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Dorval Asset Management

I tassi bassi non hanno portato a sopravvalutare le azioni

 Secondo Dorval Asset Management i tassi ai minimi sono la naturale conseguenza di un’inflazione eccezionalmente bassa, ma le azioni globali non sono care, anzi, come in Giappone, sono a buon mercato

di Redazione 20 Luglio 2019 08:30

E’ una convinzione abbastanza diffusa che i tassi di interesse ai minimi storici e, nel caso della Fed Usa, in procinto di tornare a scendere, "costringano" in qualche modo l’investitore globale ad andare sulle azioni alla ricerca di un rendimento che il reddito fisso non offre più, con l’effetto di gonfiare i prezzi delle Borse che incorporerebbero ormai un elevato premio di rischio. Secondo François-Xavier Chauchat, chief economist di Dorval Asset Management, si tratta di una leggenda metropolitana. Nel suo Macro Corner intitolato “Lotta al rallentamento economico” l’esperto di Dorval scrive infatti che i tassi molto bassi non hanno portato alla sopravvalutazione delle azioni, in quanto il premio di rischio è addirittura storicamente elevato. Chauchat segnala il caso del Giappone, dove i titoli del Nikkei sono oggi i meno cari del mondo avanzato anche se la BoJ acquista ingenti quantità di azioni.

LA NUOVA EUROPA VERSO POLITICHE DI SOSTEGNO ALLA CRESCITA


Chauchat spiega che l’evoluzione dei mercati dipenderà innanzitutto dall’equilibrio fra andamento dell’economia e politica monetaria. In giugno il clima nell’industria mondiale si è offuscato ancora, le tensioni commerciali proseguono e l’economia americana mostra segni di debolezza. Questo continuo rallentamento è percepito dalle banche centrali come una seria minaccia. Infatti la Bce ha ritrovato la sua combattività a favore di politiche di sostegno alla crescita. La nomina di Christine Lagarde alla Bce e quella di Ursula von der Leyen alla Commissione europea vanno in questa direzione: per il 2020 si prevedono una politica di bilancio più morbida e l’emissione di «project bond» anche per finanziare l’economia verde. I tedeschi sembrano cominciare a pensare che non sia una cattiva idea investire quando i tassi di interesse sono negativi. Trattandosi di Europa, l’esperto avverte di non farsi prendere dall’entusiasmo, ma aggiunge che gli ultimi sviluppi contraddicono le “Cassandre dell’euro”.

L’ECONOMIA GLOBALE HA ANCORA BISOGNO DI TASSI BASSISSIMI


Allargando lo sguardo, l’esperto di Dorval spiega che oggi l’economia globale sembra avere bisogno di tassi di interesse straordinariamente bassi: il calo dei tassi a uno stadio avanzato del ciclo è insolito, ma è la logica conseguenza di un un’inflazione troppo bassa. Ma le azioni mondiali non sono eccessivamente prezzate, in quanto da inizio 2018 hanno offerto una performance inferiore a quella delle obbligazioni. Il calo dei tassi ha favorito soprattutto i titoli growth, che hanno sovraperformato il resto del mercato. Chauchat osserva che in Europa alcuni settori ciclici, come costruzioni e servizi, sfuggono alla depressione generale. Inoltre, con un costo del debito al minimo storico, le aziende europee hanno margini per aumentare gli investimenti. E’ un’economia europea a due velocità, col settore manifatturiero quasi in recessione e una crescita ancora sostenuta del resto. Un ulteriore ribasso dei tassi permetterà una continua riduzione del costo del debito invogliando le imprese a investire di più.
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