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Il voto americano distribuisce le carte ai mercati

Pictet Asset Management propone 4 scenari per i risultati delle elezioni di mid-term e illustra gli effetti molto diversi, in alcuni casi opposti che avrebbero sui vari mercati, dalle azioni alle obbligazioni fino agli emergenti.

6 Novembre 2018 07:50

Oggi gli americani votano per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti, di oltre un terzo del Senato e per 30 poltrone di governatore su 50 stati. Il voto di mid term è guardato con grande attenzione dai mercati per una serie di motivi - dal futuro della Fed in attesa di riforma, alla prosecuzione o meno delle politiche fiscali espansive di Trump, agli sviluppi possibili sul fronte della guerra dei dazi – tutti con un impatto importante, dal dollaro, ai bond USA, all’inflazione, alla propensione al rischio. A poche ore dai risultati, che arriveranno in Europa in coincidenza con l’apertura dei mercati di mercoledì 7, Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, propone 4 scenari possibili.

SCENARIO PIU’ PROBABILE, UN CONGRESSO INGOLFATO


Lo scenario principale, a cui Pictet attribuisce una probabilità del 60%, vede la Camera finire in mani democratiche e il Senato restare repubblicano. Il Congresso verrebbe ingolfato dalle richieste democratiche di inchieste sull'amministrazione Trump, mentre i due partiti potrebbero trovare punti di incontro sugli investimenti in infrastrutture, mentre su un nuovo taglio alle tasse sarebbe scontro. Lo scenario non mette in discussione l'autonomia della Fed, rasserenando il clima sull’obbligazionario e favorendo i Paesi emergenti. I farmaceutici, con Trump e il Partito Democratico estremamente in sintonia sul controllo dei prezzi dei farmaci, subirebbero forti pressioni.

La Fed tira diritto sui dati, banche italiane molla compressa


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RALLY EFFIMERO CON UN CONGRESSO TUTTO REPUBBLICANO


Se invece, ed è il secondo scenario, la maggioranza repubblicana venisse confermata anche alla Camera, a cui Pictet AM attribuisce una probabilità di appena il 13%, la riforma della Fed ripartirebbe, i tagli alle tasse 2.0 tornerebbero in agenda e partirebbero iniziative ancora più spinte su commercio e deregulation. Gli impatti per i mercati nel brevissimo termine sarebbero positivi, soprattutto per small cap, infrastrutture e ciclici, ma sarebbe un rally di breve respiro perché il timore che la Fed venga messa sotto sorveglianza prevarrebbe provocando forti preoccupazioni. I tassi continuerebbero a salire con un impatto doloroso sulle obbligazioni, in uno scenario non particolarmente brillante anche per gli asset rischiosi.

Attenzione: rischio caduta angeli sul mercato dei bond USA


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SE SI DOVESSERO INVERTIRE LE PARTI


Lo scenario intermedio dato al 21% prevede che sia Camera che Senato passino a maggioranza Democratica: in questo caso, secondo l’analisi di Pictet, a soffrire sul fronte obbligazionario sarebbero le corporate domestiche insieme al dollaro, mentre i mercati emergenti, sia sul fronte obbligazionario che azionario avrebbero buone possibilità. Immobiliare e farmaceutici invece subirebbero una forte penalizzazione sui listini. Quarto, ultimo e  meno probabile scenario, quotato al 6%: Camera repubblicana e Senato democratico. Secondo l’esperto di Pictet a uscire vincenti in questo caso sarebbero l’obbligazionario Usa, sia governativo che corporate, insieme all’azionario dei mercati emergenti e alle infrastrutture.
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