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Elezioni in Brasile, la scelta non è solo politica: focus sul deficit

I mercati chiedono altri sforzi per migliorare i conti dello stato: Riveroll (Schroders) è moderatamente positivo sull’azionario nonostante l’incertezza delle elezioni in Brasile.

5 Ottobre 2018 13:23
financialounge -  brasile Pablo Riveroll Schroders titoli di stato https://www.flickr.com/photos/cdhcamara/5533142170/

Il risultato delle elezioni generali di domenica 7 ottobre avrà notevoli implicazioni sulle politiche economiche brasiliane dei prossimi 4 anni e, a cascata, impatti di rilievo sui mercati finanziari. Dopo una profonda recessione nel triennio 2014-2016 (PIL -10%), il Brasile l’anno scorso ha ripreso a crescere (PIL +1%) e quest’anno dovrebbe proseguire su questa strada, con una crescita prevista del PIL di +1,4%. Ma i mercati sono focalizzati sulle scelte di politica economica dei prossimi quattro anni che varranno adottate dal nuovo presidente.

I QUATTRO PRINCIPALI CANDIDATI


Tra i quattro principali candidati in corsa per la carica figura Jair Bolsonaro del Partito Social-Liberale, primo nei sondaggi, con posizioni conservatrici e nazionaliste. Seguono Fernando Haddad, candidato del Partito dei Lavoratori e secondo nelle rilevazioni prima del voto, Ciro Gomes del Partito Democratico Laburista, con una lunga esperienza politica di sinistra e terzo nei sondaggi, e Geraldo Alckmin del Partito della Social-Democrazia Brasiliana, che piace ai mercati ma che è soltanto quarto nelle intenzioni di voto di settembre.

PROBABILE IL BALLOTTAGGIO IL 28 OTTOBRE


Sempre in base agli ultimi sondaggi, sembra improbabile che un singolo candidato possa ottenere la maggioranza dei voti domenica e quindi il 28 ottobre dovrebbe andare in scena il ballottaggio tra i candidati che avranno maggiore successo che, sempre secondo le rilevazioni, dovrebbero essere Jair Bolsonaro e Fernando Haddad. Si tratterrebbe non soltanto di scegliere tra un candidato di destra e uno di sinistra, con prospettive politiche molto diverse tra loro, ma anche di un confronto elettorale estremamente incerto alla luce degli esiti previsti dai sondaggi su un ipotetico ballottaggio.

AMPIO DEFICIT FISCALE


Resta il fatto che la debolezza strutturale macroeconomica del Brasile risiede nell’ampio deficit fiscale, che ha superato il 10% del PIL sotto l’ex presidente Rousseff, per passare al 7,8% nel 2017 con l’amministrazione Temer. Alla luce di questo, ai mercati finanziari interessa soprattutto che il prossimo presidente brasiliano sia in grado di impegnarsi in un percorso di politica economica rigorosa e che implementi le riforme strutturali necessarie, in particolare quella delle pensioni.

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LA RIFORMA DELLE PENSIONI


“Quest’ultima, insieme al proseguimento del percorso di disciplina fiscale, è ritenuta di cruciale importanza per la sostenibilità di medio termine. Di conseguenza, la performance degli asset brasiliani probabilmente dipenderà dalla capacità della prossima amministrazione di attuare misure appropriate” sottolinea Pablo Riveroll, Head of Latin American Equities di Schroders. L’esperto reputa probabile l’approvazione, da parte del nuovo governo, della riforma delle pensioni a prescindere dal candidato che vincerà le elezioni, sebbene con dettagli che potrebbero variare. Tuttavia se il nuovo esecutivo mostrasse difficoltà a procedere sul percorso delle politiche economiche in grado di risollevare le sorti del paese, sarebbe la reazione dei mercati obbligazionari e delle valute a farlo rientrare nel solco delle politiche più rigorose.

SOSTENIBILITÀ FISCALE A MEDIO TERMINE


Considerando tutte queste variabili, Pablo Riveroll si dice convinto che il prossimo presidente del Brasile darà priorità alla sostenibilità fiscale nel medio termine, ma con ampi margini di variabilità, in termini di percorso e di tempistiche a seconda di chi vincerà le elezioni: proprio questa situazione di incertezza potrebbe avere, nel breve termine, impatti sia sui risultati macroeconomici e sia sulla volatilità dei mercati.

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VISIONE MODERATAMENTE POSITIVA SULL’AZIONARIO


“Abbiamo una visione moderatamente positiva sull’azionario brasiliano. Il mercato sta scambiando a valutazioni attraenti, con un rapporto prezzo/utili (p/e) forward, cioè basato sui profitti attesi nei prossimi 12 mesi, di 10, che è più basso rispetto alla media dei mercati emergenti e a livello storico, grazie anche ad una crescita attesa degli utili sopra la media” riferisce Pablo Riveroll che, infine, si dice pronto anche a sfruttare la volatilità di mercato per incrementare l’esposizione sui titoli di quelle compagnie brasiliane di alta qualità trattate a valutazioni inferiori, nel caso in cui dovesse prendere forma il suo scenario di base.
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