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Eurozona

“Stimolo fiscale unica strada per far ripartire l’eurozona”

Per Pictet AM l’ipotesi di un nuovo incoraggiante piano di stimoli fiscali potrebbe far decollare la crescita dell'eurozona, trasformandola da anello debole dell’economia mondiale a locomotiva di sviluppo

di Redazione 27 Novembre 2019 14:27

Cosa potrebbe trasformare l’Eurozona da anello debole dell’economia mondiale a locomotiva di crescita? A questa domanda hanno cercato di offrire spunti interessanti Sabrina Khanniche, Senior Economist, Steve Donzé, Senior Macro Strategist di Pictet Asset Management, che hanno approfondito la situazione partendo dall’ipotesi di un nuovo incoraggiante piano di stimoli fiscali per far decollare la crescita dell'eurozona.


IL CONTRIBUTO DELLA GERMANIA


Il contributo più sostanzioso dovrebbe essere targato Germania, la cui economia, legata a doppio filo al settore manifatturiero, evidenzia variazioni prossime a una recessione. In base agli ultimi calcoli, la posizione fiscale della Germania, rettificata per il ciclo economico e alcuni effetti una tantum, dovrebbe salire dal -0,7% del 2018 al +0,8% del PIL il prossimo anno. “Un passo significativo ma insufficiente. Berlino esprime quasi un terzo del PIL dell'eurozona, e in base ai nostri calcoli il suo piano di spesa per il 2020 si limiterà ad aggiungere 40 punti base (+0,40%) alla crescita del Paese nell’anno (vedi grafico)” specificano Khanniche e Donzé. Ecco perché si moltiplicano gli interventi - come quello in ottobre della Cancelliera Angela Merkel e quello più recente del Ministro delle Finanze Olaf Scholz - orientati a suggerire al governo di Berlino un ulteriore budget di spesa per diverse decine di miliardi di euro.


UN PIANO DA 1.000 MILIARDI DI EURO PER I PROSSIMI 10 ANNI


Un coro di consensi che vede in prima fila pure il Fondo Monetario Internazionale (FMI) mentre la Presidente della Commissione Europea è arrivata a sollecitare una spesa di 1.000 miliardi di euro per progetti sostenibili nel prossimo decennio. Tuttavia, affinché uno stimolo fiscale sia efficace è necessaria un’azione concertata con la banca centrale. Se i governi aumentassero i budget di spesa andrebbero incontro a maggiori oneri finanziari.


QUELLO CHE LA BCE STA GIÀ FACENDO…


Per contrastare questo possibile fenomeno, la BCE sta già aumentando il livello di liquidità nel sistema finanziario per mantenere bassi i tassi d’interesse. Il nuovo pacchetto di stimoli presentato in settembre prevede 20 miliardi di euro al mese. Se il programma proseguisse, nei prossimi due anni l’Eurotower immetterebbe nel sistema quasi 500 miliardi di euro: l'iniezione di liquidità della regione al livello più alto dal 2014 e superiore alla media degli ultimi 12 anni.

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…E QUELLO CHE EVENTUALMENTE POTREBBE FARE IN FUTURO


Non solo. Nell’arsenale a disposizione della Bce figurano anche molte altre soluzioni, a cominciare dal TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, le operazioni finalizzate al rifinanziamento a più lungo termine). “La BCE potrebbe anche prendere in esame di ammorbidire ulteriormente i termini dell’attuale programma di credito. Per esempio potrebbe offrire finanziamenti perpetui alle banche in difficoltà, oppure intervenire con una politica monetaria come quella della banca centrale del Giappone che controlla la curva dei rendimenti” spiegano Khanniche e Donzé.


ULTERIORI SPAZI DI MANOVRA


Secondo i quali, sebbene queste mosse possano rappresentare interventi estremi, nel caso in cui le condizioni dell'economia globale dovessero peggiorare lascerebbero al nuovo capo della BCE Lagarde e ai governi della zona euro ulteriori spazi di manovra in cui muoversi per sostenere la crescita.
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