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Axel Botte

Crescita, gli Stati Uniti vanno più veloci dell’Eurozona

Il mercato del lavoro negli USA resta solido, la disoccupazione non registra variazioni sensibili, con segnali positivi anche nel manifatturiero. Secondo Natixis IM, il Pil è destinato a crescere. Nell’Eurozona l’inflazione è in crescita

di Fabrizio Arnhold 27 Gennaio 2020 21:00

I consumi delle famiglie rallentano ma restano il principale volano per la crescita negli Stati Uniti. “Nell’ultimo trimestre 2019 l’economia statunitense è cresciuta poco al di sopra del 2 per cento su base annua”, commenta Axel Botte, strategist di Ostrum Asset Management (affiliata di Natixis Investment Managers). Quello che è emerge è un quadro economico più solido rispetto all’Eurozona. 

GLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE PIÙ INCERTI


Guardando la spesa per beni e servizi nell’ultimo trimestre dello scorso anno, si evidenzia un aumento del 2,5 per cento su base annua. “Gli investimenti delle imprese sono più incerti e potrebbero essere in calo di circa il 2 per cento, mentre gli investimenti nelle strutture sono probabilmente diminuiti di un ulteriore 10 per cento”, continua nella sua analisi, Axel Botte. Maggiore dinamicità arriva da altre voci come ricerca e sviluppo. 

MERCATO DEL LAVORO IN SALUTE


I salari orari danno qualche segnale di rallentamento, ma il mercato del lavoro resta solido. La disoccupazione non registra variazioni di rilievo, migliorano le misure di “sottoccupazione”, che raggiungono il 6,7 per cento, con una crescita di 145mila posti di lavoro nel mese passato. Segnali positivi anche dal settore manifatturiero, nonostante i dati non entusiasmanti dell’indagine ISM, l’occupazione tiene, con un aumento di 240mila posti di lavoro, dall’inizio delle tensioni commerciali tra Usa e Cina. “L'attività nel settore dei servizi è solida (ISM a 55 anni a dicembre) - commenta  Botte -. Prevediamo quindi una crescita del PIL del 2,3 per cento annuo tra ottobre e dicembre, con un notevole contributo positivo del commercio estero fino a novembre”. 

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PIÙ DEBOLE L’EUROZONA


Spostando l’attenzione all’area Euro, invece, lo scenario diventa meno incoraggiante. “L'economia dell'area euro è meno solida e le previsioni per il Pil francese del quarto trimestre del 2019 sono scarse (0,2 per cento annuo)”, precisa il strategist di Ostrum Asset Management. “Le indagini sono stabili con PMI composite leggermente superiore a 50, nonostante un discreto miglioramento dei servizi”. Infine l’inflazione che, su base annua, è tornata a salire (1,3 per cento) a dicembre, sulla scia del settore energia e dei servizi (+1,8 per cento su base annua). 
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