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Schroders: titoli bancari europei, difficile che i prezzi vadano più in basso

Schroders: recessione globale, il 2020 sarà l’anno peggiore dagli anni ‘30

di Virgilio Chelli 31 Marzo 2020 21:00
financialounge -  azioni banche europee coronavirus Justin Bisseker Schroders

Schroders vede margini di recupero nel medio periodo dai prezzi attuali perché il mercato sembra aver già prezzato un impatto molto pesante del Covid-19 e poi lo stato di salute è decisamente migliore del 2008


Il coronavirus sta mettendo in “serrata” l’attività economica e la vita quotidiana di milioni di persone in Europa, con un impatto notevole sul settore bancario, anche se le autorità si stanno muovendo per mitigare gli effetti peggiori. Gli esiti finali dipendono da quanto durerà la disruption da virus e dall’ampiezza della risposta dei governi, che si è già dispiegata in molti modi, dai differimenti di pagamento delle imposte, alle moratorie del debito, alle garanzie di credito, fino ovviamente all’azione delle banche centrali.

IMPROBABILE CHE SI ARRIVI ALLA NECESSITÀ DI SALVATAGGI AD AMPIO RAGGIO COME NEL 2008-09


È chiaro è che non tutte le banche verranno impattate allo stesso modo, per questo sarà cruciale la selezione dei titoli, ma in generale il rischio che i prezzi scendano ancora molto sembra basso. È la conclusione cui giunge l’analisi di Justin Bisseker, European Bank Analyst di Schroders, secondo cui è poco probabile che si arrivi a salvataggi ad ampio raggio come nel 2008-09, anche se i rischi sono elevati. Secondo l’esperto della storica casa londinese, il principale effetto della crisi sulle banche sarà probabilmente l'aumento delle perdite su crediti.

L’IMPATTO SU UTILI E CAPITALE SARÀ LEGATO AD ALCUNE TIPOLOGIE DI ASSET PIU’ COLPITE DALLA CRISI


Ma Bisseker osserva anche che molti governi europei hanno lanciato programmi di garanzia del credito che ridurranno l’impatto delle perdite su crediti. In ogni caso, più lungo e profondo sarà il rallentamento economico, maggiore il rischio che utili e capitali delle banche siano impattati, soprattutto nell’esposizione ad alcuni settori come oil&gas, aviazione, viaggi, tempo libero, e vendite al dettaglio in alcuni segmenti. La situazione è peggiorata anche a livello di ricavi, con commissioni e i proventi da trading che subiranno probabilmente una pressione maggiore rispetto al reddito netto legato ai tassi di interesse.

IN PROSPETTIVA BANCHE NORDICHE PIÙ RESILIENTI DELLE EUROPEE CORE E DELLE BRITANNICHE


Ma con la ripresa, questi elementi torneranno rapidamente a livelli normali, con il reddito netto da tassi di interesse più resiliente nel breve temine, anche se sul lungo periodo i tassi bassi continueranno a erodere i margini. Anche in questo caso, osserva l’esperto di Schroders, ci sono differenze notevoli, con le banche nordiche saranno più resilienti e le europee ‘core’ e britanniche sono invece potenzialmente più vulnerabili. Una recessione prolungata potrebbe costringere le più deboli a cancellare i dividendi e aumentare il capitale, motivo in più per una selezione accurata.

AI PREZZI ATTUALI DEI TITOLI IL MERCATO STA GIÀ ANTICIPANDO LO SCENARIO PIÙ NEGATIVO


Finora il settore bancario è stato tra i più penalizzati dell’azionario europeo, ma se la disruption da virus durasse settimane e non mesi, il settore potrebbe riprendersi in modo sostanziale. Sostenuto da un’azione efficiente di governi e banche centrali, l’impatto sugli utili nel 2021 o nel 2022 potrebbe essere molto inferiore rispetto al declino dei prezzi delle azioni visto finora. Ulteriori cali sono ovviamente possibili, soprattutto in caso di rallentamento economico prolungato. Secondo Schroders, alle attuali valutazioni però il mercato sta già anticipando che sarà proprio questo lo scenario futuro.


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STATO DI SALUTE MIGLIORE DI QUELLO DEL 2008-09, BASSO IL RISCHIO CHE I PREZZI SCENDANO ANCORA MOLTO


Detto questo, è importante ricordare che le banche europee traversano oggi questa crisi in uno stato di salute migliore rispetto alla crisi finanziaria globale del 2008-09, con alti livelli di capitalizzazione e solidi buffer di liquidità, mentre le autorità stanno allentando i requisiti normativi, perché il credito è il canale attraverso cui i Governi supportano imprese e cittadini. In generale, l’esperto di Schroders ritiene “basso il rischio che i prezzi delle azioni scendano ancora molto”, con una ricapitalizzazione forzata che peserebbe sugli azionisti.
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