Credit Suisse
Borse 2015, preferenza per Giappone ed Eurozona
3 Dicembre 2014 10:40


Gli interventi delle banche centrali continueranno ad avere un impatto significativo sulle azioni anche nel 2015 ma la ripresa della crescita assumerà un ruolo importante. Un contesto in cui le Borse preferite per i prossimi 12 mesi sono Tokyo e la zona euro mentre, a livello di settori, dovrebbero essere favoriti beni di consumo ciclici, IT e titoli finanziari.
Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni esposte da Gérald Moser, Head of Equity Analysis di Credit Suisse, nella sua prima analisi sulle attese per il mercato azionario del prossimo anno.
“Riteniamo che gli stessi fattori che hanno avuto un’incidenza nel 2014 avranno un ruolo importante per gli investitori nel 2015: le aspettative di crescita e gli interventi delle banche centrali detteranno con ogni probabilità la tendenza. Prevedibilmente le condizioni monetarie resteranno allentate e la dinamica di crescita migliorerà. Così, verosimilmente, la prima parte del 2015 fornirà un quadro di sostegno alle Borse. Mentre le azioni si presentano care su un periodo di 10 anni, la loro valutazione appare equa su una base P/E (rapporto prezzo/utili) forward a 12 mesi. Inoltre continuano a sembrare economiche rispetto alle obbligazioni; le valutazioni invece non dovrebbero rappresentare un ostacolo per un rialzo delle azioni. Non escludiamo il rischio di un paio di correzioni durante questo processo, ma riteniamo ancora che si tratti di adeguamenti di breve termine in un mercato in rialzo più in generale” fa sapere Gérald Moser che, ciò premesso, ammette che il probabile avvio dei rialzi dei tassi da parte della Fed di metà 2015 potrebbe essere difficile da assimilare per le azioni.
“In passato, le azioni hanno registrato risultati positivi nel periodo precedente al primo rialzo. E, mentre la performance delle azioni dopo l’avvio dei rialzi dei tassi è stata mediamente positiva, la gamma dei risultati suggerisce che sono anche possibili ricavi da bassi a negativi. Considerando l’importante ruolo che la liquidità ha avuto negli ultimi due o tre anni, è senza dubbio possibile che, al primo rialzo, le azioni possano presentare qualche difficoltà iniziale” spiega Gérald Moser. Ecco perché secondo l’analista anche la crescita sarà importante. Una ripresa globale migliore delle previsioni certamente renderebbe meno difficile da digerire ai mercati il primo rialzo della Fed.
Per quanto riguarda la performance regionale, verosimilmente continueranno ad avere importanza gli andamenti divergenti di crescita e politica monetaria.
“Tenendo conto di tutto questo, continuiamo a preferire le regioni dove le banche centrali restano accomodanti e le percezioni degli investitori sulla crescita sono soggette a maggiori sorprese al rialzo. Continuiamo pertanto a preferire Giappone ed Eurozona. In entrambe le regioni, le banche centrali incrementeranno probabilmente il rispettivo bilancio, mentre le previsioni sulla crescita sono basse. Anche il posizionamento, specialmente in Europa, fornisce un notevole sostegno. Di contro, le azioni dei mercati emergenti sono meno interessanti. Questi mercati tendono a evidenziare un’underperformance quando il dollaro USA si rafforza, e le prospettive di crescita restano incerte. Manteniamo un giudizio prudente su tali mercati” specifica Gérald Moser che, dal punto di vista settoriale, ritiene che la flessione del prezzo del petrolio fornirà un sostegno ai titoli dei beni di consumo ciclici. L’analisti resta inoltre positivo sul settore informatico e sui titoli finanziari.
Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni esposte da Gérald Moser, Head of Equity Analysis di Credit Suisse, nella sua prima analisi sulle attese per il mercato azionario del prossimo anno.
“Riteniamo che gli stessi fattori che hanno avuto un’incidenza nel 2014 avranno un ruolo importante per gli investitori nel 2015: le aspettative di crescita e gli interventi delle banche centrali detteranno con ogni probabilità la tendenza. Prevedibilmente le condizioni monetarie resteranno allentate e la dinamica di crescita migliorerà. Così, verosimilmente, la prima parte del 2015 fornirà un quadro di sostegno alle Borse. Mentre le azioni si presentano care su un periodo di 10 anni, la loro valutazione appare equa su una base P/E (rapporto prezzo/utili) forward a 12 mesi. Inoltre continuano a sembrare economiche rispetto alle obbligazioni; le valutazioni invece non dovrebbero rappresentare un ostacolo per un rialzo delle azioni. Non escludiamo il rischio di un paio di correzioni durante questo processo, ma riteniamo ancora che si tratti di adeguamenti di breve termine in un mercato in rialzo più in generale” fa sapere Gérald Moser che, ciò premesso, ammette che il probabile avvio dei rialzi dei tassi da parte della Fed di metà 2015 potrebbe essere difficile da assimilare per le azioni.
“In passato, le azioni hanno registrato risultati positivi nel periodo precedente al primo rialzo. E, mentre la performance delle azioni dopo l’avvio dei rialzi dei tassi è stata mediamente positiva, la gamma dei risultati suggerisce che sono anche possibili ricavi da bassi a negativi. Considerando l’importante ruolo che la liquidità ha avuto negli ultimi due o tre anni, è senza dubbio possibile che, al primo rialzo, le azioni possano presentare qualche difficoltà iniziale” spiega Gérald Moser. Ecco perché secondo l’analista anche la crescita sarà importante. Una ripresa globale migliore delle previsioni certamente renderebbe meno difficile da digerire ai mercati il primo rialzo della Fed.
Per quanto riguarda la performance regionale, verosimilmente continueranno ad avere importanza gli andamenti divergenti di crescita e politica monetaria.
“Tenendo conto di tutto questo, continuiamo a preferire le regioni dove le banche centrali restano accomodanti e le percezioni degli investitori sulla crescita sono soggette a maggiori sorprese al rialzo. Continuiamo pertanto a preferire Giappone ed Eurozona. In entrambe le regioni, le banche centrali incrementeranno probabilmente il rispettivo bilancio, mentre le previsioni sulla crescita sono basse. Anche il posizionamento, specialmente in Europa, fornisce un notevole sostegno. Di contro, le azioni dei mercati emergenti sono meno interessanti. Questi mercati tendono a evidenziare un’underperformance quando il dollaro USA si rafforza, e le prospettive di crescita restano incerte. Manteniamo un giudizio prudente su tali mercati” specifica Gérald Moser che, dal punto di vista settoriale, ritiene che la flessione del prezzo del petrolio fornirà un sostegno ai titoli dei beni di consumo ciclici. L’analisti resta inoltre positivo sul settore informatico e sui titoli finanziari.