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La grande distribuzione accelera negli emerging markets

3 Marzo 2014 09:10
financialounge -  distribuzione grande distribuzione mercati emergenti
Il fatturato della grande distribuzione a livello mondiale si attesta a 4.300 miliardi di dollari circa (3.140 miliardi di euro). I primi 10 gruppi sfiorano il 30% del fatturato totale e includono 5 gruppi statunitensi (WalMart Stores, Costco Wholesale, The Kroger, The Home Depot, Target Corporation), tre sono tedeschi (Schwarz Unternehmens Treuhand, Metro, Aldi), uno francese (Carrefour) e uno del Regno Unito (Tesco). Quindi nessun gruppo appartiene ai paesi in via di sviluppo che, tuttavia, affollano la graduatoria relativa alla top ten della crescita dei ricavi del quinquennio 2007- 2012.

Infatti a parte l’olandese Jumbo holding, e le americane Apple Strores, Amazon.com e Bi-Lo Holding, sono tutti emerging markets i best performer degli ultimi 5 anni: dalla cinese Chongqing department store alla russa Ojsc Dixi Group, dalla turca Bim alla sudafricana Steinhoff, dalla russa Open joint Magnit fino alla società di Hong Kong China Resource. Un trend che ha visto una accelerazione nell’ultimo anno con la crescita dei ricavi del retail in Sudamerica del 14,7% quelli relativi all’Africa / Medio Oriente del 13,5%, quelli dell’Asia Pacifico del 4,9%, il giro d’affari nel Nord America del 4,8% e quello in Europa del 4,5%.

A questo andamento, assolutamente favorevole alla grande distribuzione nei paesi in via di sviluppo, se ne aggiunge uno strutturale relativo ai margini. L’esempio dell’Italia è illuminante. Il margine commerciale, calcolato come differenza tra il fatturato e i costi di acquisto mostra una forbice superiore di circa tre punti percentuali rispetto alla media europea e Nordamericana: quando però si confrontano gli Ebit (margini operativi netti) i margini non solo si chiudono ma si inverteno a favore delle compagnie estere che sopportano costi energetici notevolmente inferiori e spese di logistica meno onerose.
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