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Strada impervia per alle materie prime: bisogna essere selettivi
19 Agosto 2013 20:00


Una crescita globale che arranca e il recente rallentamento della Cina, tipicamente affamata di risorse, sono due fattori che hanno creato più di un problema ai mercati delle materie prime quest'anno. Ed è probabilmente avendo questa situazione bene impressa nella mente che di recente 300 clienti si sono dati appuntamento al quartier generale di Credit Suisse di New York per il terzo Commodities Day annuale. Un'occasione che non ha mancato di offrire spunti e temi di discussione.
Il super-ciclo delle commodity è finito
Innanzi tutto, gli esperti di Credit Suisse hanno messo in chiaro una cosa: l'era dei rialzi costanti delle materie prime, definita anche il super-ciclo delle commodity (in inglese "commodities supercycle"), che ha caratterizzato tutto l'ultimo decennio, è ormai finita. Gli esperti, a questo punto, si aspettano che i prezzi "restino sotto pressione almeno fino alla fine dell'anno". Non solo: le quotazioni non si muoveranno più al rialzo e al ribasso tutte insieme, come hanno fatto negli ultimi cinque anni. Ed è per questa ragione che gli investitori e i trader dovranno focalizzarsi sulle specifiche dinamiche di domanda e offerta per ogni singola commodity. Il rame e i minerali ferrosi, ad esempio, sono attesi muoversi al ribasso perché in entrambi i casi le offerte sono sempre maggiori mentre la domanda è in fase calante. Al contrario, la domanda di palladio dovrebbe restare robusta grazie alla robusta crescita del mercato dell'auto cinese.
I mercati petroliferi
I prezzi del petrolio Brent sono scesi dal massimo di 118,90 dollari registrato a febbraio fino a sotto i 100 dollari dell'inizio di luglio. Gran parte degli investitori ritiene che il declino continuerà. Credit Suisse, di recente, ha tagliato le proprie previsioni sul Brent per i prossimi sei mesi portandole da 112 a 108 dollari, per via delle “preoccupazioni circa la crescita dei consumi, data l'ancora fragile ripresa statunitense”, così come pesa il rischio di un rallentamento dei mercati emergenti.
Tuttavia, in un'ottica di medio termine, gli analisti di Credit Suisse specializzati in petrolio sono ottimisti sui prezzi, facendo notare che l'offerta globale dovrebbe restare stretta quest'anno, almeno fino a che le sanzioni internazionali continueranno a tenere il petrolio iraniano al di fuori dei mercati europei e degli altri grandi mercati. Nel lungo termine, dicono gli analisti, i mercati più sviluppati useranno meno petrolio, e i mercati emergenti potrebbero vedere un simile declino nel giro di un decennio. È per questo che in un orizzonte di lungo termine gli analisti si aspettano comunque un movimento verso il basso delle quotazioni dell'oro nero.
I metalli di base e quelli preziosi
Sebbene, tra i metalli di base, qualcuno ritiene che il rame possa essere quello che performerà meglio il prossimo anno, il team di Credit Suisse specializzato in commodity ritiene al contrario che i prezzi possano scendere ancora. Il motivo, secondo gli analisti, è che "il rame è il metallo dell'Lme che è stato sopravvalutato in misura maggiore". Guardando invece ai metalli preziosi, gli investitori che hanno partecipato all'evento di Credit Suisse hanno mostrato di essere pessimisti sull'oro e ottimisti sul palladio.
Gli analisti di Credit Suisse, dal canto loro, mantengono un outlook al rialzo ("bullish") sul palladio e credono che l'offerta, intorno al 2016, non riuscirà a soddisfare la domanda, ragion per cui i prezzi dovrebbero salire. Tuttavia, gli esperti di Credit Suisse rilevano anche che gli Etf, gli investitori e i fondi rappresentano il 50% della domanda annua di palladio, rendendo così il metallo prezioso "vulnerabile a un selloff (vendite generalizzate, ndr) se gli investitori cominceranno a temere un rallentamento macroeconomico globale".
Il super-ciclo delle commodity è finito
Innanzi tutto, gli esperti di Credit Suisse hanno messo in chiaro una cosa: l'era dei rialzi costanti delle materie prime, definita anche il super-ciclo delle commodity (in inglese "commodities supercycle"), che ha caratterizzato tutto l'ultimo decennio, è ormai finita. Gli esperti, a questo punto, si aspettano che i prezzi "restino sotto pressione almeno fino alla fine dell'anno". Non solo: le quotazioni non si muoveranno più al rialzo e al ribasso tutte insieme, come hanno fatto negli ultimi cinque anni. Ed è per questa ragione che gli investitori e i trader dovranno focalizzarsi sulle specifiche dinamiche di domanda e offerta per ogni singola commodity. Il rame e i minerali ferrosi, ad esempio, sono attesi muoversi al ribasso perché in entrambi i casi le offerte sono sempre maggiori mentre la domanda è in fase calante. Al contrario, la domanda di palladio dovrebbe restare robusta grazie alla robusta crescita del mercato dell'auto cinese.
I mercati petroliferi
I prezzi del petrolio Brent sono scesi dal massimo di 118,90 dollari registrato a febbraio fino a sotto i 100 dollari dell'inizio di luglio. Gran parte degli investitori ritiene che il declino continuerà. Credit Suisse, di recente, ha tagliato le proprie previsioni sul Brent per i prossimi sei mesi portandole da 112 a 108 dollari, per via delle “preoccupazioni circa la crescita dei consumi, data l'ancora fragile ripresa statunitense”, così come pesa il rischio di un rallentamento dei mercati emergenti.
Tuttavia, in un'ottica di medio termine, gli analisti di Credit Suisse specializzati in petrolio sono ottimisti sui prezzi, facendo notare che l'offerta globale dovrebbe restare stretta quest'anno, almeno fino a che le sanzioni internazionali continueranno a tenere il petrolio iraniano al di fuori dei mercati europei e degli altri grandi mercati. Nel lungo termine, dicono gli analisti, i mercati più sviluppati useranno meno petrolio, e i mercati emergenti potrebbero vedere un simile declino nel giro di un decennio. È per questo che in un orizzonte di lungo termine gli analisti si aspettano comunque un movimento verso il basso delle quotazioni dell'oro nero.
I metalli di base e quelli preziosi
Sebbene, tra i metalli di base, qualcuno ritiene che il rame possa essere quello che performerà meglio il prossimo anno, il team di Credit Suisse specializzato in commodity ritiene al contrario che i prezzi possano scendere ancora. Il motivo, secondo gli analisti, è che "il rame è il metallo dell'Lme che è stato sopravvalutato in misura maggiore". Guardando invece ai metalli preziosi, gli investitori che hanno partecipato all'evento di Credit Suisse hanno mostrato di essere pessimisti sull'oro e ottimisti sul palladio.
Gli analisti di Credit Suisse, dal canto loro, mantengono un outlook al rialzo ("bullish") sul palladio e credono che l'offerta, intorno al 2016, non riuscirà a soddisfare la domanda, ragion per cui i prezzi dovrebbero salire. Tuttavia, gli esperti di Credit Suisse rilevano anche che gli Etf, gli investitori e i fondi rappresentano il 50% della domanda annua di palladio, rendendo così il metallo prezioso "vulnerabile a un selloff (vendite generalizzate, ndr) se gli investitori cominceranno a temere un rallentamento macroeconomico globale".