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Luca Tenani

PIR, uno strumento per educare i risparmiatori a una logica di più lungo periodo

I PIR (Piani di Risparmio Individuali) previsti dalla legge di Stabilità 2017 in corso di approvazione invogliano i risparmiatori ad investire per almeno 5 anni.

8 Novembre 2016 09:57
financialounge -  Luca Tenani Piani Individuali di Risparmio PIR Schroders

Apprezzamento per l’idea che va nella direzione giusta, quella cioè di educare i risparmiatori a orizzonti temporali di più lungo periodo, in particolare almeno 5 anni al fine di poter beneficiare delle agevolazioni fiscali. È questa la premessa sui PIR, (Piani di Risparmio Individuali), di Luca Tenani, Country Head Italy - Asset Management di Schroders, in questa intervista esclusiva in attesa che ci sia l’approvazione delle legge di Stabilità 2017 nei quali sono stati previsti i PIR.

Una delle novità annunciate nella legge di Bilancio 2017 presentata dal governo Renzi e in via di approvazione alle Camere è rappresentata dai PIR: cosa ne pensate?

"Occorre attendere l’approvazione della legge di Stabilità con tutti i dettagli prima di poter fare delle analisi sul progetto PIR, ma, se verranno confermate le ipotesi circolate finora, non c’è dubbio che si debba esprimere apprezzamento per la proposta del Governo. Ciò premesso, credo che un importante contributo dei PIR sarà quello di “educare” i risparmiatori a una logica di più lungo periodo, nella fattispecie almeno 5 anni per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali. Gli orizzonti temporali degli investitori risultano spesso schiacciati sul breve termine e incoerenti con le aspettative di rendimento: dalla ricerca “Schroders Global Investor Study 2016”, condotta su un campione di 1.000 risparmiatori italiani, è emerso ad esempio che il periodo medio di detenzione degli investimenti è pari a solo 2,6 anni. "

Perché, se le anticipazioni saranno rispettate (in termini di esenzioni fiscali per 5 anni e di finalità degli investimenti in portafoglio) possono costituire il ‘ponte’ ideale tra risparmio delle famiglie e economia reale?

"I PIR potrebbero costituire un efficace canale di finanziamento dell’economia: dovrebbero garantire alle imprese destinatarie flussi di capitale più stabili e per un periodo di tempo medio/lungo. Anche in questo caso dunque si contrasterebbe la “trappola” del breve termine e si dovrebbe evitare che gli impieghi nel piano vengano effettuati con finalità speculative."

In tema di educazione finanziaria, invece, i PIR potrebbero contribuire a familiarizzare con l’investimento di lungo periodo tanto ostico per le abitudini degli italiani?

"È certamente un auspicio. In altri Paesi europei esistono già da tempo “contenitori fiscali” all’interno dei quali i risparmiatori hanno la facoltà di far confluire parte dei propri investimenti: sia gli ISA (Individual Saving Accounts) inglesi che i Plan d’Epargne francesi hanno riscosso un grande successo. Ci auguriamo che le agevolazioni fiscali previste sui PIR italiani possano sortire lo stesso effetto. Sarà cruciale l’attività di comunicazione relativa all’iniziativa, al fine di sottolinearne non solo i benefici in termini di tassazione, ma anche i risvolti positivi per la comunità intera."

Voi, in virtù anche della expertise che avete maturato sul mercato azionario italiano con il comparto Schroders Sisf italian equity, state pensando a qualche progetto che riguardi i PIR?

"Allo stato attuale stiamo lavorando per poter offrire ai risparmiatori soluzioni d’investimento sulla parte più liquidabile del portafoglio che costituirà il PIR."

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Schroders

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