazionistiche nell’Eurozona” avverte Sylvie Golay Markovich che poi aggiunge: “Per le obbligazioni in dollari USA, la probabilità di un progressivo rialzo dei tassi a partire dalla metà dell’anno è limitata, a nostro parere, fintantoché l’inflazione rimane così bassa. Le valutazioni delle obbligazioni americane sono attualmente le più interessanti tra i mercati dei paesi avanzati, il che, sommato alle prospettive ancora positive per il biglietto verde, potrebbe contribuire ad accrescere la domanda di obbligazioni area dollaro piuttosto che area euro. In quest’ottica, non privilegiamo più le obbligazioni periferiche d’Europa, anche se il loro vantaggio in termini di rendimenti limita il rischio di risultati negativi”.
Nell’area del franco svizzero (CHF), lo strategist mantiene un giudizio negativo sui titoli di Stato: pur non potendo escludere un nuovo intervento espansivo della BNS (Banca nazionale svizzera), esso dovrebbe comunque incidere soprattutto sui tassi a breve, lasciando le scadenze lunghe a livelli poco interessanti.
“Sui mercati avanzati, preferiamo le obbligazioni australiane e canadesi. Le economie di questi due paesi esportatori di energia hanno risentito in modo particolare del declino del prezzo del petrolio, aprendo la strada ad ulteriori riduzioni dei tassi da parte delle rispettive banche centrali. Contrariamente alle valutazioni elevate dei principali mercati dei titoli di Stato, le obbligazioni emergenti in valute locali, con rendimenti attorno al 6%, presentano valutazioni interessanti; anche in questo caso, il livello più basso dell’inflazione dovrebbe permettere alle banche centrali di allentare ulteriormente i tassi: India, Indonesia, Sud Africa, Turchia, Perù e Messico sono i nostri paesi preferiti” rivela Sylvie Golay Markovich.
Ipotizzando una continua forza dell’economia statunitense e condizioni di prestito ancora relativamente allentate, il recente sell-off (vendita sul mercato senza condizioni di prezzo e di quantità) delle obbligazioni high yield, ampiamente guidato dai settori dell’energia e dei materiali negli USA, è destinato a concludersi come indicato dai recenti afflussi verso i fondi high yield. Mentre le valutazioni non sono a buon mercato alla luce del deterioramento dei fondamentali di credito registrato nel 2012 e 2013, raramente gli spread hanno raggiunto livelli così elevati in un contesto non recessivo. Inoltre, la recente tendenza ad accrescere la leva finanziaria è ormai conclusa e il carico degli interessi resta modesto per molte imprese, il che impedisce un brusco incremento dei tassi d’insolvenza.
“Nonostante spread più ampi, consigliamo di evitare investimenti negli emittenti con rating CCC. Tra le regioni, rileviamo un maggiore potenziale di rialzo negli USA, seguiti dall’Europa. Nell’area euro, le valutazioni delle obbligazioni high yield appaiono particolarmente interessanti rispetto al debito finanziario subordinato e in misura minore rispetto alle obbligazioni ibride di emittenti investment grade. Al contrario, il recente allargamento degli spread degli emittenti asiatici/cinesi potrebbe proseguire, mettendo a rischio anche i titoli investment grade, e in particolare il segmento BBB” conclude Sylvie Golay Markovich.
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