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Nel mondo la recessione è ancora lontana, ma attenzione alla volatilità 

Mentre l’Italia scivola in recessione, per il resto del mondo le prospettive sono diverse: secondo Esty Dwek, senior investment strategist di Natixis Investment Managers, ci sono meno rischi di un rallentamento globale dell’economia

1 Febbraio 2019 14:29

I FONDAMENTALI RESTANO BUONI


I negoziati commerciali tra Usa e Cina e l’atteggiamento meno aggressivo della Fed hanno attenuato i timori per un rallentamento globale, e i fondamentali restano buoni, spiega Esty Dwek, senior investment strategist di Natixis Investment Managers. Per il gestore “la crescita ha raggiunto il suo apice e vedremo un rallentamento nel 2019, ma non pensiamo di essere prossimi a una recessione”. In Cina la crescita sta rallentando, ma “ci aspettiamo che i responsabili politici gestiscano questo rallentamento con stimoli mirati e i dati statunitensi indicano ancora un'espansione, solo più lenta”. Per quanto riguarda gli Usa, il parziale shutdown del governo americano si è temporaneamente concluso con una legge di stop-gap fino al 15 febbraio, ma è ancora probabile che peserà sulla crescita del primo trimestre e aumenterà l'incertezza politica, in quanto la situazione non è completamente risolta. Per Dwek  “i mercati non prevedono aumenti della Fed per tutto l'anno, ma non crediamo che la pausa della Fed sarà così lunga, a meno che i dati non deludano significativamente nei prossimi mesi”.

LE INCERTEZZE IN EUROPA


Sono molti i fronti ancora aperti in Europa, con la Francia che vede persistere il movimento dei “gilet gialli”, mentre l’accordo sul target del deficit per il 2019 raggiunto tra Italia e Ue potrebbe essere messo a rischio da un declassamento della valutazione sulla crescita. Continua inoltre la saga sulla Brexit, anche se, nota Dwek, “la sterlina sta reggendo, grazie al fatto che lo scenario più probabile sembra ora una proroga della scadenza di marzo e un'apparente riluttanza del Parlamento britannico ad accettare una Brexit senza contropartita”. Per quanto riguarda la Bce, secondo il gestore “non sarà in grado di aumentare i tassi nel 2019, dato il rallentamento dell'economia mondiale e l'assenza di pressione inflazionistica”. L’Eurotower ha infatti riconosciuto che l'economia della zona euro si è deteriorata più del previsto, declassando la propria valutazione economica, anche se non è stata intrapresa alcuna azione e non è prevista alcuna recessione.

Nel futuro degli investitori istituzionali ci sono gestione attiva e ESG


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USA E CINA, L’ACCORDO E’ VICINO?


Sembra avviata la strada verso un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina: i colloqui sono in corso, con l'apparente volontà di evitare un'ulteriore escalation, ma il percorso non è semplice. Secondo Dwek “il costo politico per il presidente Trump potrebbe essere in aumento a causa dei timori di crescita provocati delle tariffe commerciali e della forte correzione dei mercati di fine anno, così come quello per il presidente Xi, visto l'impatto sulla crescita cinese”.

ALLARME VOLATILITÀ


In questo contesto, spiega il gestore, sui mercati “continua il rally che abbiamo visto dall'inizio dell'anno, con il recupero di alcune delle perdite subite nella correzione di fine anno da diverse classi di attività”. In effetti, il 2018 è stato uno dei pochissimi anni in cui i rendimenti sono stati praticamente negativi per tutte le asset class. In ogni caso, spiega Dwek, “sebbene riteniamo che i fondamentali siano ancora solidi, soprattutto negli Stati Uniti, e che la crescita degli utili resisterà, è prevedibile una maggiore volatilità. Non riteniamo ancora che sia giunto il momento di eliminare tutti i rischi dai portafogli, in quanto riteniamo che le attività rischiose riusciranno a macinare di più nei prossimi mesi. Infatti, i mercati stanno già valutando uno scenario molto più negativo per il 2019”.
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