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Scattano i freni allo shadow banking cinese

14 Luglio 2014 09:51
financialounge -  banche centrali cina Li Keqiang shadow banking
L’offerta di prodotti strutturati cinesi è scesa in giugno al suo livello più basso negli ultimi sei mesi dopo che il governo di Pechino ha messo in atto misure per frenare il settore bancario ombra, il cosiddetto shadow banking, limitando, in particolare, la possibilità degli emittenti di vendere questo tipo di investimenti.

Il numero di titoli emessi è sceso del 14 per cento a 197 emissioni, a fronte di una crescita media dell’8,4 per cento nei primi cinque mesi dell’anno.
È quanto risulta alla Cnbenefit, una società di consulenza specializzata sulla gestione patrimoniale: la società ha raccolto i dati sia utilizzando quelli disponibili pubblicamente e anche attraverso contatti diretti con alcune banche.
Il premier cinese Li Keqiang si è impegnato ad arginare l'espansione delle società fiduciarie, i prodotti di gestione patrimoniale e altre forme d’ investimento del sistema bancario ombra, che valeva, in base alle stime di Barclays alla fine dello scorso anno, circa 38.800 miliardi di renminbi (4.600 miliardi di euro).

Anche per questo la banca centrale cinese ha introdotto a maggio misure che vincolavano l’emissione di titoli strutturati per frenare interbancario.
"La mossa della banca centrale cinese per frenare interbancario può drenare la liquidità e colpire i finanziamenti per i prodotti di gestione patrimoniale", ha dichiarato Francis Chan, responsabile del settore finanziario in Asia per una società di intermediazione internazionale che ha poi aggiunto: "La combinazione di questa decisione con il giro di vite sui prodotti di wealth management meno garantiti può aver causato la caduta delle vendite di prodotti strutturati".
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