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Brexit, opportunità al di là delle incertezze

Secondo Sue Noffke di Schroders, l’azionario britannico offre rendimenti interessanti a prezzi non elevati, e le società con fondamentali solidi dovrebbero adattarsi bene ai cambiamenti in arrivo

di Chiara Merico 2 Ottobre 2019 14:15

Il futuro della Brexit è ancora incerto e non smettono di susseguirsi i colpi di scena: per questi motivi, un numero crescente di operatori sui mercati potrebbe decidere di confinare l’azionario UK nella categoria “troppo complesso”. “Potrebbero ricominciare a girare presto nuovi aneddoti di investitori esteri che vendono i loro ultimi titoli UK”, spiega Sue Noffke, head of UK equities di Schroders.

SOFFRONO I TITOLI DOMESTICI


Sin dal referendum del 2016, che si è chiuso con l’inattesa vittoria del Leave, “la Brexit e l’incertezza politica hanno pesato sull’azionario UK, che ha sottoperformato rispetto alle controparti”, sottolinea l’esperta. “Di conseguenza, rispetto all’azionario globale, i titoli UK presentano al momento le valutazioni più basse mai raggiunte negli ultimi decenni”. A soffrire maggiormente sono stati i titoli britannici focalizzati sull’economia domestica. “È comprensibile il timore dell’incertezza e tra oggi e la deadline del 31 ottobre restano troppi rischi per una Brexit ordinata. Tuttavia, in quanto stock picker, accolgo con favore le opportunità sottovalutate nate in questo contesto”, nota Noffke.

EFFETTO REFERENDUM


Nel periodo compreso tra metà 2013 e fine 2015, l’economia britannica ha sovraperformato rispetto a quella globale: la sterlina era molto forte e le società britanniche domestiche hanno ottenuto migliori performance rispetto a quelle focalizzate sui mercati globali. Poi, “all’aumentare dei timori legati a Brexit e con il voto favorevole all’uscita dall’UE, questa tendenza si è capovolta”, osserva Noffke.

LE CONSEGUENZE DEL CALO DELLA STERLINA


In questo senso, secondo l’esperta di Schroders “i tassi di cambio hanno svolto un ruolo chiave, dato che la sterlina più debole ha spinto al rialzo il valore delle società UK focalizzate sui mercati esteri”. Tra queste rientrano alcune delle principali compagnie petrolifere, di gas e di estrazione britanniche, multinazionali di beni di consumo e di farmaci, società di ingegneristica leader a livello globale e business media internazionali. Tuttavia, “questo rovesciamento ha anche portato le società domestiche a subire un declassamento a livello di rating, a causa delle preoccupazioni su una possibile crescita inferiore dell’economia dopo l’uscita dall’Ue”.

RATING IN PICCHIATA


Ad esempio, quando alla fine del 2018 l’ex primo ministro Theresa May faticava a trovare sostegno sull’accordo per l’uscita dall’Ue, “i rating di alcune banche focalizzate sul mercato domestico, di alcune società immobiliari, di costruzioni, di beni di consumo, alimentari, di media e utility si sono spostati su livelli estremamente bassi. Questa tendenza è stata dimostrata da diverse metriche, compresi i rapporti prezzo/utili. Tuttavia, anche i mercati globali molto complessi hanno giocato un ruolo in tal senso”, sottolinea Noffke.

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LE AZIENDE UK NEL MIRINO DEI PRIVATE EQUITY


Le valutazioni ora potrebbero non essere più così depresse, dato che i mercati globali si sono mossi al rialzo nel 2019, dopo che le azioni delle banche centrali si sono dimostrate di supporto. L’esperta fa comunque notare come “negli ultimi tre mesi siano state presentate diverse offerte di private equity, alcune delle quali per aziende focalizzate sul mercato domestico. Dopo la fuga degli investitori, questi acquirenti hanno sfruttato le relative opportunità delle azioni britanniche a livello di valutazioni, la debolezza della sterlina e il finanziamento del debito a basso costo pronto per l'uso”. Tra le società target ci sono gli operatori di pub britannici Greene King ed EI Group, nonché BCA Marketplace, che possiede il portale WeBuyAnyCar.com.

UN MERCATO INTRINSECAMENTE DIVERSIFICATO


Probabilmente quest’anno si terranno nuove elezioni generali in UK, per la terza volta in cinque anni. “Gli investitori domestici potrebbero iniziare a speculare sulle possibili conseguenze per lo stato di salute dell’economia in futuro. Ciò potrebbe pesare ulteriormente sulle valutazioni del mercato azionario, soprattutto per i settori focalizzati sull’economia domestica”, spiega Noffke, che comunque invita a considerare tutti i potenziali risvolti della situazione. “È d’aiuto anche ricordare la struttura unica del mercato azionario britannico, che in totale ricava circa i 2/3 dei profitti dall’estero e di conseguenza ha un livello di diversificazione intrinseco. Questi utili esteri sono alla base dei rendimenti del mercato”.

RENDIMENTI ATTRAENTI


Il rendimento dell’equity britannico, sottolinea l’esperta, è stato più elevato rispetto a quello dell’azionario globale soltanto nel corso della recessione del 1991 e nel picco della bolla di tecnologia, media e telecomunicazioni (TMT). “In termini assoluti, il mercato azionario britannico al momento ha rendimenti attorno al 4,8% (MSCI UK Index, 30/08/2019). Un risultato molto positivo rispetto al rendimento medio degli ultimi 30 anni, attorno al 3,5%. Si tratta - aggiunge Noffke - di un dato particolarmente attraente se si considera che i tassi di interesse a livello globale e i rendimenti obbligazionari sembrano destinati a restare più bassi più a lungo”. Perché questi rendimenti possano tornare alla loro media di lungo termine, è necessario che il mercato salga o che arrivino notizie negative e che le società taglino le spese.

LE SOCIETÀ SOLIDE RIMANGONO APPETIBILI


“L’economia globale assomiglia sempre più a una bicicletta instabile, che potrebbe ribaltarsi al minimo dissesto della strada dato che la crescita ha rallentato ampiamente dalla primavera di quest’anno”, rimarca l’esperta di Schroders. Le incertezze più ampie a livello politico, come quelle sulla trade war tra Usa e Cina, richiedono di essere monitorate con attenzione. “Non è possibile sapere come e quando questi eventi avverranno, in UK o all’estero. Tuttavia, i mercati si sono ripresi rispetto ai periodi di incertezza passati. Le società con un modello di business affidabile e finanze solide dovrebbero essere in una buona posizione per adattarsi ai cambiamenti in arrivo, creando opportunità per gli stock-picker di lungo periodo come noi”, conclude Noffke.
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