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Mercato azionario, la correzione apre opportunità di acquisto a Wall Street e Tokyo

Per Ugolini (Zest AM) l’Europa resta un'incognita e i BTP condizionati dalla politica domestica. Il dollaro rimane forte grazie al rialzo dei tassi a lungo termine, e le valute dei mercati emergenti deboli.

12 Ottobre 2018 11:50

Negli ultimi giorni i mercati azionari hanno subito dei forti cali ma è anche vero che, mentre l’indice S&P500 lo scorso mese ha segnato nuovi massimi e l’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokyo ha registrato una forte ripresa, gli indici europei e quelli dei mercati emergenti hanno continuato a stagnare. I motivi principali sono da ricercare, secondo Edoardo Ugolini , Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], in una politica che punta in modo esplicito ad una forte crescita economica e ad un incremento degli utili per azioni (eps) in costante rialzo. Alla luce di questa sua convinzione, mentre la situazione in Europa resta di più difficile interpretazione, l’esperto ritiene possibile che fino a novembre possano proseguire nel mercato azionario i trend rialzisti in atto a Wall Street e a Tokyo: una correzione diventerebbe pertanto una opportunità di acquisto.

EUROPA TUTTA DA DECIFRARE


Infatti, se le politiche fiscali più espansive costituiscono un supporto alla crescita, è altrettanto vero che le tensioni politiche fungono da freno: tradotto in pratica, gli investitori devono trattare l’equity Europa in maniera opportunistica. Diverso, invece, il discorso sui mercati emergenti (in particolare quello della Cina): dal momento che evidenziano attualmente valutazioni estremamente basse, devono essere seguiti con estrema attenzione se dovessero registrare un recupero del trend ribassista del 5/10%.

LE POSIZIONI AZIONARIE IN PORTAFOGLIO


Precisato questo, Edoardo Ugolini da oltre una settimana ha un’esposizione leggermente short (ribassista) sui mercati azionari europei e statunitensi per un ammontare totale del 6,5%, di cui circa il 50% sull’indice S&P 500: inoltre non sono presenti in portafoglio banche europee.

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NESSUN ALLARME TASSI USA


Passando all’ambito obbligazionario, Edoardo Ugolini reputa non allarmante il recente aumento dei rendimenti dei tassi USA soprattutto nella parte a medio e lungo termine, cioè tra 5 e 30 anni. “Ci si attende un’economia solida e, di conseguenza, tassi un po’ più alti in linea con un livello di inflazione un po’ più sostenuto, in particolare per la crescita dei salari medi, sebbene si parta da livelli bassi” specifica l’esperto.

ATTENZONE AI BTP E AGLI HIGH YIELD


Il quale è convinto che i rendimenti obbligazionari dovrebbero continuare la loro ascesa visto che la Federal Reserve  resterà relativamente benigna almeno fino alle lezioni americane di mid term previste per novembre. Attenzione poi ai BTP (da maneggiare in modo opportunistico in quanto condizionati dalla politica domestica) e alle obbligazioni high yield, che dovrebbero finire sotto pressione a causa del costo di rifinanziamento in rialzo. "Abbiamo da tempo uno short (posizione ribassista) sul future BTP 3 anni pari al 10,5% a copertura della posizione in portafoglio di alcuni Bot 14/6/19 e Ctz 10/30/19: inoltre abbiamo una piccola quota short (ribassista) sia sui Bund tedeschi a 30 anni (pari al 3,3% del portafoglio) e sia sugli  OAT francesi a 10 anni (3,5%)".

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DOLLARO FORTE E MONETE EMERGENTI DEBOLI


Infine, sempre per effetto del rialzo dei tassi USA a lungo termine e allo spread (extra rendimento) che si allarga rispetto alle altre aree valutarie, il dollaro americano dovrebbe restare ben intonato. Di conseguenza, le valute dei paesi in via di sviluppo continueranno a restare deboli mentre l’andamento dell’oro dovrebbe essere laterale dal momento che non offre alcun rendimento al contrario dei Treasury bill USA che rendono il 2,25% in dollari.
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