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Luc D'hooge

Messico, obbligazioni economiche dopo la correzione

D'hooge (Vontobel AM), che al momento mantiene un sovrappeso sulle obbligazioni messicane, attua una gestione attiva e flessibile per districarsi tra gli alti e bassi di mercato

15 Novembre 2018 09:37

Quando si parla di debito emergente è sempre importante ricordare che non si tratta di un universo indistinto. Anzi, esistono profonde differenze: non soltanto paesi con specifici problemi di sostenibilità finanziaria (come per esempio la Turchia e l’Argentina), ma anche quelli con buoni fondamentali e buone prospettive di sviluppo a medio-lungo termine. Tra questi ultimi, figura senz’altro il Messico che, tra il 2017 e il 2018, ha vissuto fasi altalenanti sia a livello economico e politico e sia, a cascata, nell’ambito delle asset finanziarie espressi in peso o di emittenti messicani.

CANADA CONTRARIO ALL’ACCORDO COMMERCIALE


Questa settimana, tanto per restare nell’attualità, le asset del paese hanno subito un altro contraccolpo sulla scia di alcuni rumours secondo i quali il partito Morena del presidente eletto Andrés Manuel López Obrador (aka AMLO) starebbe progettando di limitare le commissioni delle banche mentre il Canada avrebbe respinto le modifiche degli Stati Uniti al testo dell'accordo commerciale U.S.-Messico-Canada (USMCA).

ALTI E BASSI DAL 2017


Si tratta solo dell’ultimo episodio di tanti che, tra la fine del 2017 e gli ultimi mesi di quest’anno, hanno contraddistinto gli alti e bassi del Messico. Fino alle elezioni i timori del mercato erano focalizzati sulla prospettiva di un cambiamento dal regime in carica (e più liberale) verso una proposta del presidente AMLO a sinistra del centro-sinistra. Poi, le preoccupazioni si sono un po’ attenuate nel periodo che ha preceduto le elezioni in quanto l’obiettivo prioritario di AMLO, in qualità di sindaco di Città del Messico (carica che ha ricoperto prima di essere eletto presidente) era quello di ridurre la corruzione e la violenza.

VENTO A FAVORE DALLA FINE DELL’ESTATE


Poi, durante il periodo elettorale, grazie anche ai negoziati dell'USMCA che hanno fornito un gradito sollievo ai mercati, è spirato un vento a favore dalla fine dell'estate all'inizio dell'autunno. Adesso i mercati restano in attesa di vedere come si comporterà nei fatti AMLO una volta ottenuto il potere: il prossimo mese entrerà in carica a tutti gli effetti.

MOSSE IN CONTROTENDENZA


“In questo contesto, abbiamo agito contro il mercato (come è nel nostro stile). Tendiamo a costruire posizioni quando sul mercato prevale l’instabilità e la paura e a ridurle quando è in espansione” puntualizza Luc D'hooge, Head of Emerging Market Bond di Vontobel Asset Management. Entrando più nello specifico delle operazioni di portafoglio, l’esperto segnala, per esempio, gli acquisti effettuati alla fine del 2017, sulla scia di un mercato che cominciava a dare segnali al rialzo per poi passare ad un atteggiamento neutrale in primavera con il rally.

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A GIUGNO LE TENSIONI DEL NAFTA


A giugno, invece, la debolezza del mercato per le tensioni commerciali del NAFTA hanno permesso a Luc D'hooge di incrementare di nuovo le posizioni le quali, più di recente, hanno subito daccapo una riduzione. Tra le posizioni in portafoglio alleggerite quelle della Pemex , la compagnia petrolifera messicana, approfittando del fatto che i bond denominati in euro hanno registrato una perfomance migliore rispetto al mercato nelle prime fasi del sell-off (vendita di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità).

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PEMEX A RISCHIO DECLASSAMENTO


“Inoltre, riteniamo che la Pemex sia più rischiosa in quanto l’agenzia di rating Moody’s potrebbe declassarne il merito di credito al di sotto della soglia investment grade, che in genere genererebbe alcune vendite forzate” specifica Luc D'hooge. Il quale scatta un’ultima fotografia del debito messicano in portafoglio: viene mantenuto un sovrappeso alla luce del fatto che la recente sottoperformance ha reso le obbligazioni messicane molto economiche.
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