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Prudenza su high yield e sui bond USA e inglesi

7 Novembre 2014 15:00
financialounge -  Credit Suisse High Yield mercati emergenti mercati obbligazionari
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In questa fase Sylvie Golay Markovich Head Fixed Income Analysis di Credit Suisse preferisce alcune obbligazioni corporate «crossover» e subordinate bancarie e, in parallelo, predica prudenza sulle obbligazioni high yield e sui bond a breve termine in dollari USA e in sterline inglesi perchè saranno probabilmente più penalizzati nei prossimi mesi.

“I titoli di Stato di riferimento hanno realizzato solidi risultati lo scorso mese. Tuttavia, contrariamente ai rally precedenti di quest’anno, i rendimenti sui Treasury a breve scadenza sono diminuiti più che quelli a lungo termine, poiché il mercato ha spostato in avanti la data prevista per i primi aumenti dei tassi da parte di Fed e BoE. Mentre i dati economici sono deboli nell’Eurozona, rileviamo ancora un quadro economico solido negli USA. Di conseguenza, il segmento breve delle curve dei rendimenti in dollari USD (e in sterline GBP) dovrebbe essere il più vulnerabile nei prossimi mesi, man mano che aumentano le aspettative di una stretta monetaria da parte delle rispettive banche centrali. Anche il segmento lungo dovrebbe aumentare, ma più progressivamente, vista l’assenza di pressioni inflazionistiche” spiega Sylvie Golay Markovich.

Al contrario, nei paesi «centrali» d’Europa (Germania, Francia, etc.), i titoli di Stato a breve scadenza dovrebbero restare favoriti dai continui allentamenti della BCE. Per le obbligazioni più a lunga scadenza, le valutazioni poco interessanti sono bilanciate dalla possibilità che la BCE lanci acquisti di obbligazioni sovrane (QE). Le obbligazioni sovrane periferiche potrebbero registrare una forte volatilità in balia delle aspettative di interventi della BCE, ma dovrebbero iniziare a realizzare performance superiori nel 2015, favorite da un solido incremento dei nuovi prestiti mirati della BCE alle banche (TLTRO), o da indicazioni concrete di un QE sovrano, qualora il programma TLTRO dovesse deludere.

Sylvie Golay Markovich sposta poi l’attenzione sull’alto rendimento ricordando come il recente aumento della volatilità abbia pesato in modo particolare sulle obbligazioni corporate di minore qualità. Le obbligazioni high yield (HY) statunitensi hanno iniziato a perdere terreno prima delle controparti europee che riflettono anche la generale debolezza del credito periferico.

“Ai livelli di volatilità attuali, consideriamo ancora poco interessanti le valutazioni delle obbligazioni high yield. Anche se la volatilità del mercato dovesse rientrare entro i livelli inferiori normalmente osservati alla fine dell’anno, le valutazioni rimarrebbero comunque a livelli considerati poco interessanti dai nostri modelli. Inoltre, i cambiamenti intervenuti nella regolamentazione del sistema bancario rischiano di ridurre la liquidità del mercato e tenderanno in futuro ad esacerbare i movimenti dei mercati. Dal momento che è proprio la liquidità a incidere maggiormente sugli spread del credito, soprattutto in momenti di stress, la minore profondità del mercato dovrebbe automaticamente determinare un aumento degli spread. Il recente re-pricing non ha quindi modificato il nostro atteggiamento prudente sul credito” argomenta Sylvie Golay Markovich che, infatti, privilegia ancora solide obbligazioni corporate crossover ed alcuni titoli subordinati di emittenti finanziari rispetto ad emittenti high yield di minore qualità.

Infine, sul fronte dei mercati emergenti, Sylvie Golay Markovich continua a rilevare un quadro più positivo per le obbligazioni locali con copertura valutaria, poiché molte banche centrali emergenti dovrebbero proseguire l’orientamento espansivo in reazione al calo delle pressioni inflazionistiche. Al contrario, le obbligazioni in valute forti rischiano di risentire del potenziale incremento dei rendimenti dei Treasury USA. A livello regionale, l’Asia resta la preferita di Sylvie Golay Markovich, mentre l’Europa dell’Est appare meno interessante.
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