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Investimenti, perché nelle scelte di Pictet AM tornano a brillare le azioni

Pictet Asset Management decide di aumentare l'esposizione azionaria da sottopeso a neutra accompagnata da una riduzione dell’allocazione alla liquidità, mentre privilegia il debito emergente in valuta locale

di Redazione 13 Novembre 2019 07:00
financialounge -  investimenti Morning News Pictet Am

Pictet Asset Management fa il punto sul ciclo economico e sulle prospettive dei mercati. I dati indicano ancora una crescita globale sotto il potenziale, ma che punta ad un miglioramento nei mesi a venire. Questo grazie a dati sempre più positivi dai settori manifatturiero e industriale statunitensi e alla sorprendente resilienza dei consumi USA. Se il dialogo commerciale tra Cina e Stati Uniti dovesse portare a un compromesso anche ridotto è possibile che anche il sentiment delle aziende migliori.

CONDIZIONI DI LIQUIDITA’ GLOBALE NEUTRE GRAZIE ALLE BANCHE CENTRALI


Il Barometro di novembre sull’asset allocation curato dalla Strategy Unit della casa di investimento rileva che la Cina in particolare beneficerebbe di un rilassamento delle tensioni con gli USA, anche se l'economia è ancora appesantita dal calo degli investimenti privati, da consumi stagnanti e dalla devastazione della peste suina. Anche la Germania, che rischia di entrare in recessione, è alla ricerca di buone notizie sul commercio, data la dipendenza dalla manifattura e dalle esportazioni. In generale, secondo Pictet AM, le condizioni globali della liquidità sono neutre per le classi di attivi più rischiose a seguito dell’azione delle banche centrali.

QUOTAZIONI DELLE AZIONI EQUE, MA QUELLE AMERICANE SONO CARE


In questo contesto gli indicatori delle valutazioni della casa indicano che le azioni hanno quotazioni nel complesso eque, con quelle statunitensi più costose e le britanniche più convenienti, mentre le obbligazioni di Stato sono costose, e quelle societarie sono estremamente costose.

PROSPETTIVE MIGLIORI PER EMERGENTI E TITOLI VALUE


Per quanto riguarda singoli settori azionari e regioni, Pictet AM vede prospettive migliori per i mercati emergenti e i titoli value. Le previsioni per le economie dei mercati emergenti prevedono una crescita del 4% quest’anno, ben oltre il livello previsto per i mercati sviluppati, con utili societari proiettati verso una crescita del 14% l’anno prossimo, dato che secondo Pictet AM potrebbe essere anche maggiore se il dollaro dovesse ulteriormente indebolirsi.

Azionario, Pictet AM: titoli industriali e small cap favoriti da politiche fiscali


Azionario, Pictet AM: titoli industriali e small cap favoriti da politiche fiscali





AZIONARIO EUROPEO SOVRAPPESATO, LO STIMOLO AVRA’ EFFETTI SULLA CRESCITA


Per questo la casa d’investimento ha portato la posizione sui titoli emergenti al sovrappeso, mentre è meno entusiasta sulla maggior parte dei titoli dei mercati sviluppati, nel timore che le previsioni degli analisti sul possibile aumento dell'8-9% degli utili negli Stati Uniti e in Europa, Svizzera e Giappone nel 2020 possano essere troppo ottimistiche. Di qui la scelta di mantenere gli USA sottopesati, di ridurre a neutra la posizione sui titoli britannici, e di restare sovrappesati sull'eurozona, perché l’ampio stimolo monetario è destinato a sostenere la crescita.

CIELO NUVOLOSO SU VALUTE E REDDITO FISSO, MA NON DEGLI EMERGENTI


Nel reddito fisso e nelle valute Pictet AM vede cielo nuvoloso, con qualche schiarita nei mercati emergenti. Le valutazioni delle obbligazioni globali sono giudicate estremamente elevate, ma non quelle dei mercati emergenti, con quelle in valuta locale che offrono ancora il valore maggiore tra i principali mercati obbligazionari. Anche le valute emergenti sono viste come molto interessanti, tanto che Pictet AM stima che siano sottovalutare del 20-25% rispetto al dollaro, e si aspetta che parte del divario sia colmata nel 2020.

I TRE PALETTI DELL’ASSET ALLOCATION


Riepilogando, l’asset allocation proposta da Pictet AM prevede la promozione delle azioni, portate a neutre, con conseguente riduzione della liquidità, il sovrappeso di mercati emergenti e titoli finanziari con corrispondente sottopeso di beni di consumo e voluttuari. Infine la scelta di privilegiare il debito in valuta locale dei mercati emergenti grazie al miglioramento del contesto economico e a tassi di cambio interessanti.
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