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Perché ricercare opportunità nell’Eurozona

5 Maggio 2014 11:50
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Un anno nel quale le economie sviluppate fungeranno da motore dello sviluppo e quelle emergenti da inseguitrici. Con gli USA già avviati alla ripresa e l’Eurozona, seppure in ritardo, in lento e graduale miglioramento. Uno scenario nel quale i risparmiatori non dovrebbero però trascurare le opportunità presenti, e quelle che si delineeranno nei prossimi mesi, nella zona dell’Euro e anche in Italia, soprattutto se le azioni dell’Europa e del nuovo governo Renzi sapranno ripristinare la fiducia delle imprese e dei consumatori. È questa la visione tratteggiata per il 2014 da John Greenwood, Chief Economist of Invesco.

“Dal punto di vista della crescita economica, i progressi nel risanamento dei bilanci sono strettamente correlati all'andamento della crescita economica dal 2009, con gli USA in testa e l'Eurozona in ritardo” ha dichiarato John Greenwood che ha poi aggiunto: “Lo stesso posizionamento generale vale anche per la performance relativa dei mercati azionari negli ultimi 3-5 anni. Questo però significa anche che l'eventuale ripresa nell'Eurozona è stata meno scontata nei mercati rispetto alle riprese più ovvie negli USA e altrove”.

Per John Greenwood, inoltre, dal momento che i bilanci del settore finanziario devono ulteriormente correggersi nell'Eurozona, i rendimenti delle obbligazioni dovrebbero ulteriormente abbassarsi. Allo stesso modo, con le famiglie che devono ancora tornare ai normali livelli di indebitamento pre-crisi, la spesa delle famiglie in futuro è destinata a crescere.

“Di conseguenza, nonostante il ritardo dell'Eurozona nel processo di risanamento dei bilanci, non è il caso di trascurare gli investimenti nell'area euro. Al contrario, le prospettive di miglioramento dei bilanci per il futuro dovrebbero incoraggiare gli investitori e i risparmiatori a cercare opportunità nell'Eurozona” sottolinea John Greenwood che, per quanto riguarda in particolare l’Italia, ritiene che la speranza sia che il recente cambio di governo e le prospettive di una ripresa generalizzata dell'attività in Europa possano giovare alla fiducia delle imprese e dei consumatori, dando una forte spinta al mercato azionario.

Le ultime considerazioni, John Greenwood le ha infine riservate ai paesi emergenti. L’economista ha puntualizzato che la contrazione dei flussi di capitali hanno fatto registrare un'inversione rispetto alla tendenza positiva registrata da questi mercati tra il 2009 e il 2012. Inoltre le banche centrali dei mercati emergenti stanno adottando una politica restrittiva. A peggiorare ulteriormente la situazione si sono poi aggiunti il rallentamento del commercio mondiale e l'indebolimento delle valute di questi paesi. La Cina, in particolare, sta avendo grandi difficoltà nell'arginare la crescita del credito non bancario (o credito delle "banche ombra").

“Di conseguenza, con le economie emergenti ancora in fase di adattamento ai problemi autoimposti ma ancora dipendenti dalle economie sviluppate per la crescita trainata dalle esportazioni, è probabile che quest'anno sia caratterizzato da una ripresa graduale, con le economie sviluppate a fungere da locomotiva” è stata a conclusione di John Greenwood.
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