crescita economica

Attenti alla trappola delle aspettative

3 Luglio 2014 16:10
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La classica situazione in cui la credibilità di chi ha creato le aspettative sta iniziando ad essere messa alla prova dei fatti.
Ad avvertire della presenza di questa vera e propria trappola è Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest AM che spiega:

“Se il mercato finanziario si convince che i tassi devono salire (come nell'estate scorsa), la FED non riuscirà a gestire la situazione e il disordine che si può creare sui mercati obbligazionari avrà l'effetto di incidere negativamente su una crescita già debole: lo stock di debito esistente nelle principali economie occidentali ed in alcune economie emergenti, rende infatti il sistema economico più sensibile ai tassi di quanto lo fosse in passato. Se invece i mercati prendono atto che la ripresa non c'è, allora le borse dovranno scontare utili ancora più bassi di quelli già attesi e quindi, le valutazioni, gli spread sui bond high yield e debito "periferico" UE verrebbero a trovarsi di colpo su livelli estremamente vulnerabili”.

Maurizio Novelli prosegue ricordando che anche quest'anno gli operatori dovranno prendere atto che l'economia non va come si vorrebbe e che probabilmente il 2014 potrebbe addirittura chiudersi con una crescita complessiva più vicina all'1,5% che al 2,7% atteso a inizio anno, evidenziando un costante rallentamento dell’aumento della crescita mondiale che è in corso dal 2012, quando l'economia USA aveva toccato un ritmo di crescita al 2,8%.

“Il dato di fatto è che l'economia mondiale ristagna a causa dello stock di debito accumulato negli ultimi dieci anni e tale, evidente, dato di fatto è confermato anche dalle recenti statistiche sul commercio mondiale che evidenziano una delle più deboli dinamiche degli ultimi decenni. Non solo l'America ristagna ma la stagnazione è evidente anche in Europa. La fine della recessione in Europa non si è trasformata automaticamente in crescita e tutti i paesi UE arrancano per cercare di uscire dalla trappola mortale della crescita zero: "mortale" perché, se dovesse protrarsi ancora per altri 12/18 mesi, metterebbe in serio dubbio la sostenibilità del debito di molti paesi ed i mercati potrebbero voltare le spalle nuovamente all'Europa e ai paesi periferici” puntualizza Maurizio Novelli.

Anche tutta l'area Emergente é in una fase di rallentamento evidente, anche se la crescita continua a reggere percentuali del 4,5% su base annua ma comunque in deciso ribasso rispetto al 5,0% dello scorso anno ed inferiore al 6,3% dell'anno 2011 e al 7,5% del 2010. In Giappone, le terapie introdotte dal governo Abe hanno raggiunto una fase critica perché, dopo gli effetti finanziari su borsa, yen e inflazione, ora ci si attendono gli effetti reali accompagnati da una stagione politica di strutturali riforme economiche che possano contrastare il rallentamento dell'economia che si sta già manifestando in questi mesi.

Le borse internazionali hanno continuato ad ignorare un quadro macroeconomico che non trova riscontro in nessuna delle previsioni fatte negli ultimi due/tre anni e mentre gli utili scendono costantemente (ma battono stime già abbastanza negative), gli investitori vengono spinti dalle banche d'investimento ad acquistare azioni nella convinzione che prima o poi questa situazione migliorerà.
Nel frattempo i tassi sulle obbligazioni governative scendono ancora, in evidente contrasto con lo scenario ormai prospettato da anni, che avrebbero dovuto salire, e qualcuno ha cominciato forse a chiedersi come mai, con i tassi così bassi, esistono dei "masochisti" che preferiscano continuare a comprare obbligazioni in un mondo che dovrebbe solo venderli.

“In tutti i casi, rimango coerente con la mia view di inizio anno che sottolineava il fatto che difficilmente il dollaro Usa sarebbe salito in un mondo afflitto da problemi di crescita e di deflazione. Il dato di fatto è che siamo stati molto bravi nelle previsioni macro ma i mercati azionari hanno continuamente ignorato le previsioni sbagliate di crescita economica su cui hanno costruito scenari di utili futuri e trend di rialzo. Il dato di fatto è che, così come da tempo scrivo, la crescita sarà insufficiente per liberare il mondo dalla trappola del debito in cui si è infilato tempo fa, non siamo ancora nella condizione di ritornare a modelli di crescita sostenibile come in passato ed i mercati azionari scontano cose che, così come non si sono realizzate negli ultimi 18 mesi, non si possono realizzare neppure nei prossimi dodici” sottolinea Maurizio Novelli per il quale il recente e pronunciato calo della volatilità evidenzia che i mercati finanziari sono in una fase di attesa per verificare se le aspettative si realizzeranno oppure dovranno rivedere gli scenari che hanno già incorporato nei prezzi di alcune asset class.

Il problema è che dove i prezzi incorporano già uno scenario atteso si evidenziano posizioni già decisamente long ed una propensione al rischio alta. “La mia previsione rimane coerente con la view macro che da tempo trova conferme. La ripresa sarà ancora una volta una delusione. I tassi rimarranno bassi e l'equity dovrà confrontarsi con aspettative di profitti troppo alti per il contesto in cui ci troviamo” commenta Maurizio Novelli che poi conclude: “La domanda a cui dovremo rispondere entro i prossimi mesi è se i tassi a zero saranno ancora sufficienti a mantenere alta la propensione al rischio”.
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