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Mercati emergenti: rischi all’orizzonte 2018 per Sudafrica, Turchia e America Latina

Livelli inferiori di debito e inflazione, e tassi di interesse reali più elevati, sembrano proteggere gli emergenti di Europa e Asia dal rischio di liquidità di mercato.

7 Luglio 2017 09:50
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Le condizioni della liquidità globale non dovrebbero minacciare indistintamente tutti i mercati emergenti quest’anno. Lo sostiene Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders, dal momento che si aspetta che l’espansione dei bilanci della Banca Centrale europea nel complesso continui nel corso del 2017, mentre la riduzione del bilancio della Federal Reserve dovrebbe materializzarsi non prima di settembre.

L’economista tuttavia si aspetta che la Fed possa sorprendere il mercato con un atteggiamento più aggressivo di innalzamento dei tassi: uno scenario che configurerebbe una serie di rischi all’orizzonte per il 2018, soprattutto per i mercati emergenti più esposti.

“Il Sudafrica e la Turchia, insieme ad alcuni paesi dell’America Latina (Perù, Cile, Colombia), sembrano vulnerabili. Al contrario, i paesi emergenti di Europa ed Asia (con l’eccezione della Malesia) sembrano protetti dai loro livelli inferiori di debito e inflazione, e dai tassi di interesse reali più elevati” tiene a precisare Craig Botham, secondo il quale la forte crescita del credito domestico potrebbe rappresentare un altro rischio, se la liquidità globale dovesse diminuire.

Inoltre, qualora i capitali dovessero tornare negli Stati Uniti con la normalizzazione dei tassi, l’impatto sul rand sudafricano, sul peso messicano e sul won coreano dovrebbe essere maggiore che sul renminbi, sulla rupia e sul rublo.

Riguardo invece agli effetti inflattivi dei movimenti valutari, questi dovrebbero rivelarsi più profondi per le economie più aperte, dove le importazioni di beni contano per una parte più ampia del PIL. Inoltre, se una Banca Centrale dovrà alzare o meno i tassi dipenderà anche da altri fattori che impattano sull’inflazione.

“In particolare, l’aumento dei prezzi nelle economie che erano già ad alta inflazione, come India, Brasile o Russia, è stato molto più debole del normale. I mercati emergenti sono in generale meglio posizionati per assorbire uno shock inflazionario rispetto al passato. Ciò non significa che la politica monetaria non ne sarà influenzata, piuttosto che essa ha il potenziale per limitare l’aumento dei tassi” conclude Craig Botham.
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