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Brexit

La sterlina "sottovaluta" il rischio di una Brexit senza accordo

Il pound viaggia sopra il fair value, ma Pictet AM ritiene che il mercato non stia prezzando in maniera adeguata la possibilità crescente di ‘crash out’, un esito disordinato e senza accordo di Brexit con possibili elezioni

27 Marzo 2019 14:00

La proroga tecnica concessa dalla Ue non basterà a ricomporre il dissidio interno al Parlamento britannico e le ultime mosse si giocano tra un accordo last minute, il ritiro dell’articolo 50 o un’estensione a tempo indeterminato. In mezzo la prospettiva di probabili elezioni generali anticipate, la possibilità di un nuovo referendum e molta incertezza. E questo scenario, le cui probabilità sono in crescita, secondo Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, non viene adeguatamente prezzato dai mercati, in particolare dal cambio della sterlina, principalmente contro dollaro. L’esperto osserva che da inizio 2019 il focus della Brexit si è spostato dal processo di negoziazione tra Ue e UK alle dinamiche politiche interne britanniche, che hanno finora impedito di trovare un supporto parlamentare sufficiente a garantirne la ratifica, tanto da aver indotto il Consiglio Europeo a concedere una proroga tecnica fino al 12 aprile.

ALL’ORIZZONTE SI AFFOLLANO SCENARI MOLTO DIVERSI


Ma nel frattempo anche il rischio di scenari alternativi, secondo l’analisi di Pictet AM, diventa più rilevante. In primo luogo perché non basteranno due settimane per sciogliere i nodi interni, mentre l’ipotesi della revoca dell’articolo 50 da parte del Parlamento inglese diventa possibile in assenza dell’approvazione dell’accordo targato May. Ma anche il rischio di crash-out aumenta di probabilità nel caso l’impopolare revoca dell’articolo 50 non trovi il supporto del Parlamento, mentre lo scenario di una ”estensione lunga” resta sul tavolo ma gravida di complicazioni, non ultima la necessità di un’approvazione all’unanimità da parte dei paesi membri dell’Unione Europea. Molti scenari portano inoltre a possibili elezioni generali, e magari anche a un nuovo referendum. Questo imporrebbe ai mercati di valutare non solo le implicazioni della Brexit ma anche quelle di un cambiamento di governo dai conservatori ai laburisti, con implicazioni sostanziali in politica economica e fiscale.

LE POSSIBILITÀ DI UN RECUPERO DELLA STERLINA


Theresa May deve fronteggiare non solo l’opposizione laburista ma anche le fazioni interne al proprio partito che vogliono una hard Brexit. A questo si aggiunge la crescente mobilitazione per un nuovo referendum. Secondo l’esperto di Pictet la partita si gioca ora tra 3 alternative: approvazione in extremis dell’accordo May, ritiro dell’articolo 50, estensione di 1 anno e più concessa dalla Ue. Il possibile impatto sul cambio sterlina/dollaro, che oggi viaggia intorno a 1,32, sarebbe ovviamente diverso. Nel primo caso, che per Pictet AM ha una probabilità di verificarsi non superiore al 20%, si potrebbe registrare un recupero del pound verso quota 1,40. Ma la May potrebbe offrire in contropartita le elezioni, il che frenerebbe il potenziale al rialzo della valuta inglese. Una sospensione anche temporanea con possibili elezioni generali anticipate, uno scenario a cui Pictet AM attribuisce una probabilità vicina al 40%, spingerebbe la sterlina in iniziale rialzo in area 1,42, mentre lo scenario di ritiro dell’articolo 50 o un’estensione condizionata che aprisse a un nuovo referendum è visto possibile a non più del 10%, ma con un potenziale di apprezzamento della sterlina in questo ben superiore, in area 1,50, ferme restando le implicazioni negative di eventuali elezioni generali abbinate.

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CRASH OUT PROBABILE AL 30%, SAREBBE DISASTROSO PER LA STERLINA


Infine il crash out. Considerato un rischio estremo ma altamente improbabile dai mercati, secondo i gestori di Pictet AM va invece valutato con più attenzione. Senza l’approvazione della proposta May, l’opzione successiva del ritiro dell’articolo 50 potrebbe trovare nel Parlamento inglese resistenze tali da non poter essere superate nel brevissimo tempo a disposizione prima della scadenza del 12 aprile. Secondo Pictet la valutazione del rischio di crash out non sembra adeguatamente prezzata dalla sterlina ai corsi attuali, mentre secondo i gestori di Pictet AM ha una probabilità del 30%. La conseguenza sarebbe un deprezzamento sostanziale della sterlina contro dollaro con un obbiettivo non lontano da 1,10. E le implicazioni negative delle inevitabili elezioni generali in questo scenario lascerebbero presagire esiti ancor più negativi per la valuta inglese.

BOTTOM LINE


La bottom line di Piersimoni è che una sterlina che viaggia a 1,32, sopra il fair value di 1,28, non sembra prezzare in maniera adeguata “il rischio in aumento di un crash out e le implicazioni di eventuali elezioni”, che sembrano incrementalmente probabili nel contesto di crisi politica inglese. L’esperto aggiunge che, sul mercato della volatilità, il movimento implicito della sterlina nella giornata del 12 aprile è pari al 3%, probabilmente corretto nel caso di un esito positivo ma decisamente modesto nell’ipotesi di crash out.
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