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Mercato azionario: sovrappeso su Giappone, industriali e healthcare

La borsa del Giappone beneficia dello yen debole e di una dinamica positiva degli utili mentre a livello globale i settori sanitario e industriali sono da preferire.

22 Dicembre 2016 09:59
financialounge -  giappone industria mercati azionari Pictet settore finanziario settore sanitario

Il listino USA sembra caro e, inoltre, è esposto all’imprevedibilità del neo presidente Trump. I listini azionari europei potrebbero subire implicazioni derivanti dal crescente malcontento dell’elettorato verso l’establishment mentre le Borse emergenti dovranno fare i conti con una forza del dollaro USA superiore a quanto si pensasse. Questo non significa però che le opportunità siano completamente svanite.

Per la PSU, la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, il listino di Tokyo dovrebbe beneficiare dell’instabilità generale.

In primo luogo la forza del dollaro rappresenta una fonte di beneficio per la borsa nipponica. Il biglietto verde si è rafforzato contro lo yen (+6% circa, più che contro ogni altra valuta asiatica), e questo garantisce agli esportatori giapponesi un sensibile miglioramento delle prospettive di profitto. Utili che, peraltro, sono già in tendenziale aumento: a partire da giugno si è infatti registrato un aumento degli utili per azione (eps) e della percentuale di società che hanno rivisto al rialzo le previsioni di profitto.

In parallelo gli indicatori della PSU evidenziano un miglioramento delle condizioni economiche del Giappone: il reddito disponibile reale aumenta e gli indicatori anticipatori guadagnano terreno. Non a caso, c’è un ritorno degli investitori esteri sul mercato azionario giapponese che, peraltro, presenta le valutazioni più interessanti a livello globale.

Guardando invece ai settori a livello globale, la PSU guarda con particolare attenzione agli industriali che dovrebbero essere i principali beneficiari della promessa elettorale da parte di Donald Trump di un aumento della spesa per le infrastrutture di 500 miliardi di dollari. Sovrappeso pure su titoli finanziari e, in particolare le banche, che dovrebbero essere favorite dalla maggiore inclinazione delle curve dei rendimenti obbligazionari, che potranno determinare margini più elevati sull’attività di finanziamento.

Per contro, la PSU sottopesa le utilities che saranno vulnerabili al rialzo dei tassi obbligazionari vista la loro caratteristica di essere dei titoli assimilati alle obbligazioni.

“Abbiamo anche un sovrappeso sul settore sanitario e sulla tecnologia. I titoli healthcare sono fra i più convenienti secondo le nostre valutazioni: le corporation sanitarie USA hanno offerto le performance peggiori in vista delle elezioni presidenziali, nel quadro dei timori di un contenimento dei prezzi dei nuovi farmaci sotto un’eventuale amministrazione Clinton e ora presentano valutazioni interessanti. I titoli hi tech, invece, pur sensibili ad eventuali crisi del commercio mondiale, dovrebbero comunque beneficiare della crescita strutturale e ciclica. Inoltre le aziende tecnologiche di norma sono poco indebitate e generano consistenti flussi ci cassa: caratteristiche che le rende relativamente poco sensibili al rialzo dei rendimenti obbligazionari” conclude la PSU.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Pictet Asset Management

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