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Perché l’India continua a brillare tra i mercati emergenti 

Il contesto macroeconomico del paese è migliorato con tassi di crescita sostenuti nonostante il rallentamento dell’economia globale. Inoltre, i cambiamenti di lungo termine sembrano incoraggianti

6 Febbraio 2019 14:26

L’India continua ad essere ai vertici mondiali per tassi di crescita. A trainare l’aumento della ricchezza prodotta sia la domanda di consumi e sia la natura ‘domestica’ della crescita che ha dimostrato già nel corso del 2018 di risultare abbastanza impermeabile alle dispute commerciali tra Washington e Pechino, mentre il maggiore utilizzo delle capacità locali porterà ad un incremento della spesa in conto capitale. Certo, le prossime elezioni generali che si terranno ad aprile-maggio potranno influire ma è altrettanto vero che l’impatto dei risultati elettorali tende a essere generalmente di breve termine. Nel medio termine, invece, tendono a prevalere lo stato dell’economia e la crescita degli utili societari.

INFLAZIONE MENO AGGRESSIVA, RUPIA PIÙ SOLIDA


A questo proposito, un fattore di supporto è senz’altro il rallentamento dei prezzi al consumo, grazie alla severa correzione delle quotazioni delle commodity, soprattutto del petrolio grezzo, dato che l’India è un importatore netto di petrolio. In virtù di un’inflazione meno aggressiva, la rupia dovrebbe essere meno sotto pressione mentre il sistema bancario, che ha avuto difficoltà legate a prestiti deteriorati per un lungo periodo, ora evidenzia segnali di miglioramento.

FOCUS SULLE AZIENDE DI QUALITÀ


“Prestiamo particolare attenzione sempre alle azioni con fondamentali solidi, una forte crescita degli utili e modelli di business di nicchia. Riteniamo infatti che anche quest’anno, come già nel 2018, le società di qualità si mostreranno resilienti nonostante i sentiment di mercato di breve termine” riferisce Jigar Gandhi, India Investment Specialist di Schroders.

OBBLIGAZIONARIO, RISCHI DI DOWNSIDE


Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, le prospettive generali risultano più favorevoli rispetto al 2018 in virtù di tre fattori di supporto: i prezzi del petrolio (che, come abbiamo visto, riducono le spinte inflazionistiche e, a cascata, la necessità di rialzare i tassi da parte della banca centrale indiana), un contesto macroeconomico più stabile e l’alleggerimento delle pressioni sulla liquidità. Tuttavia, Jigar Gandhi non esclude rischi di downside. “Sono sostanzialmente due le situazioni da tenere sotto osservazione: la posizione fiscale e i cambiamenti all’interno della Reserve Bank of India, la banca centrale del paese. Nel primo caso una raccolta fiscale indiretta più bassa del previsto e una crescita delle entrate non fiscali potrebbe comportare un eccesso nella posizione fiscale dell’India mentre non si possono escludere incertezze nel breve termine a seguito della nomina del nuovo Governatore della RBI” spiega l’esperto.

UN RITMO DI CRESCITA SUPERIORE ALLA MEDIA


In tutti i casi, Jigar Gandhi si dice convinto che l’India continui a brillare tra i mercati emergenti: rappresenta infatti ancora uno dei paesi il cui Pil cresce più rapidamente, anche in un contesto di rallentamento delle economie sviluppate. Inoltre, gli elevati tassi reali offerti (al netto cioè dell’inflazione) e la valuta stabile rendono l’India una destinazione attraente per gli investitori esteri.

UN APPEAL DI LUNGO TERMINE


Una considerazione ancora più vera in ottica di lungo termine sulla scia del suo potenziale.  Jigar Gandhi riconosce al Governo l’introduzione di riforme importanti, sebbene implementate in modo graduale. Tra quelle a maggiore impatti si possono citare l’introduzione della tassazione sui beni e i servizi e un codice di bancarotta, l’acquisizione di terreni e diritti sul lavoro e la regolamentazione per il real estate. Incoraggianti anche i risultati ottenuti nella lotta alla corruzione e nell’indirizzare benefici diretti ai meno abbienti mentre alcune iniziative all’avanguardia, tramite tecnologie avanzate di mobile low-cost e di Aadhaar, uno schema di identificazione biometrico, mostrano progressi nell’inclusione finanziaria.
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