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Aggiornamento flash sulle Obbligazioni dei Paesi Emergenti

23 Settembre 2011 20:00
financialounge -  FinanciaLounge finanza investimenti livello di rischio mercati emergenti mercati obbligazionari Pictet
Nel corso dell'ultima settimana le divise dei paesi emergenti hanno subito una correzione importante, così come le performance dei fondi sul debito emergente in valuta locale.

"E’ necessario evidenziare il potenziale "rischio vendite" sulle valute emergenti, a causa dei possibili timori di un trasferimento sulle economie di questi paesi di un rallentamento delle economie dei paesi sviluppati, effetto bilanciato da una migliore performance della parte lunga della curva dei rendimenti (ove i nostri fondi sono più investiti)."

"Questo rischio si è concretizzato nell'ultima settimana, con una concentrazione di vendite che ha causato un ribasso sulle valute emergenti più marcato dei guadagni nei corsi delle obbligazioni a più lunga scadenza."

"Noi di Pictet crediamo inoltre che, a differenza della recessione del 2008, nel complesso le economie emergenti sono diventate meno dipendenti dall'export verso i paesi sviluppati e quindi meno "sensibili" ad un eventuale rallentamento economico, grazie alla crescita dei consumi interni (sono cresciuti regolarmente negli ultimi 3 anni)."

"Volendo comunque essere pessimisti e ipotizzando che rispetto al 2008 non ci sia stato alcun cambiamento, siamo andati a verificare qual è stato l'impatto che la recessione del 2008 nei paesi sviluppati ha generato nel PIL dei paesi emergenti."

"Emerge che il blocco BRIC era stato toccato solo marginalmente, con paesi come Cina e India addirittura solo sfiorati. Il Brasile è riuscito addirittura a produrre una crescita superiore alle stime fatte ad inizio 2008. I paesi che hanno sofferto di più sono quelli geograficamente più vicini ad Europa e USA (come Turchia e Messico), o quelli più dipendenti dall'export come la Corea."

"Nel 2008 le obbligazioni emergenti in valuta locale avevano registrato cali importanti per quasi tutto l'anno proprio perchè nessuno poteva quantificare il danno che sarebbe arrivato dalla recessione dei paesi sviluppati. Una volta accertato il limitato danno, il recupero è stato repentino e corposo. Nel contesto attuale l'esperienza del 2008 ci è certamente utile e ci induce a rimanere ottimisti sulle prospettive di tenuta delle economie emergenti. La volatilità di breve non è eliminabile da questa asset class ma il trend di lungo periodo rimane quello che sosteniamo da oltre 2 anni."

"Da ultimo, aggiungiamo che la rapidità del movimento al ribasso subito dalle divise dei paesi emergenti nel corso dell'ultima settimana ha molto a che fare con un generale flight to quality in un contesto di "contagio" nel segmento obbligazionario legato alla mancanza di liquidità degli strumenti over the counter: partita a metà agosto sui titoli del credito (high yield e corporate), nell'ultima settimana la crisi di liquidità ha raggiunto anche le obbligazioni dei paesi emergenti, fino ad allora relativamente immuni dal marasma generale. In un simile contesto andare a disinvestire su tali mercati vuol dire contribuire ad accentuare la problematica della scarsa liquidabilità di tali strumenti con un impatto evidente sulla performance del prodotto: un circolo vizioso assolutamente deleterio."

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