debito

High yield Europa, le ragioni per mantenere il sovrappeso

5 Agosto 2014 10:15

financialounge -  debito Europa Fondi obbligazionari High Yield Pictet EUR High Yield Pictet-EUR Short Term High Yield USA
anto sia improbabile che il debito europeo high yield ripeta le performance degli ultimi cinque anni, Pictet Asset Management è convinta che vi siano molte ragioni per mantenere un’esposizione strategica a questa asset class.
È vero che le valutazioni delle obbligazioni europee high yield destano preoccupazione in un momento in cui gli Stati Uniti stanno ritirando le misure di stimolo monetario e che i rischi siano numerosi, tuttavia molti fattori inducono a mantenere un’esposizione significativa al debito non investment grade.

“I tassi di interesse bassi, la crescita economica modesta e l’inflazione contenuta creano un contesto favorevole per chi investe nell’high yield; infatti, l’asset class ha sempre conseguito buoni risultati in tali condizioni” fanno sapere gli esperti di Pictet AM che poi aggiungono: “La persistenza di tassi di interesse bassi ha contribuito al contenimento dei costi di finanziamento societari, favorendo il pagamento delle cedole e il differimento della scadenza dei debiti per gli emittenti high yield”.

Di conseguenza, i tassi di default si sono ridotti. Moody’s ha recentemente rivisto al ribasso le proprie previsioni relative alle insolvenze degli emittenti high yield per il 2014, portandole appena al di sotto del 2%, un livello notevolmente inferiore alla media storica. Inoltre, per la prima volta dal 2011, le revisioni al rialzo dei rating hanno superato quelle al ribasso, mentre sul fronte dell’indebitamento netto e delle posizioni liquide rispetto al debito complessivo gli emittenti di categoria speculativa hanno compiuto buoni progressi negli ultimi mesi. Secondo gli scettici, questi trend positivi sono già scontati dal mercato: con un rendimento inferiore al 5%, le buone notizie sono già tutte nel prezzo.

“Venendo all’aspetto strutturale della nostra tesi di investimento, il mercato delle obbligazioni societarie europee cresce a un ritmo senza precedenti, poiché le obbligazioni stanno prendendo il posto dei prestiti come veicolo di finanziamento privilegiato da numerose di società” puntualizza Pictet AM che poi snocciola i dati relativi ai volumi complessivi in circolazione (passati da poco più di 100 miliardi di euro nel 2007 a quasi 400 miliardi) e alla pluralità degli emittenti (solo quest’anno hanno debuttato sul mercato 40 nuovi emittenti di vari settori): il tutto, peraltro, senza che ci sia stato un calo della qualità creditizia globale dell’asset class.

“Ciò non significa che i rischi siano scomparsi. Come hanno messo in luce i problemi di Banco Espirito Santo in Portogallo, l’Eurozona deve ancora fare molto per il sistema bancario. Un altro pericolo potrebbe celarsi nel mercato primario, giacché i costi di finanziamento contenuti potrebbero tradursi in una maggiore emissione obbligazionaria da parte di società con un passato fortunoso in materia di indebitamento. Infine pure la liquidità del mercato costituisce un ulteriore elemento critico” ammettono gli esperti di Pictet AM che subito dopo però tranquillizzano gli investitori: i gestori dei comparti obbligazionari Pictet-EUR High Yield e Pictet-EUR Short Term High Yield stanno vagliando molteplici soluzioni per mitigare questi rischi.

“Innanzitutto cercano di limitare la sottoscrizione delle nuove emissioni obbligazionarie inserendo in portafoglio solo un nuovo bond su tre. In secondo luogo, hanno ridotto gli investimenti nelle aree del mercato più a rischio; l’esposizione dei comparti ai titoli di debito con rating CCC rappresenta, infatti, meno del 10% del patrimonio totale. Nonostante i rischi, le prospettive si confermano incoraggianti. La solidità del merito creditizio delle società di grado speculativo e le prospettive di una politica monetaria più accomodante nell’area euro che negli Stati Uniti compensano ampiamente gli investitori per il rischio di default, una notizia rassicurante in un periodo caratterizzato dalla scarsità di investimenti redditizi” spiegano gli specialisti di Pictet AM.

Trending