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L’impatto del dollaro forte sui profitti delle corporation USA

25 Settembre 2014 09:45
financialounge -  dollaro Laura Tardino trimestrali USA utili
C’è molta attesa per l’apertura della stagione delle trimestrali USA relative al periodo luglio–settembre 2014 che comincerà ad entrare nel vivo tra due settimane. Quella del secondo trimestre si è chiusa con un bilancio tendenzialmente positivo con il 68% delle aziende dell’S&P500 che ha sfoggiato profitti trimestrali superiori alle attese e il 63% che ha invece riportato un fatturato maggiore delle stime iniziali.

La risultante è che gli utili del secondo trimestre delle corporation USA sono aumentati in media dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 portando il totale atteso per l’intero 2014 a quota 118,76 (cioè l’8,27% in più dell’intero 2013) con un rapporto prezzo/utili (P/E) a 16,9 per l’indice S&P500.
Ma il terzo trimestre potrebbe rivelarsi più difficile.

Innanzitutto ad oggi si contano già 92 pre-annunci negativi di utili attesi dalle compagnie dell’S&P500 a fronte di soli 25 pre-annunci positivi. E poi è tutto da verificare l’impatto del rafforzamento del dollaro sulle principali valute estere: soltanto rispetto all’euro, il biglietto verde si è rivalutato di oltre sei punti percentuali dal primo luglio a oggi. Secondo gli osservatori più attenti, proprio l’effetto cambio non è ancora contemplato dalle stime attese per gli utili delle compagnie USA del terzo trimestre.

Un impatto che avrebbe implicazioni non secondarie su Wall Street e, presumibilmente, anche sulle altre piazze finanziarie. Infatti il P/E corrente dell’S&P500 (a quota 16,9) si colloca già al di sopra della media a 10 anni (16,0) ma rischierebbe di balzare a un livello ancora più alto qualora i profitti delle imprese americane invece di aumentare del 6,4% (come le ultime stime ipotizzano) esprimessero una tendenza più blanda.

“Il dollaro ha finalmente cominciato ad apprezzarsi nei confronti dell’euro: da 1,39 di qualche mese fa si è portato gradualmente, con un’accelerazione a partire dal luglio scorso, a 1,28 sostenuto dalle dichiarazioni di Draghi che vedrebbero una BCE sempre più attiva contro il rischio deflazionistico e pronta finalmente a stampare moneta come fatto dalla FED negli ultimi cinque anni. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, da europei, sperando che gli sforzi della BCE, sebbene in forte ritardo, serviranno davvero a rilanciare l’inflazione ma soprattutto la crescita. D’altra parte il ciclo economico americano appare più solido di qualche mese fa e la FED a breve toglierà il piede dall’acceleratore interrompendo il prossimo ottobre il proprio QE. Il dollaro dallo scorso 30 giugno ha così guadagnato terreno nei confronti non solo dell’euro ma di un basket di valute (l’indice US Dollar è salito del 6%)” commenta Laura Tardino, Strategist di BNP Paribas Investment Partners che poi spiega il possibile impatto della forza del dollaro sui profitti delle imprese USA.

“Tra poco prenderà il via la stagione delle trimestrali relative al terzo trimestre. Nike sarà la prima società del Dow Jones a pubblicare i risultati ed è altamente probabile che il recente apprezzamento del biglietto verde penalizzi molte società che esportano buona parte dei beni da loro prodotti in Europa come in altri paesi esteri. Le stime degli utili elaborate dagli analisti sono state riviste al ribasso in misura significativa nel corso degli ultimi mesi, soprattutto per il settore dei consumi ciclici all’interno del quale operano le multinazionali più vulnerabili all’apprezzamento del dollaro. Significativo è appunto il caso di Nike: l’azienda aveva già annunciato un calo dei profitti futuri a causa della forza del dollaro, lo scorso marzo. Per le società produttrici di beni di consumo ciclici, secondo quanto riportato da Factset, gli analisti si aspettano oggi un calo medio dei profitti del terzo trimestre pari al 5.4% mentre fino a giugno il calo atteso era di un modesto 0.4%. Il taglio sembra essere stato netto e potrebbe non aver tenuto conto del miglioramento congiunturale in atto, soprattutto quello domestico. E’ oggi presto per dirlo ma con Nike vedremo quanto è già scontato dal mercato”.
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