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Felipe Villaroel

Dati economici USA, i mercati hanno bisogno di supporto al rally in atto

Oggi sono attesi i dati USA su mercato del lavoro, tasso di disoccupazione, reddito medio orario oltre a indici di fiducia dei consumatori e ISM Manufacturing Index

1 Febbraio 2019 11:16

Venerdì 1 febbraio è un giorno segnato in rosso sull’agenda degli appuntamenti economici per gli importanti dati economici statunitensi che potranno fornire un quadro più nitido dell’esatta situazione in cui versa la locomotiva del mondo. Infatti alle 14:30 verranno rilasciati i dati relativi al mercato del lavoro (i famosi Non-Farm Payroll, cioè i nuovi posti non agricoli), quelli inerenti al tasso di disoccupazione e al reddito medio orario, seguiti 90 minuti dopo dagli indici di fiducia dei consumatori a cura dell'Università del Michigan e dall'ISM Manufacturing Index.

DATI RILEVANTI PER IL CICLO


“Si tratta di dati estremamente rilevanti, soprattutto in una fase del ciclo come questa e dopo quanto accaduto negli ultimi mesi. Dati che possono determinare l’andamento dei mercati nei prossimi mesi, sia al rialzo che al ribasso” fa sapere Felipe Villarroel, Chartered Financial Analyst di TwentyFour AM (gruppo Vontobel).

IL QUADRO D’INSIEME RESTA POSITIVO


L’esperto, ricorda come, alla vigilia di dati così importanti, il quadro d’insieme dell’economia statunitense resti ancora positivo con un’inflazione bassa (1,9%), retribuzioni salariali in crescita su base annua al massimo degli ultimi nove anni (3,2%) e condizioni finanziarie che si possono definite ancora non eccessivamente restrittive, sebbene il sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità) abbia sicuramente contribuito a inasprirle come effetto dell’allargamento degli spread (extra rendimento delle obbligazioni societarie rispetto ai titoli di stato). Ma proprio per questo, sottolinea l’importanza di tutto quanto fornisca informazioni puntuali sullo stato di salute del consumatore statunitense, che rappresenta i due terzi della domanda aggregata dell'economia e quindi della formazione del PIL statunitense.

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UN CONSOLIDAMENTO DEI DATI DEL MERCATO DEL LAVORO


“Le nostre previsioni sono per un certo consolidamento, con i dati sui nuovi posti positivi ma certamente inferiori ai 312.000 del mese scorso. In parallelo, alla luce della moderazione dei prezzi al consumo, riteniamo che un tasso invariato su base annua delle retribuzioni orarie (3,2%) costituirebbe un input ideale per i mercati” rivela Felipe Villarroel che poi spiega che questo indicherebbe una sana crescita reale degli utili senza implicazioni sulle decisioni della Fed che potrebbe proseguire nella sua pausa sul ciclo di rialzo dei tassi, un aspetto quest’ultimo risultato di estrema importanza per il sensibile rimbalzo sui mercati di inizio anno.

IL SENTIMENT DEI CONSUMATORI


Per quanto riguarda più in particolare la fiducia dei consumatori, è senz’altro vero che una bassa disoccupazione e retribuzioni che registrano tassi di crescita superiori ai tre punti percentuali costituiscano aspetti fondamentali, ma è anche vero che i periodi di stress sui mercati tendono a mostrare degli effetti negativi sui consumatori americani con un certo ritardo. Il valore preliminare del sentiment dei consumatori misurato dall’Università del Michigan rilasciato il 18 gennaio aveva mostrato un forte calo (da 98,3 a 90,7) ma la sensazione, come riferisce  Felipe Villarroel, è che il dato finale potrebbe risultare un po' più alto rispetto all’opinione diffusa, data la stabilizzazione che si è registrata nella seconda metà del mese.

ISM MANUFACTURING ESSENZIALE PER SOSTENERE IL RALLY


Infine, sarà reso noto anche l’ISM Manufacturing che, per certi versi, potrebbe costituire il dato più critico. “I dati come l'ISM Manufacturing devono stabilizzarsi, altrimenti i mercati potrebbero reagire in modo anche piuttosto scomposto, in particolare nell’ambito degli asset più rischiosi. Infatti alla base del rally di inizio anno c’è stata la sensazione che le valutazioni fossero scese eccessivamente a dicembre rispetto a dati macro economici non certo pessimi. Ma se i nuovi dati confutassero questa sensazione, le valutazioni post-rally potrebbero iniziare a sembrare costose” puntualizza infatti l’esperto.

LE PREVISIONI DI BLOOMBERG


A questo proposito vale la pena ricordare che, sebbene  il dato di dicembre (54,1) non possa essere definito particolarmente negativo, due aspetti dell'ISM Manufacturing hanno spaventato i mercati. Il primo dei quali è stato il drastico calo mensile (rispetto ai 58,9 di novembre), il più marcato che si sia registrato negli ultimi anni. Il secondo, relativo alla componente dei nuovi ordini, che di solito viene considerata come predittiva per i mesi successivi, il cui si valore si è attestato a quota 51,1, il minimo da agosto 2016. Resta il fatto che secondo il consenso di Bloomberg, il valore dell'ISM Manufacturing di gennaio dovrebbe risultare praticamente invariato (54,0) a dicembre. In attesa dei dati ufficiali, Felipe Villarroel sottolinea l’importanza della qualità dei valori che saranno diffusi per supportare la tendenza dei mercati delineata da inizio anno.
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