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Italiani interessati ma poco propensi agli investimenti Esg

Lo Schroders Global Investor Study 2019 rivela che, a fronte del 29% degli investitori italiani che dichiara interesse e propensione verso gli investimenti sostenibili, solo il 12% dà seguito alle intenzioni

di Redazione 1 Ottobre 2019 17:55

Passare dalle parole ai fatti è sempre difficile, anche quando si tratta di sostenibilità e investimenti. Secondo lo Schroders Global Investor Study 2019, infatti, a fronte del 29% degli investitori italiani (32% a livello globale) che dichiara interesse e propensione verso gli investimenti sostenibili, solo il 12% (16% a livello globale) dà seguito alle intenzioni, scegliendo effettivamente soluzioni Esg. Ancora più contraddittorie risultano le dichiarazioni del 28% dei nostri connazionali (25% a livello globale) che, pur dicendosi genericamente interessati al tema, non intendono investirci. Il 9% degli italiani, infine, si dichiara non interessata all’argomento.

POCA CONSAPEVOLEZZA DEL FUTURO


Qual è la causa? Secondo Schroders, si legge nello studio, “persiste il divario tra le aspirazioni delle persone in tema di investimenti sostenibili e la realtà di come esse attribuiscono priorità a questi fattori nelle decisioni finanziarie”. C’è una consapevolezza limitata dell’influenza positiva che i propri investimenti possono avere sul futuro. La tendenza viene evidenziata dal dato relativo a come gli investitori che si considerano “più esperti” sono quelli che tendono a investire di più in modo sostenibile. In Italia gli esperti che investono nella sostenibilità sono il 18%, e a livello globale il 23%, contro l’8% degli italiani con conoscenze intermedie (11% il dato globale) e il 7% degli investitori con conoscenze basilari (8% il dato globale).

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI


L’indagine di Schroders sottolinea che quasi due terzi degli investitori italiani (61%) affermano che investirebbero di più in modo sostenibile a fronte di eventuali modifiche alla legislazione volte a incentivare questo tipo di investimenti, risultando in linea con il 60% degli investitori globali. Il 62% degli investitori italiani, inoltre, dichiara che un altro incentivo proverrebbe da rating indipendenti che certifichino l’approccio sostenibile degli strumenti considerati.

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I MILLENNIAL NON SONO I PIU’ SENSIBILI


Le strade d’Europa si riempiono di giovani che manifestano a favore dell’ambiente, con i Fridays For Future, e il governo lancia l’idea di far votare i sedicenni. Ma non sono loro gli investitori più consapevoli. Leggendo i dati dello studio di Schroders, gli investitori Millennial (18-37 anni) risultano meno consapevoli di Generazione X (38-50 anni) e Baby Boomer (51-70 anni) in merito al contributo concreto che possono dare allo sviluppo sostenibile, tramite l’investimento dei propri risparmi. I Millennial italiani sono convinti che tutti i fondi di investimento, e non solo quelli etichettati come sostenibili, dovrebbero tenere conto dei fattori di sostenibilità sono il 52%. Risultano quindi gli ultimi della classe rispetto a Generazione X (62%) e Baby Boomer (65%). Gli investitori più giovani, però, emerge dall’indagine, sarebbero più propensi ad assegnare alla sostenibilità il primo o il secondo posto tra i fattori più rilevanti, tra 8 possibili opzioni offerte nel questionario, su un campione di 25.743 persone in 32 Paesi in tutto il mondo.
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