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Nelle aziende europee riparte il Capex, la spesa destinata agli investimenti

Secondo le previsioni di un modello proprietario di Schroders, dopo un periodo di contrazione in molte imprese europee le spese per gli investimenti (Capex) aumenteranno.

22 Maggio 2018 10:14

Negli ultimi anni la spesa in conto capitale ha registrato una contrazione che è stata la più lunga da diversi decenni. In base ad una stima di mercato, la contrazione dal picco massimo a quello minimo nel periodo 2014-16 è stata pari a 450 miliardi di dollari, ovvero al 15,8%. Ma ora le cosa stanno cambiando. Un modello proprietario di Schroders che aggrega le previsioni sul consenso riguardante i Capex (spesa per investimenti) di migliaia di aziende in diversi mercati stima per quest’anno un incremento dell’8,3%.

INDUSTRIE VICINE ALLA PIENA CAPACITÀ


“Una delle ragioni principali per cui ci aspettiamo un aumento dei Capex è che molte industrie sono già vicine alla piena capacità. Il tasso di utilizzo della capacità in Europa è quasi al massimo storico. Le aziende dovranno quindi aumentare la capacità e/o l'efficienza se vogliono incrementare la produzione” fanno sapere Martin Skanberg - Fund Manager European Equities di Schroders, e Stephen Shields - Research Analyst e Fund Manager European Equities di Schroders.

AUMENTO DEI CAPEX PER DIVERSI ANNI


Ma c’è di più. Allargando l’orizzonte al medio lungo termine, emergono altri fattori capaci di alimentare i Capex nei prossimi anni: dalla maggiore rigidità del mercato del lavoro (che implica minori spazi di manovra per le aziende) alla inversione di tendenza nell’offshoring (esternalizzazione della produzione) degli anni 2000, dall’aumento dell'automazione (che, grazie alla robotica, rende più economico gestire un impianto in Europa) alle riforme fiscali statunitensi, che dovrebbero stimolare maggiori investimenti. Si tratta di fattori che, secondo le previsioni di Martin Skanberg e Stephen Shields, dovrebbero durare per diversi anni.

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LENTA RISALITA ECONOMICA EUROPEA


“Non vi è alcun motivo per cui i Capex non possano crescere anche nel 2019 e nel 2020, se la crescita del PIL rimarrà solida. Consideriamo l’aumento dei Capex come la prossima tappa nella lenta risalita economica europea. Una maggiore spesa in conto capitale da parte delle imprese è un segnale di fiducia per una ripresa duratura” spiegano i due esperti. Uno scenario che implica delle precise scelte ai gestori attivi che non possono affatto limitarci a individuare le tendenze generali. I due manager, infatti, sono alla ricerca dei settori all’interno dei quali gli attuali livelli di investimento sembrano bassi rispetto ai ‘livelli normalizzati’ o dove c'è una ragione strutturale per l'aumento dei Capex.

FOCUS SU AUTO, UTILITIES, TELECOM E OIL&GAS


Tra i settori sotto osservazione, Martin Skanberg e Stephen Shields segnalano in particolare quello automobilistico (con le case che hanno una necessità strutturale di investire nella crescita di auto elettriche e autonome), le utility (sotto pressione per l’incremento della domanda di energia e delle esigenze di tutela ambientale), la tecnologia (soprattutto per quelle società leader di mercato che vogliono continuarlo ad essere o per quelle che vorrebbero scalare le posizioni). Anche i settori delle telecomunicazioni (per gli ingenti investimenti nelle reti 5G) e del petrolio & gas (tra i più penalizzati nel Capex dal 2014 in poi dopo il crollo del prezzo del greggio) dovrebbero registrare un robusto incremento delle spese per investimenti che non si dovrebbero limitare all’anno in corso.

MENO DIVIDENDI PIÙ CAPACITÀ PRODUTTIVA


Le conseguenze per le aziende che aumentano i propri Capex sono molteplici. Da un lato, per esempio, le risorse utilizzate potrebbero andare a ridurre i dividendi e quindi limitare i rendimenti degli azionisti. D'altro canto, però, i nuovi impianti di produzione dovrebbero incrementare la competitività e i margini a mano a mano che gli investimenti vengono effettuati. “Il nostro compito è individuare interessanti opportunità legate a inefficienze di prezzo, al fine di offrire i migliori rendimenti possibili” concludono Martin Skanberg e Stephen Shields.
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