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Coronavirus, qualsiasi ripresa globale assomiglierà a una "U" e non a una "V”

Occorre riuscire ad assicurare che non ci saranno troppi fallimenti e che tutti noi avremo ancora uno stipendio tra tre mesi, solo così, secondo Frank Häusler (Vontobel AM), l'economia dovrebbe tornare in carreggiata

di Leo Campagna 21 Marzo 2020 15:00

La vita e le attività economiche si stanno arrestando ovunque, per cercare di tamponare la rapida diffusione dell’epidemia da coronavirus ed è probabile che la zona euro e il Giappone registreranno almeno due trimestri consecutivi di contrazione economica. “Una recessione è inevitabile in Giappone, è molto probabile nella zona euro mentre la crescita negli Stati Uniti dovrebbe essere quasi zero per l'intero anno 2020: uno dei pochi punti luminosi è il 5% previsto per la Cina”, fa sapere Frank Häusler, chief strategist di Vontobel Asset Management, secondo il quale qualsiasi ripresa globale sarà lenta ad arrivare, e assomiglierà a una "U" piuttosto che a una "V”.

NESSUN SEGNALE CHE SIA COME LA GRANDE DEPRESSIONE DEGLI ANNI ‘30


Allo stato attuale, infatti, l’ipotesi più probabile è che soltanto verso l’estate la situazione sanitaria possa risultare meno drammatica con una ripresa delle attività, sebbene l’entità di questo aspetto resti fortemente condizionato dalla ripresa economica in paesi come la Cina. “La crisi attuale risulta guidata in modo significativo dalla triplice emergenza – sanitaria, economica, finanziaria – e potrebbe sfociare in un fenomeno ciclico più grave se le banche centrali e i governi non adotteranno misure adeguate. Al momento, tuttavia, non emergono segnali che facciano pensare che la situazione possa trasformarsi nell'equivalente della Grande Depressione degli anni Trenta”, puntualizza Häusler.

BANCHE CENTRALI IN AZIONE


Il taglio dei tassi a zero della Federal Reserve statunitense è stata la mossa giusta da fare, mentre la Banca centrale europea, dopo un'iniziale esitazione, sembra aver riconosciuto la gravità della situazione, annunciando un programma di acquisto di obbligazioni del valore di 750 miliardi di euro per iniettare liquidità nei mercati. Tra le misure non convenzionali ancora a disposizione della banca centrale Usa ci sono i tassi di interesse negativi negli Stati Uniti - uno scenario che la Fed ha ripetutamente respinto – mentre la Fed di New York ha iniziato a utilizzare un veicolo speciale impiegato per l'ultima volta durante la crisi finanziaria per fornire liquidità direttamente alle imprese.

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ADESSO TOCCA AI GOVERNI AGIRE


Ora sono i governi che devono agire, garantendo che il numero di default delle aziende sia il più basso possibile e che i lavoratori continuino ad essere pagati tra tre mesi. ”Tra le misure implementabili figurano esenzioni fiscali, tagli alle imposte e sostegno finanziario diretto o indiretto per sostenere quelle industrie che potrebbero dover temporaneamente licenziare il personale o dover affrontare prospettive immediate di fallimento. Non appena i mercati si convinceranno di questo, sarà il momento di comprare azioni” conclude Häusler.
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