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Ecco perché i mercati emergenti avranno una marcia in più

Non solo Cina, Vontobel AM spiega perché nei prossimi anni i mercati emergenti saranno sempre più centrali nell’economia globale e come sfruttare i fattori di crescita

di Redazione 13 Novembre 2019 15:40
financialounge -  cina mercati emergenti Morning News Vontobel Am

Nell'ultimo World Economic Outlook rilasciato ad ottobre, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha proiettato la crescita del Pil mondiale per quest’anno al 3% (dal 3,6% del 2018) e al 3,4% per il 2020. Ma con una dinamica che vede sempre primeggiare i mercati emergenti, capaci di crescere del 3,9% quest’anno (contro l’1,7% dei mercati sviluppati) e del 4,6% il prossimo (contro sempre l’1,7% delle economie più sviluppate).

GLI EMERGENTI AVRANNO UNA MARCIA IN PIÙ ALMENO FINO AL 2023


Gli esperti del FMI prevedono che il Pil dei mercati emergenti continuerà a crescere molto più rapidamente di quello dei mercati sviluppati almeno fino al 2023. Tuttavia, nonostante i significativi progressi registrati negli ultimi due decenni, la cosiddetta trappola del reddito medio mina le prospettive future. “La crescita economica dei Paesi in via di sviluppo è stata trainata finora, oltre che dagli investimenti di capitale, anche dal miglioramento della produttività del lavoro e della partecipazione. Ma per il futuro, per stimolare la creazione di nuova ricchezza, i mercati emergenti dovranno sempre più spesso innovare” fa presente Brian Bandsma, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management.

FINTECH, CLOUD COMPUTING, INTERNET OF THINGS


A questo proposito, la diffusione delle più innovative tecnologie - come per esempio il fintech, il cloud computing e l’Internet of Things - sembrano destinate a produrre benefici soprattutto agli abitanti dei mercati emergenti più che a quelli ubicati nei paesi sviluppati. Ed è proprio in questo ambito che Bandsma individua interessanti opportunità: nell’investimento in queste tecnologie innovative e nel luogo della diffusione delle loro ricadute positive.

UNA CLASSE MEDIA SEMPRE PIÙ NUMEROSA


Grazie a molteplici fattori – dal contrasto alla corruzione all'avanzamento del capitale umano, dall'aumento del risparmio interno alle prudenti politiche fiscali e monetarie – la classe media dei paesi in via di sviluppo tenderà a ampliarsi rafforzando le previsioni secondo le quali la quota globale dei consumi sarà sempre più orientata verso i mercati emergenti.

MINORI COSTI PER L’ISTRUZIONE


Il tutto senza trascurare che la diffusione delle nuove tecnologie riduce gli spazi, i costi e favorisce il benessere delle popolazioni. “Per esempio, grazie ad internet, le barriere all'accesso e i costi dell'istruzione hanno registrato un significativo calo. Circa mezzo milione di studenti cinesi frequentano le università statunitensi ma, a differenza del passato quando la maggior parte di essi preferiva restare negli Stati Uniti dopo la laurea, ora a prevalere sono i laureati che ritornano in Cina” specifica Bandsma.

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PERCHÉ LA CINA RESTA L’OSSERVATA SPECIALE ANCHE PER I PROSSIMI 10 ANNI


L’esperto infine, non ha dubbi su quale sia il mercato emergente da tenere sotto stretta osservazione nei prossimi 10 anni: la Cina. “Il presidente Xi continua nel suo impegno nel progredire verso l'apertura al resto del mondo accettando anche le regole internazionali attuali. A questo punto se gli Stati Uniti proseguono nell’abusare del loro privilegio di esprimere la moneta di riserva universalmente diffusa, prima o poi vedranno scendere il valore del dollaro. Pechino è ora la seconda economia più grande del mondo e se mantiene un atteggiamento inflessibile e affidabile riguardo all'apertura del suo conto capitale, alla fine sfiderà il biglietto verde per questa posizione” conclude Bandsma.
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