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Eoin Walsh

Inizio d’anno positivo per le obbligazioni, ma attenzione ai prossimi test

Secondo Walsh (TwentyFour Asset Management) la caccia al rendimento è destinata a proseguire, ma per conoscere la forza del mercato obbligazionario saranno da seguire le prossime operazioni sui bond subordinati

di Redazione 11 Gennaio 2020 10:00

Nel 2019 il mercato obbligazionario ha riservato grandi soddisfazioni agli investitori. Sia coloro che hanno optato per i governativi che quelli che hanno preferito i bond societari e il debito emergente hanno potuto beneficiare di performance di tutto rispetto. Non stupisce che l’inizio del nuovo anno sia stato a ritmo sostenuto, alla luce anche del raggiungimento di un accordo di "fase uno" tra Washington e Pechino e dell’esito delle elezioni nel Regno Unito che ha spianato la strada alle negoziazioni riguardanti la Brexit.

58 MILIARDI DI EURO DI EMISSIONI IN DUE GIORNI


“L'uccisione lo scorso 3 gennaio del generale iraniano Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti ha generato timori che tuttavia sembrano essere, al momento, in gran parte rientrati. Ne hanno approfittato le banche d'investimento che, dopo i 27 miliardi di euro di bond collocati martedì 7 gennaio, hanno annunciato operazioni per 31 miliardi il giorno successivo” spiega Eoin Walsh, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel Asset management).

TASSI DI COPERTURA MOLTO SOSTENUTI


A quanti sollevano dubbi sulla consistenza dei flussi di acquisto, gli addetti ai lavori fanno notare che la maggior parte delle recenti operazioni hanno registrato dei tassi di copertura (rapporto tra domanda e offerta) molto sostenuti, con le nuove emissioni che hanno attratto una parte della domanda sul primario, togliendo un po' di pressione al mercato secondario.

OFFERTA AMPIA A LIVELLO GEOGRAFICO


Nuova offerta che si è rivelata piuttosto diffusa, con il settore finanziario e diversi emittenti aziendali, sia nel mercato investment grade che in quello ad alto rendimento, molto attivi in Europa, Regno Unito, Stati Uniti e nei mercati emergenti. Inoltre, le minori tensioni sulla Brexit hanno permesso la riapertura dei mercati obbligazionari in sterline, con emissioni promosse anche da parte di società europee. “Si tratta di un aspetto incoraggiante ma riteniamo probabile che nelle prossime settimane il duro lavoro necessario per negoziare un accordo commerciale tra Regno Unito e Unione Europea possa rallentare questo slancio” puntualizza Walsh.

Ecco perché i mercati emergenti avranno una marcia in più


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IL TEST DEL MERCATO? LE PROSSIME OPERAZIONI SUBORDINATE


Secondo il quale, sebbene la caccia al rendimento sia destinata a proseguire nelle prossime settimane, il vero misuratore dell’ampiezza della domanda del mercato lo potrebbero fornire le prossime operazioni subordinate. Per esempio Santander ha appena annunciato una nuova operazione di ‘contingent convertible’ o ‘CoCo’, che costituisce capitale Tier 1. Nel febbraio del 2019 la prima banca spagnola decise di non esercitare la “call option” e di non richiamare il bond, che ha una cedola del 6,25% valutando che fosse più conveniente estendere la durata del bond perpetuo, su cui pagava tassi inferiori a quelli del mercato in quel momento: i tassi che sarebbero stati applicati su una nuova obbligazione simile. “Sembra che quest’anno l’istituto sia invece intenzionato a farlo: se così fosse sarebbe un buon indicatore dell’appetito del mercato” conclude Walsh.
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