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ESG

Sostenibilità, i gestori possono dare una spinta agli emergenti

Un’analisi dei motivi per cui gli investitori nelle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti devono fare attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance.

3 Gennaio 2019 08:00
financialounge -  ESG mercati emergenti Pictet

Quanto conta la sostenibilità nelle scelte di investimento? I fattori Esg – ambientali, sociali e di governance – rappresentano indicatori importanti per gli investitori che puntano sui bond sovrani dei Paesi emergenti. Tuttavia, l’approccio più corretto per valutare questi fattori ai fini della costruzione dei portafogli passa dalla loro integrazione in un contesto più ampio, che tenga conto anche delle altre caratteristiche della struttura economica dei Paesi in questione. È questo il senso dell’analisi di Mary-Therese Barton, head of Emerging Market Debt di Pictet Asset Management. La manager porta alcuni esempi concreti: “Le immagini delle mazzette di banconote praticamente prive di valore dello Zimbabwe o del Venezuela, necessarie per acquistare prodotti di base come il pane e la carne, sottolineano chiaramente l’importanza della governance nelle economie dei mercati emergenti. Ma cercare di scoprire – non diciamo leggere – i segnali che indicano come stanno cambiando le condizioni, se in meglio o in peggio, è difficile”. E non c’è solo questo aspetto da considerare: “A complicare ulteriormente le cose ci sono le dimensioni sociali e ambientali, che potrebbero svolgere ruoli altrettanto critici nelle scelte di investimento – sottolinea Barton -. Ad esempio, la deforestazione in atto ad Haiti e la Primavera araba hanno prodotto come conseguenza drammatica la totale svalutazione delle rispettive valute”.

INFORMAZIONI DI QUALITA’ CERCANSI


Tuttavia, spiega la manager, “gli investitori hanno fatto molta fatica a valutare le caratteristiche ambientali, sociali e di governance dei Paesi in modo onnicomprensivo o sistematico, soprattutto nei mercati del reddito fisso, anche a causa di una relativa mancanza di informazioni di qualità. Mentre i fattori Esg vengono sempre più quantificati a livello di aziende e utilizzati per l’investimento in azioni e credito, ci sono state meno ricerche sul modo in cui tali parametri influiscono sul merito creditizio degli Stati”. Per colmare questa lacuna, “recentemente i servizi di consulenza e le agenzie di rating hanno risposto alla crescente domanda di analisi Esg basata sui titoli sovrani. Si tratta di una tendenza che è destinata a crescere, in quanto gli investitori vedono la diretta dimostrazione della correlazione tra il punteggio dei Paesi in base a diversi criteri Esg e la performance delle loro obbligazioni. Ad esempio, è sempre più evidente la correlazione tra una buona governance e un minore rischio di insolvenza sovrano e l’andamento degli spread. Un altro recente studio ha evidenziato che mentre il cambiamento climatico ha aumentato il costo medio del debito dei Paesi emergenti di 117 punti base, coloro che hanno investito in adeguamento sociale sono riusciti a ridurre i costi di 67 punti base”.

ANCHE SE I RATING AIUTANO, NON SONO UN RIMEDIO MAGICO


In ogni caso, nota Barton, “l’analisi dei criteri Esg per Paese non è una scatola nera in grado di emettere responsi inequivocabili. Innanzitutto, alcuni criteri Esg non cambiano molto o spesso. In secondo luogo, questi fattori possono avere effetti variabili sulle economie. Vale a dire che alcuni contano più di altri; dipende tutto dalle circostanze particolari di ciascun Paese. E tutti necessitano di un approccio delicato per l’integrazione dei criteri Esg con criteri di valutazione più tradizionali”.

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INTEGRARE I FATTORI ESG NEI MODELLI DI RISCHIO DI UN PAESE


“In Pictet Asset Management utilizziamo una miriade di dati Esg, provenienti da fonti sia esterne che interne, che sono poi aggregati in un punteggio per Paese. I fattori ambientali che monitoriamo comprendono la qualità dell'aria, l’esposizione al cambiamento climatico, la deforestazione e la scarsità d’acqua. Le dimensioni sociali comprendono istruzione, salute, aspettativa di vita, ricerca scientifica. E la governance riguarda elementi come corruzione, processo elettorale, stabilità di governo, indipendenza di giudizio e diritto alla riservatezza. Tutto insieme questo punteggio complessivo compone uno dei sei pilastri dell’indice di rischio di un Paese (CRI), prodotto dal nostro team di economisti”. Tuttavia, spiega la manager, “l’approccio più redditizio all’investimento in Esg sovrani è probabilmente un approccio che riguardi l'intero settore. I governi a cui si chiede di migliorare le credenziali Esg con ogni probabilità evidenzieranno una crescita più robusta e stabile e saranno più capaci di sopportare le turbolenze macroeconomiche. Presi singolarmente, i gestori di portafoglio hanno relativamente poco potere di incidere, sebbene ci siano esempi in cui i debitori governativi si sono inchinati alla pressione esercitata dai gestori”.

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IL SETTORE PUO’ IMPRIMERE UNA DIREZIONE


Invece, come spiega Barton, “nel complesso il settore ha la forza per guidare i governi nella direzione giusta: circa 592 miliardi degli 8.311mila miliardi di dollari di debito sovrano dei mercati emergenti in circolazione sono detenuti da società di gestione patrimoniale”. Per l’attività di Pictet Asset Management la sostenibilità è sempre stata un punto centrale, “motivo per cui siamo anche in prima linea nell’integrare i criteri Esg in tutti i nostri processi di investimento, se non altro per le nostre strategie di debito dei mercati emergenti. Non solo ci impegniamo direttamente con gli emittenti delle obbligazioni sovrane: lavoriamo anche con i nostri concorrenti e con gli enti multinazionali rilevanti per sviluppare un approccio a livello di settore in grado di sostenere e incoraggiare i governi ad essere meglio gestiti, più attenti all’ambiente e a fare cosa è meglio per le loro società. Perché questo è il modo migliore per migliorare il welfare delle persone nelle economie emergenti, e nel corso del tempo, avvantaggiare i nostri investitori. E perché è la cosa giusta da fare”.

 
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