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David Lafferty

Usa-Cina, una relazione difficile… per gli investitori

Secondo Lafferty (Natixis IM) è ancora altamente probabile che un accordo USA – Cina venga raggiunto quest'anno, ma la proiezione di tale probabilità è scesa dal 75-80% al 60-65%

di Redazione 9 Maggio 2019 16:49
financialounge -  David Lafferty dazi donald Trump Natixis https://www.flickr.com/photos/whitehouse/34617658012

E’ bastato l’ennesimo tweet del presidente Donald Trump domenica scorsa a far scattare la correzione sui mercati azionari. A pagarne le maggiori spese, finora, la Borsa cinese, ma anche l’S&P 500 di Wall Street, lo Stoxx 600 europeo e il listino tecnologico Nasdaq hanno lasciato sul parterre tra i due e i tre punti percentuali. In parallelo, la volatilità, che stazionava su livelli di massima tranquillità, ha registrato un brusco rialzo con l’indice Vix, che misura le aspettative di volatilità dell’azionario USA in base alle opzioni sull’S&P 500, che si è portato in poche sedute da 13 a oltre 21 punti.


IMPARARE A CONVIVERE CON UNA SITUAZIONE CONFLITTUALE


Secondo Dave Lafferty, Chief Market Strategist di Natixis IM, gli investitori farebbero bene ad abituarsi a questa situazione dinamica perché sono destinati a convivere con la difficile relazione tra Washington e Pechino. “La prima cosa che si deve tenere presente – puntualizza lo strategist – è che l’economia cinese evidenzia un surplus commerciale strutturale frutto di investimenti superiori ai consumi: una dinamica sulla quale gli Stati Uniti non sono in grado di interferire”.


IL NUOVO MODELLO DI WASHINGTON


Ecco perché, specifica Dave Lafferty, l’amministrazione Trump sfrutta la politica commerciale facendo leva sui dazi sulle merci importate da Pechino. “Il nuovo modello di Washington per le relazioni commerciali con la Cina si basa proprio sulla minaccia di imposizioni di dazi con l’obiettivo di portare Pechino al tavolo dei negoziati e, come sta succedendo adesso, continuare a minacciare per far progredire i negoziati. Anche nel caso in cui si giungesse ad un accordo, l’amministrazione USA continuerebbe con le minacce sui dazi per farne rispettare la conformità” sottolinea lo strategist.


UN ACCORDO NON RISOLVEREBBE TUTTO


Ne consegue, che gli investitori farebbero bene a non enfatizzare eccessivamente un eventuale accordo. Certo un’intesa è senz’altro meglio che nessun consenso o una situazione confusa, ma anche in concomitanza di un accordo si continuerebbe comunque a dipendere dalla fluidità dei rapporti commerciali tra Washington e Pechino che possono essere immediatamente minacciati da un tweet o da indiscrezioni.

Perché stavolta l’inversione della curva non fa paura


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INTESA PROBABILE AL 60-65%


Secondo Dave Lafferty, sebbene la probabilità che un’intesa tra le parti possa essere siglata nel corso di quest’anno resti elevata, è tuttavia altrettanto vero che la proiezione di tale probabilità è nel frattempo scesa dal 75-80% al 60-65%.  Per il momento, sostiene lo strategist, il selloff - la vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità - può essere considerato solo un rumore di fondo almeno fino a quando non si delineerà un quadro più chiaro.


LA CONSAPEVOLEZZA DI TRUMP E XI


Una cosa però sembra certa: né il presidente americano e nemmeno quello cinese Xi, vorranno gettare acqua sul fuoco, in particolare Trump a circa un anno dalle elezioni. Ma è anche vero che i due leader sono perfettamente consapevoli dei rallentamenti registrati da entrambe le economie nel quarto trimestre e, aspetto importante, anche della fase di sell-off associata al rallentamento.
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