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L’America dice no a un nuovo shutdown

12 Dicembre 2013 10:00
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Repubblicani e Democratici del Congresso americano hanno raggiunto un accordo per il finanziamento del budget americano dei prossimi due anni. L’accordo dovrà essere votato dalla Camera, probabilmente la prossima settimana, e successivamente dal Senato. Se l’accordo verrà ratificato potrebbe essere una buona opportunità per gli Stati Uniti per creare un contesto più stabile e abbattere il rischio legato al finanziamento del bilancio che ha creato lo shutdown nell’ottobre scorso.

I punti fondamentali del compromesso sono un aumento della spesa nel corso dei prossimi due anni di 45 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2014 (a 1.102 mila miliardi di dollari) e di 19 miliardi di dollari (a 1.014 mila miliardi di dollari). Ulteriori entrate per coprire le spese verranno da aumenti di tariffe o tagli alle pensioni dei dipendenti federali e militari. Il sistema di tagli automatici, il cosiddetto Sequester, resta immutato.

L’accordo non include l’estensione delle assicurazioni sulla disoccupazione, e lascia quindi che queste garanzie, che riguardano circa 1,3 milioni di cittadini, vadano a scadenza all’inizio del prossimo anno. Inoltre il testo non prevede un incremento del tetto del debito che verrà probabilmente raggiunto il 7 Febbraio 2014.

“L’accordo non è particolarmente innovativo. Non segna alcun significativo progresso nè sotto il profilo fiscale che nel senso delle riforme, tuttavia pensiamo che sia un passaggio importante soprattutto perchè si tratta del primo accordo bipartisan sul budget dal 1986” dichiara Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management che poi aggiunge:

“Ciò potrebbe significare che le due parti politiche che negli ultimi anni hanno visto una forte radicalizzazione delle posizioni che ha causato anche immobilismo e gravi problemi all’economia come il già citato shutdown, stiano trovando il modo di conciliare le diverse posizioni. Inoltre anche se l’impatto diretto in termini di riduzione del deficit è modesto e pari a circa 22,5 miliari di dollari nei prossimi dieci anni pensiamo che rimuova l’incertezza fiscale e elimini il rischio di un nuovo shutdown a gennaio e ottobre 2014.
La gestione del debito americano sarà meno preoccupante per i mercati nel prossimo anno e non solo per le novità sul budget ma anche perchè il deficit è stato già fortemente ridimensionato. Basti pensare che il rapporto deficit/PIL che era pari a circa il 10% nel 2009 si porterà probabilmente al di sotto del 4% a fine 2013”.

L’economia americana ad ottobre ha subito una fase di moderazione dell’attività economica legata allo shutdown, ma già a novembre i dati economici hanno mostrato un graduale raffozamento. L’ultimo report sul mercato del lavoro e il calo del tasso di disoccupazione in calo al 7% hanno evidenziato chiaramente una fase di accelerazione.

“Ciò potrà indurre maggiore pressione sulla Fed che difficilmente nelle prossime due riunioni di dicembre o gennaio potrà trovare ulteriori motivazioni per posticipare ulteriormente l’annuncio del tapering che sta ancora condizionando i mercati. Una decisione imminente potrebbe eliminare un altro elemento di incertezza per i mercati e consentire un inizio di 2014 con prospettive più chiare e definite.
La ratifica dell’accordo sul budget e l’annuncio del tapering potrebbero assecondare ancora quel processo di rotazione dei portafogli dall’obbligazionario all’azionario che è ancora in corso e che potrebbe delineare un 2014 ancora favorevole per le asset class a rischio” ha concluso Maria Paola Toschi.
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