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Natixis: “Brexit, meglio non speculare sugli sviluppi politici”

Dwek (Natixis) resta comunque costruttiva sulle attività di rischio, convinta che l'allentamento delle tensioni sulla Brexit e sui dazi Usa-Cina sosterrà il sentiment e non esclude che le trimestrali possano rivelarsi utili per prolungare il rally

di Redazione 18 Ottobre 2019 11:46
financialounge -  Brexit Esty Dwek Natixis

Quello che è accaduto ieri sui mercati finanziari è il termometro puntuale della sensibilità degli investitori all’evoluzione delle trattative sulla Brexit, E di quanto possa rapidamente cambiare, anche nel corso di una giornata, il loro sentiment a seconda di come si stiano indirizzando i negoziati in vista del 31 ottobre, data entro la quale deve essere raggiunto un accordo tra Regno Unito e Ue per scongiurare una uscita brusca (hard Brexit) dalle implicazioni incalcolabili.

IPOTESI DI ACCORDO DI USCITA DEL REGNO UNITO DALLA UE DOPO 46 ANNI


Non appena nel primo pomeriggio si era diffusa la notizia che a Bruxelles era stato raggiunto un accordo tra i negoziatori britannici e i funzionari dell'Unione europea in grado di agevolare l’uscita del Regno Unito dalla Ue dopo 46 anni dall’ingresso nel mercato comune, la sterlina si è immediatamente rafforzata e gli indici di Borsa, guidati dal FTSE 100 di Londra, si sono mossi al rialzo. Con il passare delle ore, mentre gli investitori cominciavano a riflettere sulla probabilità di approvazione dell'intesa da parte dal Parlamento inglese, la valuta del Regno Unito è arretrata mentre i mercati azionari europei hanno assunto un atteggiamento di maggiore cautela.

RAPIDI CAMBIAMENTI DI DIREZIONE SUI MERCATI


“Dopo il rally iniziale, la maggior parte degli indici azionari europei ha registrato una retromarcia con l'indice FTSE 100 che è riuscito a conservare un guadagno dello 0,9%, mentre i futures azionari statunitensi sono avanzati dello 0,2%. I settori finanziari ne hanno comunque tratto beneficio, dal momento che la combinazione di tassi sostenuti e accordo di libero scambio, che include la libera circolazione dei capitali e i pagamenti, sosterrebbe il settore” fa sapere Esty Dwek, Head of Global Market Strategy Dynamic Solutions di Natixis Investment Managers.

INVESTITORI PREOCCUPATI


Le preoccupazioni degli investitori sono più che legittime dal momento che la bozza dell'accordo deve ancora essere approvata dal Parlamento britannico, che si riunirà in una sessione straordinaria sabato 19 ottobre. E visto che Boris Johnson non ha più la maggioranza in Parlamento, e che il partner della coalizione – il partito degli Unionisti irlandesi – ha già fatto sapere che voterà contro la ratifica dell’intesa, l’impresa per il premier inglese è tutta in salita.

JOHNSON DEVE CONVINCERE 61 DEI 75 DEPUTATI INDECISI


“Per riuscire a far approvare l'accordo senza i suoi alleati nordirlandesi, per il via libera Johnson deve riuscire a convincere 61 dei 75 deputati disponibili, il che implica anche dover persuadere i deputati del suo stesso partito” specifica Dwek. La stessa esperta di Natixis aggiunge: “Meglio non speculare sugli sviluppi politici, specialmente nel Regno Unito. Tuttavia riteniamo che le probabilità che questo accordo possa essere approvato siano superiori rispetto a quello della May. Inoltre l'incertezza pesa sempre di più sui dati e sul sentiment e questa potrebbe rappresentare l'ultima possibilità per una Brexit più morbida”.

SE L’INTESA PASSA SETTORE FINANZIARIO PRIMO BENEFICIARIO


Nell’ipotesi che il Parlamento britannico approvi l’accordo proposto da Johnson, il periodo di transizione inizierà il 1° novembre con il contestuale avvio dei negoziati commerciali. “E’ probabile che si assista da una proroga degli attuali limiti, con una sorta di status quo virtuale che potrebbe durare per più anni, ma sgomberando il campo dalle incertezze. Un contesto che agevolerebbe una sensibile ripresa del mercato, con benefici soprattutto per il settore finanziario, in quanto anche i rendimenti del mercato obbligazionario aumenterebbero: ciò renderebbe più ripida la curva dei tassi e, a cascata, incrementerebbe i margini di intermediazione per le banche. La sterlina potrebbe proseguire il suo percorso di recupero e rompere il tetto di 1,30 contro il dollaro. Se invece il deal venisse respinto, le asset class finanziarie subirebbero una retromarcia riportandosi ai livelli recenti e l'incertezza persisterebbe fino al prossimo 31 ottobre” argomenta Dwek.

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APPROCCIO COSTRUTTIVO AL RISCHIO


Detto questo, l’esperta resta costruttiva sulle attività di rischio e, ritenendo poco probabile un no deal, è convinta che l'allentamento delle tensioni geopolitiche relative alla Brexit e alle dispute commerciali tra Washington e Pechino sosterrà il sentiment. Inoltre non esclude che alcuni risultati delle trimestrali aziendali migliori delle attese possano rivelarsi utili per prolungare il rally.

RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI IN MODERATO RIALZO


Infine, per quanto riguarda i mercati obbligazionari, se da un lato Dwek ritiene possibile un ulteriore incremento dei rendimenti – sebbene già oggi appaiano sostenuti - qualora le incertezze globali continuassero ad essere rimosse, dall’altro reputa poco probabile un loro brusco rialzo, almeno finché dovessero prevalere aspettative blande di inflazione e ad aleggiare preoccupazioni per la crescita globale.
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