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Andrea Delitala

USA, timori eccessivi sul rischio recessione. Ma attenzione alla Fed

Per Delitala (Pictet AM) l’economia rallenterà, ma molto dipenderà dal ritmo di drenaggio della liquidità che verrà adottato dalla banca centrale.

19 Dicembre 2018 07:00

Sulle prospettive del mercato USA pesa, ormai da molti mesi, il timore che il rallentamento dell’economia possa tramutarsi in una recessione e la considerazione che gli utili aziendali siano destinati a crescere a ritmi meno elevati, dopo lo “choc” positivo generato dalla riforma fiscale. Per Andrea Delitala, Head of investment advisory di Pictet Asset Management, il pericolo di recessione è sovrastimato dagli investitori, il 2019 esordirà con un rallentamento sincrono delle economie sviluppate.

L’ATTUALE INVERSIONE DELLA CURVA DEI TASSI NON È MOLTO SIGNIFICATIVA


La reazione dei mercati all’inversione della curva dei tassi, considerata un segnale anticipatore di recessione, è stata eccessiva perché è stata registrata nel tratto 2-5 anni che ha un limitato valore segnaletico e perché nelle tre peggiori recessioni degli ultimi 50 anni, l’inversione ha preceduto di oltre un anno la recessione e per essere significativa deve riguardare la parte lunga, quella tra 10 e 30 anni. Il modello adoperato da Pictet per monitorare l’economia Usa, un set di 29 variabili, assegna attualmente una probabilità del 5% alla recessione, la soglia critica è intorno il 23%.

Economia USA solida, borsa debole. Rischi politica monetaria e dazi.


Economia USA solida, borsa debole. Rischi politica monetaria e dazi.





MULTIPLI RIDOTTI E UTILI ANCORA IN CRESCITA NEL 2019…


Di norma quando la quota di liquidità in eccesso si riduce, come sta avvenendo negli Usa, le valutazioni di borsa si contraggono. In effetti, nel 2018 l’utile aggregato dell’indice S&P500 è cresciuto del 20%, ma l’indice è rimasto sui livelli di un anno fa, se non inferiori; il rapporto prezzo/utili si è quindi ridotto, è quello che si definisce un derating, la contrazione dei multipli che spinge al ribasso gli indici. Per il 2019 gli utili sono in attesi in crescita, ma a ritmi inferiori, il 9%, per il venir meno del “doping fiscale” e il rapporto prezzo/utili attesi a 12 mesi di colloca a 15,2, un valore molto prossimo alla media storica di lungo periodo.

… MA MENO OTTIMISMO SUL LUNGO PERIODO


Per quanto riguarda, invece, una prospettiva di più lungo termine, Pictet ritiene ottimistiche le stime del consensus degli analisti: i rendimenti prospettici dello S&P500 a cinque anni si collocheranno tra lo 0% e il 5%, molto inferiori quindi sia alla media storica degli ultimi 50 anni (8% annuo in termini reali) che al 12% annuo registrato in questo ciclo di rialzo avviato nel 2009.

LA FED AGO DELLA BILANCIA


Quello che accadrà sul fronte macroeconomico e conseguentemente le strategie di investimento da adottare dipenderanno in massima parte dalle azioni della Fed. Negli ultimi mesi la Banca Centrale Usa ha ammorbidito la sua posizione in merito alla risalita dei tassi, ma non ha ancora espresso una posizione sulla gestione della liquidità, attualmente il suo riassorbimento, sotto forma di mancato reinvestimento dei titoli in scadenza, sta avvenendo a un ritmo di 50 miliardi di dollari al mese, 600 miliardi l’anno. Un ritmo elevato, difficilmente sostenibile da parte di un’economia in rallentamento, secondo Pictet, e che potrebbe provocare un credit crunch, una stretta creditizia; la banca centrale Usa potrebbe essere spinta ad adottare una politica più prudente, un eventuale errore sul bilancio della Fed sarebbe meno facilmente reversibile di un’eccessiva stretta sui tassi.

SE LA FED NON SBAGLIA LE SUE MOSSE, MINORI PRESSIONI SULLE AZIONI USA


Nell’ipotesi di un drenaggio di liquidità al ritmo attuale, Pictet stima che i 600 miliardi di liquidità sottratta all’economia possano frenare il PIL Usa per circa uno 0,6% nel 2019/20, con l’effetto di generare un nuovo derating che potrebbe erodere per intero la sorpresa sugli utili e, conseguentemente, performance azionarie pari a zero o negative. Un secondo scenario, decisamente più positivo e per Pictet anche più plausibile, sebbene non ancora ritenuto tale dal mercato, prevede che sia adottato lo stesso ammorbidimento che Powell ha mostrato sui tassi anche sulla riduzione del bilancio, la Fed potrebbe assumere una posizione ufficiale al riguardo entro marzo. In questa ipotesi il traguardo di normalizzazione del bilancio sarebbe raggiunto entro fine 2019 e, di conseguenza, la pressione sulle valutazioni si attenuerebbe, con la possibilità di performance azionarie, pur sempre ad una cifra, ma più verosimilmente positive.

Il voto americano di mid term distribuisce le carte ai mercati


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