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Perché la Nuova Zelanda è tornata interessante

9 Aprile 2014 09:10
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Negli ultimi giorni di marzo il protagonista sul mercato dei cambi (Forex) è stato il kiwi, com’è chiamato in gergo tecnico dagli operatori di cambio il dollaro neozelandese. La divisa di Wellington si è infatti rivalutata guadagnando diverse posizioni rispetto alle principali valute internazionali: dall’euro allo yen giapponese fino al dollaro statunitense. Il fixing dollaro neozelandese (NZD)/dollaro US ha registrato nuovi picchi che non si vedevano dal’estate 2011. La valuta neozelandese è stata sostenuta dal brillante dato sulla bilancia commerciale che ha mostrato un surplus commerciale ben più alto delle stime degli analisti: il kiwi, inoltre beneficia anche della possibilità che la Cina possa promuovere politiche economiche espansive dopo i recenti dati macroeconomici deludenti.

Secondo gli analisti finanziari, se la valuta di Wellington dovesse anche solo stabilizzarsi senza quindi crescere ulteriormente, potrebbe creare le premesse per un investimento sui bond neozelandesi che godono di particolari punti di forza.

In primis i rendimenti: a un anno pagano attualmente il 3,25%, a 4 anni il 3,89% e a 6 anni il 4,32%. In secondo luogo il rating dei titoli di stato: tripla A per Moody’s e doppia A per Standard & Poor’s e Fitch.
Poi il costo dei CDS (Credit Default Swap) a 5 anni a quota 46, cioè per ogni 100 dollari neozelandesi in portafoglio ne occorrono soltanto 0,46 per salvaguardarsi da un potenziale default.

Per ultimo, però, un suggerimento importante. Come tutti gli investimenti anche quello in bond neozelandesi deve essere fatto con cognizione di causa e consapevoli dei rischi che si corrono: per limitarli al massimo, è bene dedicare una piccola percentuale del giardinetto obbligazionario a questa asset class utilizzando fondi specializzati che consentono di diversificare l’investimento.
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