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Segnali di ripresa dagli USA e niente hard lading per la Cina

28 Giugno 2013 20:00
financialounge -  BCE brasile cina Credit Suisse crescita economica Eurozona giappone india investimenti politica monetaria quantitative easing Robert Parker Russia tassi di interesse USA
financialounge -  BCE brasile cina Credit Suisse crescita economica Eurozona giappone india investimenti politica monetaria quantitative easing Robert Parker Russia tassi di interesse USA
Nell'ultimo "Market update" di giugno, Robert Parker, Head Strategic Advisory Group di Credit Suisse, fa il punto sui principali dati economici mondiali dei diversi paesi e aree geografiche per tentare di comprendere cosa possono implicare a livello globale.

Stati Uniti
Secondo Parker, gran parte delle componenti dell'economia statunitense stanno cominciando a mostrare una ripresa nella domanda e nell'attività. Perciò, nonostante i vincoli dei tagli alla spesa pubblica, la crescita reale potrebbe migliorare fino al 2,5 per cento. In tale contesto, la banca centrale americana Federal Reserve (Fed) dovrebbe via via rallentare il programma di quantitative easing (qe).
"Ipotizzando che la crescita possa essere mantenuta vicino al 2,5% - nota Parker - ha poco senso mantenere l'attuale programma di qe da 85 miliardi di dollari. Tuttavia il processo di inversione di marcia dal qe sarà lento e lo scenario base prevede una riduzione del programma a 50 miliardi per mese nel corso del quarto trimestre del 2013 per poi ridurre ed eventualmente eliminare il qe entro la metà del 2014".
Così, ogni aumento del tasso sui Fed funds sarà rimandato al tardo 2014 o all'inizio del 2015.

Eurolandia
A parere Parker, nei paesi dell'area dell'euro la recessione dovrebbe terminare verso la fine del terzo trimestre del 2013. "I recenti dati - osserva l'esperto del Credit Suisse - mostrano soltanto un moderato miglioramento". Guardando invece alla Banca Centrale Europea (BCE), la politica monetaria dovrebbe restare grosso modo invariata con il tasso di interesse di riferimento a 50 punti base. "Le condizioni dei mercati del capitale dell'Eurozona - osserva Parker - si sono stabilizzate, con gli spread sui rendimenti dei titoli decennali italiani e spagnoli rispetto al Bund tedesco rispettivamente a 290 e 320 punti".

Giappone
Le misure adottate dal Giappone, a detta di Parker, dovrebbero generare il mantenimento per il 2013 di una crescita intorno al 3% con la fine della deflazione. Tuttavia, mette in guardia l'esperto, "ci sono rischi significativi che l'economia nipponica possa rallentare nel 2014, con il governo costretto a modificare la propria posizione fiscale".

Cina
Il pericolo di un "atterraggio non morbido", in gergo finanziario "hard landing" per l'economia cinese, a parere di Parker, è minimo. "Mentre la crescita cinese dovrebbe avere rallentato nel secondo trimestre del 2013 a meno del 7,5% - dice - nel secondo semestre si dovrebbe risalire sopra il 7,5%, perciò il rischio di un hard landing resta basso".

Brasile, India, Russia
La crescita economica sta cominciando a migliorare in Brasile, al punto che secondo Parker un progresso del PIL a circa il 3,5% annualizzato nel secondo semestre del 2013 è "realistico". Viceversa, qualsiasi ripresa nella domanda e nell'attività in Russia e India, a parere di Parker, dovrebbe restare "moderata".
Già nel primo semestre dell'anno in corso, la crescita russa è stata poco brillante e sotto il 2% annualizzato. Secondo Parker, il problema centrale è la fuoriuscita di capitali, per non parlare del basso livello di spesa per investimenti. Alla luce di ciò, ogni progresso della crescita nel secondo semestre si tradurrà in una crescita annualizzata di meno del 2,5% annuo.
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