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Adrien Pichoud

Azioni e titoli di Stato USA in vetrina dopo la riforma fiscale

Nonostante inflazione e salari in ritardo, l’economia USA continua a correre e la Fed prosegue sulla strada del rialzo dei tassi. Più prudente l’atteggiamento della BCE.

24 Gennaio 2018 11:05
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L’andamento dell’inflazione e le conseguenti decisioni delle banche centrali sono le incognite principali per il 2018. O meglio, come affermato dal Chief Economist di SYZ Asset Management Adrien Pichoud, sono “i fattori X”. Ora è lo stesso Pichoud a entrare nel dettaglio delle economie, sia avanzate che emergenti.

“Dopo due solidi trimestri caratterizzati da una crescita del PIL del +3% - spiega l’esperto di SYZ AM - l’economia statunitense sembra voler portare la dinamica favorevole a fine anno. Gli indicatori della fiducia e dell’attività delle imprese, ma anche i cosiddetti hard data quali le vendite al dettaglio e la produzione industriale, non lasciano intravedere alcuna attenuazione del momentum di crescita all’inizio del quarto trimestre”.

Nonostante dati relativi a inflazione e salari non ancora pienamente soddisfacenti, la Federal Reserve ha proseguito nella rotta di innalzamento dei tassi d’interesse. E nella scia si è inserita anche la Banca d’Inghilterra. Per il momento la Banca centrale europea (BCE) si è limitata ad annunciare un taglio degli acquisti, posticipando l’aumento eventuale dei tassi “garantendo alla crescita dell’Eurozona un supporto”, sottolinea Adrien Pichoud.

Sul fronte paesi emergenti, l’esperto di SYZ AM pone l’attenzione sui funzionari cinesi che “sembrano essere disposti ad accettare una crescita leggermente più lenta a favore di un’espansione del credito e sviluppo più ecologico”. L’aumento del prezzo del petrolio è un fattore positivo per la Russia, mentre i paesi del Medio Oriente stanno pagando l’instabilità dovuta alla rivalità Iran-Arabia Saudita.

Quali sono, secondo i responsabili di SYZ AM, le strategie da adottare per investire in questo contesto? Per quanto riguarda il mercato azionario, l’atteggiamento sugli USA è stato rettificato da “lieve avversione” a “lieve preferenza” anche se, sottolinea Hartwig Kos, vice CIO, Co-Head of Multi_Asset, “al momento, e in attesa degli effetti della riforma fiscale USA, Europa e Giappone continuano ad avere valutazioni più interessanti”. Tuttavia, la riforma potrebbe portare a una robusta revisione al rialzo degli utili delle aziende americane, sostenendo di conseguenza le valutazioni azionarie USA.

APPROFONDIMENTO
Guarda il video "C’è ancora spazio per l’investimento obbligazionario"

Secondo lo stesso Kos, i mercati obbligazionari rimarranno cari: “Abbiamo aumentato di un livello la nostra valutazione dei Treasury mentre abbiamo declassato a “lieve avversione” le obbligazioni italiane. Le obbligazioni dei mercati emergenti spiccano ancora come il male minore: nonostante in quest’area siano venuti meno alcuni vantaggi, restano ancora delle opportunità come le obbligazioni locali turche. Gli operatori di mercato non hanno prestato particolare attenzione alla recente cessione della lira turca. E invece sembra un déjà vu della crisi dello scorso anno, che aveva cancellato un terzo del valore della lira contro il dollaro statunitense e spinto i rendimenti del decennale locale all’11,6%”.

Invariate, inoltre, le leggere preferenze degli esperti di asset allocation di SYZ AM per le obbligazioni del Messico (in ripresa dopo i problemi dovuti al terremoto) e per i titoli di Stato australiani.
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