Contatti

Alberto Conca

Perché le azioni sono la scelta migliore per il 2019

Pur non trascurando i segnali di rischio, secondo Conca (Zest AM) la correzione ha riportato le valutazioni delle azioni su livelli convenienti, soprattutto in Europa

22 Febbraio 2019 07:00

I mercati azionari restano influenzati dalle prospettive per l’andamento dell’economia a livello globale che rimangono ancora incerte a causa dei leading indicators, cioè tutti quei tipi di indicatori economici utilizzati per predire l'evoluzione del ciclo economico. Indicatori che mostrano, in particolare in Europa, un trend di forte rallentamento in particolare nella seconda metà del 2018. Tuttavia, come fa notare Alberto Conca, Responsabile della Gestione dei Fondi di Investimento di ZEST Asset Management, quando la percentuale di paesi con il Composite leading indicator (Cli) in espansione mese su mese raggiunge i minimi (come sembrerebbe essere ora), di solito nello spazio di pochi mesi l’economia globale ricomincia ad accelerare la sua crescita.

Si può dire che, alla luce anche del recupero registrato nelle prime settimane del 2019, si sia trattato di una correzione fisiologica del mercato che mantiene il proprio trend rialzista di lungo periodo?


“Credo sia necessario fare delle precisazioni. I mercati azionari hanno iniziato la correzione nel quarto trimestre 2018 perché emergevano evidenti segnali di rallentamento economico, le cui cause sono da ricercarsi principalmente nella guerra commerciale Cina-Usa e nell’inasprimento delle politiche monetarie. Non definirei la correzione fisiologica, appunto perché persistono segnali di rischio. In particolare due dei paesi più importanti in Europa come Germania e Italia sono in recessione, c’e’ il rischio di una “Hard Brexit” con possibili conseguenze macro (anche se a mio avviso sarebbero transitorie). La Federal Reserve e la Bce in particolare hanno preso nota dei segnali provenienti dai mercati finanziari e dall’economia ed hanno segnalato la loro disponibilità a togliere il piede dall’acceleratore - Fed - o a continuare nelle politiche di accomodamento – Bce - dando respiro ai mercati”.

Quindi le banche centrali continuano a vigilare sui mercati?


“Secondo me, nonostante le critiche che ricevono continuamente, le banche centrali stanno facendo un lavoro egregio iniziato nel 2008 e non ancora concluso dal momento che le economie occidentali sono ancora molto fragili, Europa in primis, per tanti problemi mai risolti, sebbene questo sia un discorso complesso e molto legato all’incapacità della politica di prendere decisioni serie anziché procrastinare le scelte. Cosa può cambiare il percorso? Il pericolo maggiore è dato dai tassi di interesse; le economie occidentali sono altamente indebitate, quindi basta un piccolo rialzo dei tassi per bloccare la crescita economica. Questo lo abbiamo visto negli Stati Uniti nel mercato immobiliare e delle auto. Un aumento di 100 punti base, pari all’1%, dei tassi oggi è molto più deleterio per l’economia rispetto a 15-20 anni fa, proprio perché il livello di partenza è molto basso, con i tassi reali, al netto cioè dell’inflazione, ancora negativi”.

Intravedete eccessi nel debito delle imprese e dei consumatori USA?


“In generale no. Le aziende hanno fatto una scelta razionale: hanno colto l’opportunità dei tassi bassi per bloccare il costo del debito. Se e quando saliranno i tassi e si arriverà al nodo del rifinanziamento dei debiti ci potranno essere società che andranno in crisi, ma credo sia fisiologico. Se i tassi salgono ad ogni modo significa che le economie sono sempre più vicine ad una situazione di normalità e quindi con meno bisogno dell’assistenza da parte delle banche centrali”.

I super ricchi americani hanno sempre più titoli azionari in portafoglio


I super ricchi americani hanno sempre più azioni in portafoglio





A proposito di banche centrali, la Fed è entrata in modalità ‘pausa’ nel proprio percorso di rialzo dei tassi e (forse) di riduzione del bilancio: quali i fattori da tenere d’occhio?


“Mercato del lavoro, in particolare. Vorrei continuare a vedere il “Labour Participation Rate” (la quota della popolazione attiva nella fascia di età 16-64 nell'economia statunitense attualmente occupata o in cerca di lavoro, ndr) continuare a salire, per mantenere la crescita dei salari sotto controllo e non inflattiva. Vedere risolta la guerra commerciale USA-Cina mentre, nel mercato immobiliare, verificare se questa pausa nel rialzo dei tassi a lungo termine, che in realtà però sono scesi, sarà in grado di fornire un impulso alla compravendita di case”.

In tutti i casi voi sostenete che i mercati azionari siano ancora il miglior posto dove investire nel 2019, per quali ragioni?


“Sicuramente in Europa è difficile trovare motivi per comprare obbligazioni in quanto i rendimenti sono davvero modesti. Diverso è per gli USA dove i rendimenti in dollari delle obbligazioni societarie sono tornati interessanti. La correzione sui mercati azionari ha riportato le valutazioni a livelli accettabili. L’Equity Risk Premium Implicito è tornato oltre il 5.5%, il che rende le azioni interessanti in ottica 18-24 mesi”.
Share:
Trending