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Emergenti, Brasile possibile sorpresa per Schroders. Dollaro permettendo

Nel suo outlook globale Keith Wade prevede per il 2019 una crescita al 2,9% e inflazione in aumento, mentre la guerra commerciale resta ancora tutta da decifrare. Mercati emergenti osservati speciali

12 Dicembre 2018 07:00

Nell’anno che sta per concludersi, l’incremento dei tassi statunitensi e il biglietto verde più forte hanno messo pressione ai debitori in dollari. A risentirne in modo particolare sono stati i paesi in via di sviluppo, che negli scorsi anni avevano emesso debito in valuta statunitense per finanziarsi sui mercati internazionali. Queste pressioni hanno spinto le banche centrali dei paesi emergenti a inasprire la politica monetaria, mentre il dollaro forte ha finito con l’indebolire anche i prezzi delle materie prime, contribuendo a danneggiare ulteriormente il commercio mondiale. “Nel 2019 c’è spazio perché alcuni di questi fattori vengano meno, allentando di conseguenza le condizioni finanziarie e fornendo sostegno agli asset dei mercati emergenti, per il quali un biglietto verde più debole potrebbe rappresentare l’ancora di salvezza” sostiene Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders.

OUTLOOK 2019


E’ questa una delle maggiori evidenze che emerge nel suo outlook sull’economia globale per il prossimo anno. Previsioni che l’esperto ha sviluppato relativamente alla crescita (PIL), all’inflazione e ai tassi di interesse delle principali aree geografiche del mondo.

CRESCITA IN DECELERAZIONE


In primis, per Keith Wade il PIL globale rallenterà dal 3,3% stimato per quest’anno al 2,9% l’anno prossimo e al 2,5% nel 2020: da notare come la sua previsione per il 2019 sia inferiore al quella del consenso degli economisti (3,1%). Nel 2019, in particolare, l’esperto stima una crescita al 2,4% per gli Stati Uniti per il venir meno dei tagli fiscali, per l’impatto dei tassi più alti e degli effetti della guerra commerciale. A proposito della quale Keith Wade resta piuttosto scettico soprattutto per un accordo di lungo termine su questioni quali i diritti sulla proprietà intellettuale.

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BRASILE, LA POSSIBILE SORPRESA


Nella altre aree geografiche, l’esperto ipotizza un rallentamento (dall’1,9% del 2018 all’1,6% per il 2019) nella zona euro, una sostanziale tenuta in Giappone (intorno al punto percentuale) e un calo dal 6,6% al 6,2% per il PIL cinese nel 2019. Unica nota positiva il Brasile che dovrebbe rafforzarsi dopo aver archiviato le elezioni, trainando al rialzo l’America Latina che potrebbe pertanto rivelarsi l’area emergente migliore il prossimo anno.

MAGGIORI ASPETTATIVE DI INFLAZIONE


Mentre la crescita è destinata secondo Keith Wade a diminuire, le aspettative sull’inflazione sono in aumento, trainate dai mercati emergenti, sulla scia della debolezza delle valute che sta spingendo al rialzo i prezzi all’import. Nelle economie avanzate, invece, l’esperto ha tagliato le stime sull’inflazione per il Giappone e il Regno Unito mentre è convinto che il carovita negli Stati Uniti possa mantenersi al 2,7% nel 2019.

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TASSI FED AL 3%


Per quanto riguarda i tassi, Keith Wade ipotizza tre rialzi da parte della Federal Reserve: a giugno i Fed Fund dovrebbero toccare il picco del 3%.“Siamo convinti che la banca centrale statunitense rivolgerà l’attenzione oltre l’inflazione sopra il target nel 2019 ed opterà per una pausa al fine di metabolizzare gli effetti del rallentamento della crescita sul futuro aumento dei prezzi. In seguito, sulla scia dell’ulteriore decelerazione dell’economia, è probabile che la Fed tagli i tassi nel 2020” rivela Keith Wade.

ZONA EURO, SCENARIO COMPLESSO


L’esperto, infine, giudica particolarmente complesso lo scenario della zona euro, sia per il probabile rafforzamento dell’euro e sia per il rallentamento negli USA che frenerà la crescita globale. Un contesto che complica le decisioni della BCE al punto da rendere la banca centrale europea quasi impossibilitata ad alzare i tassi nella seconda parte del 2019. “La regione potrebbe rimanere bloccata in un contesto di tassi bassi, con poche munizioni, in termini di politica monetaria, per combattere la prossima correzione” conclude infatti Keith Wade.
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