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Volatilità dei mercati, niente decisioni emotive, ecco alcuni consigli pratici

9 Settembre 2015 12:45
financialounge -  cina Edoardo Ugolini emotività Gianrito Nicodemo Guglielmo Di Gioia Marcel Zimmermann Pasquale Corvino volatilità Zest Asset Management
La situazione sui mercati finanziari resta ancora piuttosto indecifrabile. I dubbi sulla qualità e sulla quantità della crescita cinese, nonché sulla data del prossimo rialzo dei tassi americani da parte della Fed combinati con una pessima gestione della vicenda greca, una svalutazione inattesa del renminbi e di molte valute emergenti e il calo delle quotazioni delle materie prime (petrolio in testa), hanno risvegliato la volatilità dei mercati in maniera brusca determinando fasi di vero e proprio panico come quelle viste tra il 24 e il 25 agosto scorso. Tuttavia, è proprio in fasi come queste che il risparmiatore non deve assumere decisioni emotive e mantenere la calma ragionando sui punti fermi. In tal senso siamo andati ad analizzare l’ultima newsletter mensile (agosto 2015) pubblicata da Zest Asset Management che, a nostro avviso, fornisce interessanti indicazioni.

“Riteniamo che questa sia una correzione e non l’inizio di un bear market, (mercato con gli indici che tendono al ribasso) salvo che non si delinei una recessione economica che per adesso non è all’orizzonte” fa presente per esempio Edoardo Ugolini, Portfolio Manager del comparto Zest Absolute Return Var 4 di Zest Asset Management: il fondo ha una duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) molto ridotta nell’ambito della componente obbligazionaria e, inoltre, rivela di aver aperto una piccola posizione sui titoli H-SHARES (le azioni cinesi quotate alla Borsa di Hong Kong) che, secondo il gestore, a questo punto, mostrano delle basse valutazioni che non sono giustificate dai dati macro a disposizione.

Tale opinione è condivisa anche da Marcel Zimmermann, Portfolio Manager del comparto Zest Emerging Markets, il quale spiega che la caduta in agosto del 12,7% dell’indice H-shares a Hong Kong ha spinto le valutazioni di questi titoli ad un livello più basso persino di quello che avevano nella Grande Crisi Finanziaria del 2007/8.

Nella stessa newsletter mensile, il loro collega Guglielmo Di Gioia, Portfolio Manager del comparto Zest Dynamic Opportunities preferisce puntare l’attenzione sul fatto che la capitolazione dei mercati finanziari globali è stata provocata dal “terrore” di possibili rallentamenti economici in similitudine con quanto accaduto nell’ottobre del 2014.

“Questa volta però gli effetti si sono amplificati in quanto si è aggiunta l’ansia per l’avvicinarsi del prossimo meeting della FED del 16-17 settembre, nel quale potrebbe scattare l’aumento dei tassi americani. La crescita globale sta viaggiando ad un ritmo inferiore alla media standard, tuttavia non sembra esserci ancora evidenza, nei dati macroeconomici, circa una possibile nuova contrazione violenta. La Cina, sebbene stia sicuramente rallentando, continua comunque a crescere ad un buon ritmo e, inoltre, esistono margini per ulteriori interventi di carattere monetario o fiscale qualora dovessero rendersi indispensabili” puntualizza Guglielmo Di Gioia, secondo il quale, tuttavia, l’impatto del rallentamento cinese è spesso sovrastimato.

Le esportazioni tedesche verso la Cina, sottolinea infatti il manager, rappresentano circa il 7% del totale dell’export tedesco, una percentuale prossima a quanto esportato dalla Germania verso li Regno Unito (un paese con 1/20 della popolazione cinese) o verso l’Olanda (un paese con addirittura 1/80 della popolazione della Cina). Come dire che, per quanto sia esteso il mercato cinese, al momento ha un peso specifico paragonabile ad altri che stanno mostrando una sostanziale tenuta o segnali di ripresa rispetto al recente passato.

“Pertanto, se si esclude lo scenario di contrazione severa, la recente correzione dei mercati non deve essere considerata come l’inizio di un prolungato bear market (mercato al ribasso)” conclude Guglielmo Di Gioia mentre Pasquale Corvino, Portfolio Manager del comparto Zest Derivatives Allocation, ammette di aver utilizzato la recente volatilità dei mercati per aumentare il livello di investito lordo, lasciando però immutato il livello netto (ovvero la differenza tra le posizioni al rialzo e direzionali del fondo e quelle al ribasso). “Siamo consapevoli dei rischi esistenti e ci attendiamo che i prossimi mesi siano ancora caratterizzati da livelli di volatilità elevati, così come non possiamo escludere ulteriori debolezze: tuttavia non possiamo ignorare questa che consideriamo un’opportunità significativa”.

Opportunità che intravede pure, relativamente al proprio universo di investimento, Gianrito Nicodemo, Portfolio Manager del comparto Zest Mediterraneus Absolute Value. “Siamo convinti che l’attuale movimento di mercato stia generando una serie di opportunità d’investimento in Europa e, più in particolare, nell’area Mediterranea dal momento che le economie di quest’ultima risultano meno connesse a quelle dei paesi emergenti. Inoltre tali economie beneficiano in maniera diretta degli acquisti dei titoli da parte della BCE nell’ambito del QE (Quantitative Easing)” sostiene il manager che poi aggiunge: “Di conseguenza, abbiamo deciso di cogliere questa occasione per incrementare la nostra esposizione al mercato in ottica di medio periodo. Un approccio che abbiamo deciso di adottare forti dei nostri recenti incontri con il management di varie società nel corso dei quali ci è stata segnalata una ripresa dell’economia interna all’Unione Europea”.
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