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2018, le nuove sfide per l'industria del risparmio gestito

La normalizzazione monetaria avviata dalle banche centrali e le attese degli investitori in rialzo dopo la ritrovata fiducia metteranno a dura prova gli asset manager.

1 Dicembre 2017 09:27
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Ci sono buone possibilità che il 2018 prosegua sulla strada di quanto visto nel 2017, con una crescita economica solida e diffusa a livello globale, politiche monetarie ancora non restrittive, scarsa inflazione e tassi reali molto bassi.

In questo scenario, François-Xavier Chauchat, Chief Economist di Dorval Asset Management, affiliata di Natixis Investment Managers, reputa che l’ottimismo dei mercati rappresenti anche un nuovo banco di prova per l'industria del risparmio gestito che deve affrontare due sfide importanti: la normalizzazione monetaria avviata dalle banche centrali e le attese degli investitori in rialzo a seguito della ritrovata fiducia.

Cominciando dalla normalizzazione delle politiche monetarie, secondo molti osservatori i mercati finanziari sembrano sottovalutare l’entità del rialzo dei tassi previsto negli Stati Uniti.

“Un’eventualità che rientra negli scenari di rischio, ma di cui ci permettiamo di dubitare” puntualizza François-Xavier Chauchat che poi prosegue: “La Cina, in particolare, approfitterà probabilmente di un buon contesto globale per raffreddare un po’ l’economia e procedere alle riforme. Per una volta, il rallentamento cinese potrebbe essere una buona notizia, poiché ridurrebbe i rischi di surriscaldamento mondiale nel 2018”.

Inoltre, fa notare l’economista, alcuni modelli economici indicano che i tassi a breve reali (al netto dell’inflazione) negli Stati Uniti sono ormai in linea con i tassi di equilibrio. A questo punto, l’unico vero fattore che potrebbe far deragliare la normalizzazione graduale delle banche centrali sarebbe un rallentamento dell’economia prima della normalizzazione dell’inflazione. C’è da giurare che i responsabili delle politiche monetarie, a cominciare da Jay Powell (futuro presidente della Fed), saranno molto attenti a non commettere errori.

“In ogni caso, la politica monetaria resterà estremamente prudente nel 2018. Ciò vale a maggior ragione per la BCE, ancora molto lontana dall’obiettivo d’inflazione. Allo stato attuale, dunque, l’ipotesi di un sostanziale rialzo dei tassi a lungo termine in seguito a una netta ripresa dell’inflazione americana non rappresenta il nostro scenario centrale, quanto piuttosto uno scenario di rischio. In quest’ottica, evitiamo di investire nei temi che potrebbero essere soggetti al rischio di tasso” specifica François-Xavier Chauchat, che poi passa ad esaminare il secondo rischio, quello dell’asimmetria negativa. Dorval Asset Management ritiene che l’alto costo dei titoli azionari sia coerente con i fondamentali dell’economia mondiale: forte crescita, scarsa inflazione e tassi reali molto bassi.

“Il problema è che le attuali quotazioni azionare riflettono attese elevate, il che implica un’asimmetria del rischio, poiché in tale contesto le cattive notizie a volte pesano più di quelle buone” sottolinea François-Xavier Chauchat che, a tale proposito indica nella diversificazione tematica, in linea con l’attuale ciclo di crescita mondiale, una delle strade da percorrere nelle scelte di portafoglio in vista del 2018.

“Ci dovrebbe essere una conferma della crescita dell’economia europea e degli utili per azione, intorno al 10% nel valore mediano. Questa dinamica sarà sostenuta da un potenziale di recupero ancora significativo in Francia e nei paesi del sud Europa, dove la disoccupazione è tuttora alta” spiega l’economista che a livello settoriale vede segnali positivi pure nell’edilizia, destinata a risalire lentamente dopo il crollo degli anni 2008-2014.

“Quanto al settore bancario, offre ancora un potenziale legato a un ciclo più favorevole, anche se non va sottovalutata l’entità delle prossime ricapitalizzazioni” precisa François-Xavier Chauchat che infine rivela, nel quadro di una diversificazione tematica degli investimenti, di puntare, da un lato, sulle società che beneficiano maggiormente del ritrovato slancio di molti paesi emergenti, e, dall’altro, su quelle che intercettano la ripresa mondiale tramite le attività nel campo delle materie prime.
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