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Mondher Bettaieb Loriot

Banche italiane, il rialzo del rating conferma il miglioramento dei fondamentali

L’agenzia Standard and Poor's ha rivisto al rialzo il rating della Repubblica Italiana e, subito dopo, quello della principali banche italiane.

7 Novembre 2017 09:50
financialounge -  Mondher Bettaieb Loriot NPE rating Vontobel

Il rating sovrano e quello bancario sono di norma strettamente interconnessi. Nel caso italiano, in particolare. Non deve stupire pertanto che l’agenzia Standard and Poor's, dopo aver rilevato i progressi dell'economia italiana rivedendo al rialzo il rating sovrano e il tetto della Repubblica Italiana da un outlook BBB- a uno BBB medio stabile, abbia qualche giorno dopo provveduto ad aumentare i sui rating a lungo termine delle banche migliori, portandoli a BBB medio.

Secondo Mondher Bettaieb Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel AM, il rating sovrano e le prospettive di crescita del nostro paese hanno beneficiato di diversi fattori, In primis della ricapitalizzazione precauzionale del colosso bancario italiano Monte dei Paschi di Siena e poi della riduzione delle filiali di Veneto Banca. Inoltre l’assenza di perdite inerenti ai depositi bancari al dettaglio e l’accelerazione della dismissione delle NPE (crediti deteriorati) hanno agevolato il cammino virtuoso di banche e paese.

“Infine, ma non certo per importanza, la crescita del PIL, secondo le previsioni, all'1,5% per i prossimi due anni e ai massimi pluriennali, dovrebbe costituire, accanto a quanto già menzionato, un fattore alquanto positivo per l'economia italiana in futuro e a maggior ragione per il fatto di dover gestire meno NPE potendo quindi disporre dei depositi bancari al dettaglio per il prestito” puntualizza Mondher Bettaieb Loriot per il quale una base stabile di depositi al dettaglio migliora le condizioni delle banche per l'ottenimento dei prestiti a sostegno dell'economia: imporre perdite su questi depositi sarebbe stato infatti disastroso per prestiti ed economia, ma lo scenario è stato fortunatamente evitato.

Le banche italiane hanno intrapreso il percorso virtuoso che sembravano aver abbandonato dopo la grande crisi del 2007-2008, e l’agenzia S&P prevede una dismissione dei loro NPE fino a 100 miliardi di euro entro la fine del 2019, pari a un terzo della quantità totale di NPE, mentre i nuovi afflussi nelle NPE dovrebbero essere ugualmente gestibili. “

Si tratta di un risultato realistico, visto che la sola Unicredit Spa dovrebbe ridurre le NPE di 20 miliardi di euro nell'arco di tempo considerato e che, a livello di sistema, solo nel 2017 le dismissioni totali di NPE dovrebbero raggiungere i 65 miliardi di euro totali circa”, spiega Mondher Bettaieb Loriot, secondo il quale il miglioramento di Unicredit produrrà una migliore qualità del credito, una maggiore copertura in termini di riserva in linea con le controparti europee e una capitalizzazione CET1 più robusta.
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