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C’è un’alta probabilità che nel 2019 il vento contrario per le commodity diminuisca

Per l’anno prossimo sono in aumento le aspettative di inflazione mentre il dollaro sarà meno forte: ci sono tutte le condizioni affinchè i rendimenti per le commodity possano salire

28 Dicembre 2018 09:57

Un primo bilancio dei rendimenti 2018 delle materie prime in base alle performance degli ETF specializzati sull’indice generale delle commodity segnala una perdita media del 4,5% da inizio anno, ma con andamenti molto divergenti tra le diverse categoria di beni. Il podio con le performance 2018 più brillanti in euro è composto dal gas naturale (+26,9%), seguito dal palladio (+16,5%) e dal grano (+10,8%). Al contrario, in fondo alla graduatoria figurano il caffè (-24,2%), lo zucchero (-20,2%) e il rame (-16,9%). In rosso anche il petrolio Brent (-15,1%) mentre l’oro è in lieve rialzo (+1,2%). A pesare sulle quotazioni delle commodity le preoccupazioni sull’evoluzione della guerra commerciale tra Washington Pechino, i timori sul rallentamento dell’economia globale e la forza del dollaro, la valuta nella quale sono trattate sui mercati le diverse materie prime.

DOLLARO MENO FORTE NEL 2019


Il biglietto verde ha mostrato forza nel corso del 2018 ma secondo Mark Lacey, Head of Commodities e James Luke, gestore del fondo Schroder ISF Global Gold, Schroders, si stanno delineando le condizioni per un suo prossimo ridimensionamento. “L’impatto dei tagli fiscali promossi dall’amministrazione Trump sta perdendo vigore mentre i tassi di interesse in rialzo stanno cominciando a d avere impatti su alcune componenti sensibili dell’economia. E’ quindi probabile che nel 2019 la zavorra del dollaro forte sulle commodity possa diminuire di intensità agevolando un recupero delle quotazioni” puntualizzano i due esperti. Per i quali occorre anche tenere conto dell’impatto sull’inflazione delle tensioni commerciali e delle politiche fiscali accomodanti dei Governi dell’UE e della Cina: fattore questo finora trascurato dai mercati.

TREND DI NUOVO RIALZISTA PER IL PETROLIO


Entrando nello specifico, Mark Lacey e James Luke prevedono un trend di nuovo rialzista per il prezzo del petrolio per i prossimi 12 mesi, alla luce sia della domanda sostenuta e del fatto che le compagnie petrolifere internazionali continuano a mantenere una certa disciplina nel loro utilizzo del capitale.“Anche ipotizzando una crescita della domanda di petrolio più debole nel 2019 e un significativo aumento della produzione in Nordamerica, restiamo convinti che il mercato sarà costretto ad attingere alle scorte nel terzo trimestre 2019 in quanto la domanda supererà l’offerta dell’OPEC. Una situazione favorevole al rialzo delle quotazioni del greggio che potrebbero subire impennate nel momento in cui la produzione di alcuni paesi ‘a rischio’ (come Libia, Nigeria, Iraq e Venezuela) dovessero subire improvvisi stop” specificano i due esperti.

ALLUMINIO NEL BREVE E NICKEL NEL LUNGO TERMINE


Nell’ambito invece dei metalli industriali, Mark Lacey e James Luke vedono prospettive positive nel 2019 per l’alluminio (alla luce di quotazioni eccessivamente sacrificate rispetto ai costi e all’ampio deficit tra domanda e offerta) e, sul lungo termine, un potenziale significativo per il mercato del nickel (dove l’offerta appare limitata a fronte di una domanda solida destinata a salire per le batterie agli ioni di litio).

ORO PRONTO A RISALIRE


Relativamente invece ai metalli preziosi, i due esperti notano una profonda divergenza tra il breve termine (dominato dalle posizioni ribassiste degli investitori) e il medio termine. Nei prossimi trimestri, secondo Mark Lacey e James Luke, potrebbero materializzarsi le condizioni per un rialzo dell’oro come conseguenza della consapevolezza degli investitori circa l’impatto sull’economia Usa dei tassi di interesse più elevati, dell’incertezza derivante da una politica commerciale più aggressiva e della crescita più debole dei paesi in via di sviluppo.

I FATTORI FAVOREVOLI AI CEREALI


Infine, per quanto riguarda l’agricoltura, dove hanno pesato in modo rilevante sia l’incertezza politica ed economica legata alle dispute commerciali internazionali e sia la volatilità delle valute dei mercati emergenti, il focus dei due esperti è sui cereali in quanto la produzione globale e le scorte dovrebbero continuare a diminuire nel corso del 2019.

FOCUS SU CACAO, ZUCCHERO E CAFFE’


L’outlook 2019 di Mark Lacey e James Luke si conclude sulle cosiddette ‘soft commodity’  “Cacao, zucchero e caffè sembrano essere vicini alla fine del loro trend ribassista di lungo termine, con le quotazioni dello zucchero e del caffè che sono in discesa costante dal 2011. I rischi di downside sono limitati e questo costituisce un’interessante opportunità di investimento di lungo termine” sostengono i due esperti.

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