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Benoit Vaucher

Premi di rischio, un mix ragionato per andare oltre azioni e obbligazioni

Se effettuata in maniera professionale, la combinazione dei premi di rischio può portare rendimenti solidi in contesti macroeconomici differenti: l’analisi degli esperti di SYZ Asset Management.

5 Febbraio 2018 16:54
financialounge -  Benoit Vaucher Guido Bolliger mercati azionari premi di rischio SYZ Asset Management

Valutazioni delle azioni elevate e rendimenti delle obbligazioni “minacciati” dalla fine delle politiche monetarie accomodanti: due fattori che non fanno dormire sonni tranquilli agli investitori. In questo contesto i premi di rischio possono rappresentare una interessante, e meno costosa, alternativa proprio rispetto a obbligazioni e azioni. Un’alternativa valida soprattutto per gli investitori che prediligono un approccio prudente al rischio e, soprattutto, una scelta in grado di sostenere i portafogli di investimento nei periodi segnati da forti ribassi. Un elemento non secondario in una fase di mercato in rialzo ininterrotto dal 2009.

Ma cosa sono i premi di rischio e come bisogna utilizzarli? A rispondere sono Benoit Vaucher, Portfolio Manager, e Guido Bolliger, Co-Head of Quantitative Solutions and Portfolio Manager di SYZ Asset Management, che si soffermano in particolare sui premi di rischio azionari individuandone sei: value, momentum, qualità, sicurezza, dimensione e gestione. In linea generale, i premi di rischio permettono di sfruttare l’irrazionalità degli investitori e le conseguenti inefficienze dei mercati per realizzare guadagni. In termini pratici, una combinazione di premi può rivelarsi una strategia molto interessante sia in termini di diversificazione-decorrelazione che di performance.

“I premi azionari possono assumere una gamma di comportamenti eterogenei in base al contesto macroeconomico – spiegano Vaucher e Bolliger – Per raccogliere i premi di rischio sui mercati azionari occorre adottare un approccio long-short che si traduce in una limitata esposizione netta a tali mercati”. Nel caso del premio riferito alle dimensioni, per esempio, è necessario aprire posizioni long (cioè rialziste) nelle piccole società liquidando posizioni short (ribassiste) in quelle a capitalizzazione maggiore. Questo perché, ricordano i due esperti di SYZ AM, numerose ricerche hanno dimostrato che i titoli delle piccole società (le small cap) tendono a produrre migliori rendimenti sul lungo termine rispetto alle società più grandi. Anche se queste ultime risultano più solide nei periodi di recessione.

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Questa combinazione di premi di rischio permette di generare rendimenti solidi nel tempo e avere un portafoglio più resistente ai cicli di mercato, soprattutto in caso di turbolenze. Secondo Vaucher e Bollinger “ampliando moderatamente il numero di premi di rischio è possibile ottenere un risultato molto più soddisfacente” grazie a motori di performance diversificati. Tuttavia, più premi di rischio portano maggiore complessità e alla necessità di affidarsi a sistemi informatici sviluppati e amministrati da esperti quantitativi del mercato. Rimanendo sul contesto economico attuale, con la possibilità concreta – anche se su scadenze diverse – di un aumento dei tassi d’interesse, Vaucher e Bolliger hanno notato che “la maggior parte dei premi di rischio non è influenzata da un aumento dei tassi” e la stessa considerazione può essere applicata ai movimenti dovuti all’inflazione.
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