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Smart city e carbon free, i nuovi megatrend

La sostenibilità non è più una moda, ma un concetto che le case di investimento devono interpretare a 360 gradi, spiega Paolo Paschetta di Pictet Asset Management

12 Marzo 2019 15:40

Non più una moda o un approccio di marketing: l’applicazione dei criteri Esg rappresenta una scelta cruciale per le società di investimento, in grado di orientare le decisioni degli investitori, specie dei Millennials. Lo spiega un’analisi a cura di Paolo Paschetta, country head per l’Italia di Pictet Asset Management. Non si tratta solo di una questione di etica: secondo l’Università di Harvard, un dollaro collocato in società Esg nel 1993, 17 anni dopo valeva 22,6 contro i 15,4 delle aziende meno attente al tema. Inoltre, lo scorso 7 marzo un nuovo regolamento europeo ha sancito l’obbligo per tutti gli strumenti finanziari proposti al mercato di indicare la propria sostenibilità ambientale e sociale. “La riforma si applica a fondi comuni, polizze, schemi pensionistici, gestioni di portafogli individuali e contratti di consulenza: viene sancito il divieto di greenwashing e si prevede un sistema di monitoraggio che sarà garantito dalle tre autorità di vigilanza europee”.

LA LETTERA APERTA DEI GESTORI


Per Paschetta si tratta di “una novità epocale”, che “arriva a valle dell’iniziativa di cui Pictet Am si è fatto promotore, attraverso la Swiss Sustainable Finance, meno di un mese fa”. Il riferimento è alla lettera aperta inviata l’11 febbraio scorso ai rappresentanti di FTSE Russel, Morningstar, MSCI, S&P Dow Jones Indices e STOXX, affinché siano rimossi da tutti gli indici – usati come base per la costruzione di prodotti di investimento attivi e passivi - i produttori di armi controverse. L’appello è stato firmato da oltre 140 tra asset manager, investitori istituzionali, wealth manager rappresentanti asset under management per 6,8 trilioni di dollari.

UN’IMPORTANTE PRESA DI POSIZIONE


La lettera rappresenta un’importante presa di posizione da parte dell’industria del risparmio gestito, in un contesto che vede una sempre maggiore propensione verso i temi della sostenibilità e la responsabilità sociale e di governance. Secondo l’ultimo report di Global Sustainable Investment Alliance, la massa di investimenti responsabili ha raggiunto il ragguardevole valore di 23mila miliardi di dollari, con l’Europa in testa a 10,7 trilioni di dollari e gli Usa secondi a 6,5 trilioni. Un boom dovuto soprattutto all’avanzata dei millennial: secondo una ricerca della US Trust Bank of America, tra i millennial Hnwi (high net worth individuals), il 77% detiene nei propri portafogli di investimento titoli sostenibili, contro una quota del 40% di tutti gli Hnwi.

INVESTIRE SOSTENIBILE FA BENE ALLE PERFORMANCE


“Ultimo, ma non meno importante, investire in maniera sostenibile non è solo una scelta etica, ma ha impatti benefici anche sulle performance di imprese e portafogli”, sottolinea Paschetta. Da una recente analisi di Pictet Am emerge infatti che le società che rispettano i principi Esg registrano performance migliori e più stabili nel tempo, beneficiano di un costo del capitale inferiore e di rating creditizi più elevati. Le società che non sono in grado di gestire i rischi ambientali, invece, hanno costi di indebitamento in media superiori del 20%. Inoltre, secondo lo studio “The Impact of Corporate Sustainability on Organizational Processes and Performance” della Business School di Harvard, ogni dollaro investito in società altamente sostenibili nel 1993, nel 2010 valeva 22,6 dollari, contro i 15,4 dollari delle concorrenti meno attente ai criteri Esg. Infine, più è elevato il rating Esg di una società, meno è volatile l’andamento del corso azionario, soprattutto in periodi di turbolenza sui mercati; e le società che rispettano i principi Esg sono meno esposte ai rischi aziendali derivanti da problemi ambientali o di cattiva governance.

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UNA CONSAPEVOLEZZA DI LUNGA DATA


Per Pictet Asset Management la consapevolezza sul tema della sostenibilità è di lunga data: nel 1999 la società ha lanciato il primo fondo mondiale sull’acqua e a fine 2018 ha integrato i criteri di selezione Esg in tutti i fondi e le strategie long-only. “Puntiamo a fare lo stesso per tutte le rimanenti strategie long-short e multi-asset”, spiega Paschetta. “La nostra strategia principale è quella di selezionare titoli di società che offrono soluzioni a problemi ambientali come il cambiamento climatico e che favoriscano il passaggio a una economia a bassa intensità di carbone: energia pulita, gestione dello spreco, controllo delle emissioni dell’aria sono temi per noi classici”. In più, la società sviluppa o gestisce “portafogli che investono nell’intera filiera economica ma che puntano soltanto in quelle società che sono all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità nel loro settore nei confronti dei loro competitor”.

I MEGATREND DEL PROSSIMO FUTURO


Tra i fondi tematici che negli anni sono andati ad ampliare la gamma di Pictet Am ci sono i fondi Nutrition, Timber, Clean Energy, Global Environmental Opportunities e Smart City. Questi ultimi, in particolare, “individuano i megatrend del prossimo futuro”, fa notare Paschetta. “In particolare, riteniamo cruciale il tema che segue il Pictet-Global Environmental Opportunities, un comparto azionario che investe principalmente in azioni globali di società che operano nella catena di valore dell'energia pulita, dell'acqua, dell'agricoltura, delle attività forestali e cavalca il tema secolare del passaggio a una società sempre più carbon-free”. Un altro trend in ascesa riguarda “un cambiamento molto importante che sta segnando le nostre città e che cerchiamo di cogliere nel portafoglio Smart City, lanciato lo scorso settembre. Le città in tutto il mondo riconoscono la necessità di investire nell’ammodernamento delle infrastrutture e di adottare soluzioni e tecnologie più intelligenti per migliorare la qualità della vita di una popolazione che cresce in maniera esponenziale. Il nostro obiettivo è rafforzare l’esposizione alle società che offrono soluzioni alle sfide poste dall’urbanizzazione e dal cambiamento nello stile di vita dei consumatori”.
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